ELEZIONI COMUNE DI ALBENGA
ELEZIONI COMUNE DI FINALE LIGURE
 / Economia

Economia | 02 febbraio 2021, 16:00

Amianto: cocktail di fibre nell’acqua potabile

Amianto: cocktail di fibre nell’acqua potabile

L’emergenza ambientale mette a rischio il nostro Pianeta e quindi la sopravvivenza stessa dell’essere umano. Tanto è vero che il tema dell’acqua potabile è stato oggetto di un’attenta riflessione anche del nuovo Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha alzato il tiro anche sulla problematica dei bacini acquiferi, che intende proteggere. Infatti l’acqua è un bene imprescindibile, e quindi occorre proteggere innanzitutto i bacini acquiferi e poi evitare tutti i rischi di contaminazione, in particolare quello delle fibre di amianto, che sono altamente cancerogene. Infatti le fibre di amianto sono dannose per la salute anche se ingerite, fermo restando che la loro presenza nell’acqua non esclude l’aerodispersione. Per di più l’evaporazione, anche per effetto dell’uso antropico, determina l’aerodispersione delle fibre. Nella XVII^ puntata di ONA TV (Amianto: cocktail nell'acqua potabile), la televisione dell’Osservatorio Nazionale Amianto, condotta da Massimo Maria Amorosini, giornalista e conduttore televisivo, sono stati ospiti in studio: Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA, Grazia Canuto, esperta di problematiche ambientali, Aldo Tracchegiani, medico e segretario regionale di Umbria Cambiamo.

Come ribadito in più occasioni, le fibre provocano danni alla salute, anche se ingerite. Lo stesso IARC, nella sua monografia sull’amianto, ha confermato che le fibre di asbesto se ingerite sono cancerogene. Altro rischio da non sottovalutare è quello legato alla presenza di amianto e cemento amianto nelle tubature all’interno delle quali scorre l’acqua che entra nelle nostre case. In più terremoti, sciame sismico, attività di manutenzione sulle tubature, determinano la perdita del potere aggrappante del cemento, e quindi la contaminazione di queste acque, e quindi l’ingestione delle fibre. Ancora più rilevante è poi l’aerodispersione delle fibre per effetto dell’evaporazione per usi antropici. Come descritto dalla citata monografia IARC (capitolo 1.5, pagina 225) l’esposizione così detta primaria alle fibre di amianto è causata anche dall’ingestione nell’organismo umano delle stesse. Prove di questa circostanza sono state acquisite dai numerosi test e studi biologici sui ratti, che vivevano in contesti, come le tubature di amianto, che favorivano loro la diretta ingestione del cancerogeno in questione. Nello specifico su un test di 75 cavie che avevano ingerito l’amianto, 18 di esse si sono ammalate di tumori amianto correlati che ne hanno provocato la morte nel giro di pochi mesi. Seguendo la via degli studi scientifici dello IARC è possibile riscontrare e giungere ala conclusione che “sussistono prove altamente sufficienti circa la cancerogenicità di tutte le tipologie di amianto per l’uomo. L’amianto oltre che a rappresentare la causa di neoplasie come il mesotelioma, rappresenta anche la causa dell’insorgenza di altre tipologie di tumori come il cancro del polmone, della laringe e dell’ovaie. L’alta cancerogenicità dell’asbesto è in grado di sviluppare nell’organismo umano neoplasie in grado di colpire altri organi vitali come la faringe, lo stomaco, il colon-retto. Bonanni ha ribadito la necessità di destinare le risorse del recovery fund all'ammodernamento degli acquedotti, che per altro sono vetusti e perdono almeno il 50% dell'acqua potabile. Destinando gli investimenti alla modernizzazione degli acquedotti, si potrà ottenere intanto una migliore efficienza della rete idrica, e allo stesso tempo, la migliore qualità delle acque potabili. Il concetto stesso di architettura è rivalutato in chiave green dall'architetto ambientalista Grazia Canuto, esperta in problematiche ambientali. La Canuto ha messo in evidenza che le fibre di amianto sono facilmente trasportabili nell'acqua potabile, e sono la causa di molte neoplasie ed in ogni caso di danni rilevanti. Presente in trasmissione ONA TV anche il Dott. Aldo Tracchegiani, medico esperto e titolare di diversi ambulatori, già consigliere regionale ed ora Segretario Regionale di "Umbria Cambiamo”, nonché componente del Comitato Tecnico Scientifico ONA, che ha ribadito il ruolo centrale dell'associazione nella lotta contro l'amianto. La situazione diventa particolarmente delicata in zone sismiche, dove la presenza di acquedotti in cemento amianto viene messa a dura prova dai vari terremoti. Questa particolare situazione è rilevante sia per il rischio di contaminazione dell'acqua potabile, sia per l'aerodispersione nelle diverse città colpite dai continui terremoti. Per questi motivi Tracchegiani, sulla base di un impegno portato avanti fin dal 2008, in ONA - Osservatorio Nazionale Amianto APS - ribadisce la necessità di rafforzare le attività associative partendo dallo sviluppo della mappatura attraverso la nuova APP ONA sul territorio.

