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Economia | 15 ottobre 2020, 07:00

Pasta di mandorle: la storia di una delle delizie della pasticceria siciliana

La Sicilia è una terra meravigliosa, un luogo dove la storia, le bellezze naturali e un’atmosfera magica si incontrano

Pasta di mandorle: la storia di una delle delizie della pasticceria siciliana

La Sicilia è una terra meravigliosa, un luogo dove la storia, le bellezze naturali e un’atmosfera magica si incontrano. Per scoprire tutto questo, una buona idea può essere quella di esplorare le delizie della pasticceria. Tra le più importanti, rientra la pasta di mandorle.

Reperibile in maniera molto semplice nei negozi e in e-commerce specializzati come Dalla Sicilia, ha alle spalle una storia a dir poco affascinante. Scopriamola assieme nelle prossime righe.

Pasta di mandorle: le tutele

La prima cosa da dire quando si parla della pasta di mandorle siciliana riguarda il fatto che non si tratta di un dolce qualsiasi. La pasta di mandorle, infatti, è inclusa nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tipici stilato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Le origini della pasta di mandorle

Chiarita questa importante premessa, vediamo un attimo le origini della pasta di mandorle. A tal proposito, ancora oggi ci sono diverse incertezze e numerosi aspetti da chiarire.

Una delle versioni più accreditate chiama in causa un popolo che ha avuto un ruolo cruciale nella cultura siciliana: gli Arabi. Una delle tante teorie in merito alle origini della pasta di mandorle, sarebbero stati proprio gli Arabi, attorno al VI secolo, a iniziare a preparare dolci utilizzando spezie, frutta secca, mandorle preventivamente macinate.

Un’altra versione in merito alle origini della pasta di mandorle chiama in causa il Convento della Martorana di Palermo. Legato alla Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, è stato fondato nel 1143 su iniziativa di Giorgio di Antiochia, ammiraglio al servizio del re normanno Ruggero II.

Diversi anni più tardi, ossia nel 1194, è stato fondato il monastero su iniziativa della nobildonna Luisa Martorana. Le suore che hanno vissuto nelle sue celle sono note per diversi aneddoti curiosi e romantici, ma anche e soprattutto per via della Pasta alla Martorana.

Con questa espressione, si inquadrano dei “frutti” realizzati in pasta di mandorle, caratterizzati da una fortissima verosimiglianza. A proposito di questa versione della storia della pasta di mandorle, eccellenza della gastronomia siciliana, è opportuno chiamare in causa un interessante aneddoto.

Per raccontarlo dobbiamo andare indietro nel tempo fino al 1537 e a quando il giardino del monastero palermitano venne visitato da uno dei sovrani più celebri del tempo, re Carlo V.

In quel periodo dell’anno, il giardino del monastero, per motivi stagionali, era privo di frutti. Le monache, profondamente orgogliose del proprio giardino e intenzionate a dargli un aspetto il più possibile perfetto, decisero di appendere agli alberi niente meno che i frutti realizzati con la pasta di mandorle.

Nello specifico, per accogliere l’Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, le monache scelsero delle succose arance, ovviamente a dir poco zuccherine al palato. Il bello di questo aneddoto riguarda il fatto che, al re, le monache non dissero niente di questo trucco. Il sovrano rimase così stupito davanti all’abbondanza dei frutti degli alberi del frutteto, abbondanti sì, ma non certo di arance vere!

La situazione del monastero palermitano è cambiata radicalmente nel 1866. In quell’anno, infatti, è stata ufficializzata la soppressione delle corporazioni religiose. Questo ha portato all’interruzione della produzione dolciaria tra le mura del monastero.

Secondo i fautori della seconda teoria relativa all’origine della pasta di mandorle, l’anno sopra ricordato avrebbe rappresentato la svolta per la celebre preparazione: da lì, infatti, la pasta di mandorle sarebbe diventata un vero e proprio patrimonio dei maestri pasticceri del capoluogo siciliano.

Per quanto riguarda gli ingredienti utilizzati per preparare questi deliziosi frutti, troviamo mandorle sgusciate, zucchero e acqua. Per arrivare a mezzo kg di prodotto, servono circa 350 grammi di mandorle.

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