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Economia | 28 agosto 2020, 07:35

Maschere diverse per ogni situazione, obiettivo unico: prevenzione

A Maggio, mentre le misure restrittive per contrastare il Coronavirus si allentavano, l'economia mondiale strutturava nuove strategie per ricominciare la corsa verso il guadagno e per provare a ristabilire certi vecchi equilibri, seppur da considerarsi “fuori moda” ancor prima della pandemia.

Maschere diverse per ogni situazione, obiettivo unico: prevenzione

A Maggio, mentre le misure restrittive per contrastare il Coronavirus si allentavano, l'economia mondiale strutturava nuove strategie per ricominciare la corsa verso il guadagno e per provare a ristabilire certi vecchi equilibri, seppur da considerarsi “fuori moda” ancor prima della pandemia.

Sono stati in molti a dover domandare a se stessi e agli altri, se fosse prioritaria la salute o l'economia. Dalla gente comune ai capi di Stato, dagli artisti ai dottori, tutti hanno dovuto fare i conti, contemporaneamente, con portafogli e cuore in mano.

Qualcuno ha scelto di rimanere in prima linea nella lotta al Coronavirus e altri hanno reinventato la loro professione per fronteggiare la crisi: emotiva e materiale. In nessun caso ci si è potuti esimere dall'utilizzo di dispositivi di prevenzione individuale (DPI), acquistando in luoghi fisici o negli shop online di mascherine.

Tutti con lo stesso obiettivo, cioè quello di proteggersi dal virus e contrastare la diffusione.


Le tante idee nate dal caos

Uscendo dal lockdown accompagnati dalle mascherine, ci si è presentati nei bar e nei ristoranti, che riuscivano a riaprire, con la timidezza di chi esibisce un accessorio alquanto scomodo e la soddisfazione di toglierlo appena seduti al proprio tavolo.

Nonostante le rassicurazioni dei commercianti, anche i clienti abituali hanno preferito evitare certi luoghi e situazioni, comprensibilmente spaventati dai rischi appena scampati e non ancora sconfitti.

Sarà per questo motivo o per la smania di garantire sicurezza al mondo che un'azienda israeliana ha progettato una mascherina che non abbandona mai la gente, infatti è possibile indossarla anche quando si mangia.

Per chi volesse evitare i rischi e continuare a frequentare i luoghi commerciali di fiducia, la “Avtipus patents and invention” ha ideato una mascherina con la leva, che si apre azionandola manualmente, nel momento di portare cibo alla bocca.

Un’invenzione che dà la misura di quanto il virus abbia cambiato l’esistenza a livello planetario.

Assolutamente fondamentale indossare la mascherina, un dispositivo protettivo che fa da barriera insieme al giusto distanziamento e alle norme igienico sanitarie da attuare costantemente. Eppure indossarla anche mentre si mangia, per il momento, sembra essere davvero troppo!

Le nuove idee sono essenziali e dare voce alla propria creatività in un momento come questo, può nutrire l'anima; ma per combattere il Covid-19, a livello basilare, basterebbe che tutti seguissero alcune indicazioni, facili da ricordare e applicabili anche dai bambini.

Per quanto riguarda l'utilizzo della mascherina, per esempio, sarebbe opportuno ragionare sul fatto che abbassarla mentre si parla, significa non aver capito a cosa serve; comprarne troppe e magari non indossarle è sintomo di poco rispetto.

Inoltre, bisognerebbe fare attenzione ad indossare mascherine per un tempo superiore alla loro prestazione, vorrebbe dire collezionare germi e se si volesse provare ad autoprodurle o a rivolgersi ad amici che se ne occupano, sarebbe opportuno informarsi sui materiali da utilizzare perché possano risultare efficaci.

Tipi di mascherine e precauzioni da adottare

Esistono diversi tipi di mascherine. Quelle che creano una barriera molto semplice e quelle di protezione per le vie respiratorie. Le differenze fondamentali riguardano il fatto che debbano essere utilizzate dalla popolazione generale, dai professionisti nei luoghi di lavoro a rischio e da persone infettate.

Le più diffuse sono le mascherine chirurgiche e quelle monouso, poi ci sono anche quelle lavabili. Questo tipo di mascherine creano una barriera, data dal tessuto o dalla carta di cui sono costituite e bloccano particelle di grandi dimensioni; riducono la trasmissione di saliva e secrezioni respiratorie ma non proteggono dalle droplets molto piccole.

Le mascherine considerate “dispositivi di protezione individuale”, proteggono, appunto, le vie respiratorie dal virus ma anche da polveri nocive, acidi, vapori organici… e sono chiamate: Ffp1, Ffp2 e Ffp3.

Queste possono avere applicata una o più valvole efficaci per il filtraggio dell'aria in entrata, ma non per quella in uscita; si tratta quindi di un tipo di mascherina per niente adatta a persone positive al covid, perchè la valvola che protegge dall'esterno è lo stesso meccanismo che crea il rischio di contagiare gli altri.

Sono stati gli operatori sanitari i primi a sostenere l'importanza del fatto che tutti dovessero indossare mascherine. Ed è l'Organizzazione mondiale della Sanità a dare ulteriori specifiche indicazioni sul tipo di mascherine da utilizzare in base alle situazioni.

L'OMS ha da sempre raccomandato, e continua tutt'ora a farlo, di utilizzare mascherine chirurgiche per medici e infermieri che entrano in contatto con le persone infettate dal virus.

Allo stesso tempo, questi operatori in prima linea, dovrebbero avere l'accortezza di utilizzare i respiratori N95 (isolano ancora meglio il naso e la bocca) nel momento in cui conducono procedure con possibilità di nebulizzazioni.

Sia nell'ambito sanitario che in quello comunitario, vengono poi ribadite le misure di prevenzione più efficaci da applicare:

  • l'importanza di igienizzare le mani frequentemente, lavandole con acqua e sapone o utilizzando gel e soluzioni a base alcolica

  • la necessità di evitare il contatto mani–bocca, occhi e naso

  • il bisogno di starnutire o tossire utilizzando un fazzoletto da eliminare istantaneamente o all'interno del gomito

  • la tutela del distanziamento, evitando contatti ravvicinati

Qualunque tipo di mascherina si scelga di comprare, per esempio utilizzando l’e-commerce di Maskhaze, bisogna farlo tenendo conto della condizione in cui ci si trova a livello lavorativo e nella vita quotidiana.

Non solo: bisognerebbe essere consapevoli delle proprie condizioni fisiche e delle responsabilità che appartengono un po’ a tutti in questo mondo alle prese con qualcosa di così grande: la vita.







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