I numeri dell’emergenza amianto in Italia

Ci sono in Italia 1.000.000 di siti e micrositi in amianto, con 40.000.000 di tonnellate di amianto friabile e compatto, per cui le esposizioni proseguono, e il tetto massimo non è stato ancora raggiunto, tanto è vero che nel 2020 ONA ha ricevuto la segnalazione di circa 2.000 nuovi casi di mesotelioma e una aumentata incidenza di altre malattie asbesto correlate, comprese quelle dovute all'inquinamento dell’amianto nelle acque. Quello dell’inquinamento idrico è un problema che non può essere estraneo all’agenda politica, e ce lo conferma proprio il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Purtroppo, nel 2020, abbiamo dovuto registrare un aumento del numero dei decessi dovuto anche alla pandemia e al più alto grado di mortalità dei pazienti esposti ad amianto, e la quasi totale letalità per coloro che avevano già ricevuto la diagnosi di malattia asbesto correlata. Quindi il picco è atteso per il 2028/2030. La nostra rete idrica rivela presenza di amianto per ben 300.000 km di tubature (stima ONA), inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenenti amianto rispetto ai 500.000 totali (tenendo conto che la maggior parte sono stati realizzati prima del 1992, quando l’amianto veniva utilizzato in tutte le attività edili e costruttive). Quindi occorre innanzitutto un adeguamento della legislazione, a partire da quella comunitaria. Infatti la direttiva 98/83/CE, avente ad oggetto la qualità delle acque per il consumo umano, sorvola sul rischio amianto. Così che, il D.L.vo 31/2001 (Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano), non ne ha tenuto conto. Questo quanto afferma Bonanni, nella qualità di Componente della Commissione Amianto, istituita dal Ministero dell’Ambiente, dove ha posto in rilievo la necessità di un adeguamento normativo, che è a questo punto indispensabile.

La valutazione del rischio amianto nelle acque potabili nella legislazione USA.

Negli Stati Uniti, oltre agli interventi del neo Presidente, vi era stata già la presa d’atto della necessità di tutelare la salubrità delle acque, con riferimento al rischio amianto. Infatti il Safe Drinking Water Committee della National Academy of Sciences degli U.S.A., aveva già affermato, prima della revisione della monografia IARC, il rischio dell’amianto nelle acque potabili.

Perché le acque si contaminano se gli acquedotti sono in amianto?

Come abbiamo già evidenziato, fino all’entrata in vigore dell’art. 1 della L. 257/92, tutte le strutture, comprese quelle edili, erano in amianto e cemento amianto. Tutti gli acquedotti, realizzati prima del 28.04.1993 sono in amianto, ovvero in materiali che lo contengono. Terremoti, sciame sismico, attività di manutenzione, acidità delle acque, comportano la perdita del potere aggrappante del cemento, e quindi l’inquinamento delle acque con le fibre. Queste ultime ingerite, ovvero anche inalate perché poi l’acqua per fini antropici evapora e/o permette l’aerodispersione, sono dannose per la salute umana. Provocano infiammazione e cancro.

L’elevato numero di cancri gastrointestinali campanello d’allarme

L’ONA ha registrato un aumentato numero di tumori gastrointestinali, compreso il colangiocarcinoma del fegato. Quindi non ci sono soltanto i tumori delle vie aeree, ma anche tutta una serie di malattie asbesto correlateSi rende quindi necessario, con urgenza, affrontare e risolvere il problema amianto nelle tubature dell’acqua degli acquedotti. Tanto più perché sono a disposizione le risorse del recovery fund. Questa è un’occasione che non si può tralasciare. Il denaro che per la gran parte abbiamo preso in prestito dall’Europa, e che dovremo restituire, non deve essere sperperato a pioggia, e in assistenzialismo, bensì investito per l’ammodernamento delle strutture, compresi gli acquedotti, e per lo sviluppo tecnico e infrastrutturale del nostro sistema. Questa è la sfida che ci attende in questo particolare momento, fermo restando che naturalmente tutti hanno diritto alla tutela legale. L’ONA fornisce il servizio di assistenza medico legale, e la tutela legale delle vittime, anche con la consulenza legale gratuita.

 

Ezio Bonanni

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di SavonaNews.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium