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Economia | 24 gennaio 2021, 15:39

Tassa sul fumo, triplicata l'imposta su quello elettronico: "Scelta politica scellerata"

Da adesso fino al 2023, aumenti in progressione per le aliquote sullo "svapo": abbiamo raccolto il parere di Gabriele De Paolis, operatore del settore

Tassa sul fumo, triplicata l'imposta su quello elettronico: "Scelta politica scellerata"

Tra le principali novità dell'ultima legge di Bilancio approvata alla Camera spicca l'aumento (legato ad un incremento delle tasse) dei prezzi delle sigarette elettroniche, con l'introduzione di aliquote sui liquidi da inalazione con nicotina, saliti al 15% dal primo gennaio 2021 e che proseguiranno al 20% nel 2022 e al 25% nel 2023. I liquidi senza nicotina invece sono aumentati al 10% nel 2021 e saliranno al 15% nel 2022 e al 20% nel 2023.

Un netto rialzo, dunque, che ha fatto storcere il naso agli operatori del settore. A tal proposito Savonanews ha raccolto la testimonianza di Gabriele De Paolis, titolare dell'attività "Svapotel - sigarette elettroniche" con punti vendita a Pietra Ligure ed Albenga:

"L'aumento dell'imposta sui liquidi da inalazione tra il 150% e il 300% in tre anni, introdotto dal Governo Italiano nell'ultima finanziaria di fine anno passato, è una scelta politica scellerata - spiega De Paolis - Significa introdurre una forte disparità di trattamento tra la sigaretta elettronica ed il tabacco riscaldato, ma soprattutto evidenzia il non aver affatto compreso l'enorme importanza della sigaretta elettronica nella riduzione del danno da fumo, portando alla fine le persone a tornare  la fumare e lo Stato a fare cassa favorendo le multinazionali del tabacco che avranno sempre più vita facile a continuare a vendere le tradizionali bionde o il tabacco riscaldato, anch'esso cancerogeno. La sigaretta elettronica non è tabacco, i liquidi non contengono tabacco".

"In un Paese normale che tiene alla salute dei suoi cittadini sarebbe bastato che la tassazione seguisse la scala di tossicità - aggiunge - È infatti oramai assodato che, fatto 100 il rischio del fumo di sigaretta, il tabacco riscaldato si ferma a 25 e la sigaretta elettronica a 1 (fonte Public Healt England e Istituto Pasteur). Quindi la sigaretta elettronica è dalle 95 alle 99 volte meno dannosa del fumo di sigaretta. Sarebbe bastato applicare sulla tassazione dei vari prodotti questo semplice schema. E invece si vuol colpire un settore con una tassa irragionevole e ingiusta, significa portare sul lastrico migliaia di attività fatte a livello individuale o familiare che nulla hanno a che fare con la potente industria del tabacco". 

"Il caffè contiene caffeina che genera dipendenza, esattamente come la nicotina. Se arrivasse lo Stato con un'imposta improvvisa a raddoppiare di colpo il prezzo del caffè questo non susciterebbe enorme rabbia da parte dei 20 milioni di abituali consumatori? Ebbene, è quello che proviamo noi, da oramai 7 anni. Subiamo scelte assurde oltre ogni possibile immaginazione. È ora che qualcuno ponga un freno al questa insensata smania di protagonismo" chiosa infine De Paolis.

Sul tema della tassazione del fumo elettronico, il titolare delle attività presenti nel savonese ha inoltre inviato un proprio commento alla Commissione Europea in vista dell'armonizzazione fiscale europea sostenendo che "la sigaretta elettronica ed i liquidi non sono tabacco e quindi necessiterebbero di una legge quadro dedicata, totalmente separata dal tabacco, ma se proprio si dovesse decidere per un'imposta armonizzata europea questa dovrebbe necessariamente tenere presente la riduzione del danno".

De Paolis ha inoltre sottolineato che "i liquidi senza nicotina devono essere esenti da imposta in quanto costituiti solo da glicerina, glicole ed aromi alimentari. L'eventuale tassazione deve essere di entità ridotta, altrimenti aumenterà il contrabbando e saranno sempre più diffusi liquidi non controllati e non soggetti a prove di tossicità".

Roberto Vassallo

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