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Attualità | 24 febbraio 2021, 07:30

Ex hotel Pescetto a Celle, il comune perde il ricorso al Tar contro la Provincia

Si era costituito in giudizio contro il provvedimento di Palazzo Nervi di annullamento del permesso di costruire per la demolizione e ricostruzione dell'ex albergo

Ex hotel Pescetto a Celle, il comune perde il ricorso al Tar contro la Provincia

Il comune di Celle ha perso il ricorso al Tar, così come la ditta che effettuava i lavori, nel quale si erano costituiti in giudizio contro il provvedimento della Provincia di Savona di annullamento del permesso di costruire per la demolizione e ricostruzione dell'ex albergo Pescetto.

La notizia è giunta nella giornata di ieri dopo l'udienza che si era svolta lo scorso 3 febbraio al Tribunale amministrativo regionale di Genova. 

Il comune puntava a far ripartire i lavori, contestando così la decisione di Palazzo Nervi dello scorso 12 maggio (inviata via Pec al comune 9 giorni dopo, il 21 maggio).

Dall'ufficio provinciale dopo l'istruttoria erano state rilevate irregolarità sul cambio di destinazione d'uso dell'immobile da turistico a residenziale in assenza dell'esperimento delle procedure di svincolo, un'errata determinazione volumetrica dell'immobile nello stato di progetto e un aumento del numero di abitanti insediabili.

Inoltre, sempre secondo la Provincia, l'intervento sull'immobile sarebbe stato in contrasto con la normativa del Piano di Bacino in merito al rischio idrogeologico, oltre a non essere stati rispettati i limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o ai parcheggi.

Sembrerebbe quindi dagli atti, che la procedura avviata dal comune in merito alla proposta di svincolo alberghiero dell'albergo non si sarebbe conclusa e la stessa struttura, a tutt'oggi riconosciuta come “struttura dismessa”, sarebbe assoggettata a vincolo alberghiero. Per quanto riguarda le volumetrie invece, dall'esame degli elaborati progettuali approvati, emerge che nella zona di intervento il piano di bacino non avrebbe ammesso incrementi volumetrici. L'intervento edilizio approvato sarebbe stato quindi in contrasto con le disposizioni, in quanto non è presente l'assunzione dei provvedimenti di svincolo alberghiero e l'intervento di demolizione e ricostruzione con ampliamento volumetrico non sarebbe stato conforme e non adeguato anche alla normativa urbanistica comunale.

Per l'immobile, verificate nello stato di progetto le superfici e gli spazi, viene prevista una capienza massima di 102 abitanti, con un incremento insediativo di 38 unità (invece l'edificio nella relazione tecnica del progetto prima dell'intervento aveva una presenza totale di abitanti teorici che arrivava a 66 totali, 64 con i dati del piano turistico). I limiti di densità fondiaria invece sarebbero superiori a 5 mc/mq, rispetto al limite dettato dal Decreto Ministeriale.

L'albergo in origine aveva un'altezza calcolata dal punto più basso del piano di spiccato pari a 20.12 metri, altezza massima ammessa per il nuovo intervento che, dalle verifiche effettuate è risultato essere di 4.28 metro più alto di quanto ammissibile. Il comune non era d'accordo e tramite la relazione tecnica della geometra comunale Sonia Mitra, Responsabile del Servizio Pianificazione Urbanistica e Territoriale e il legale di fiducia, aveva specificato alcuni aspetti tecnici riguardanti i lavori sull'ex hotel di via Poggi contestando le contestazioni della Provincia.

Dal punto di vista tecnico, come spiegato nella relazione, il volume geometrico del progetto ricalcolato è addirittura inferiore a quello dichiarato dai progettisti tanto che era affermato "non risulta (...) un aumento volumetrico", nel decreto di annullamento il "ricalcolo" porta ad un aumento del volume incomprensibile. Viene inoltre ricalcolato il carico insediativo (38 unità in più, mentre nella relazione dell'8 febbraio 2019 è affermato "calcolo abitanti teorici in progetto 55 (inferiori ai 66 determinati nello stato ante-lavori)" - Nel primo atto il contrasto con il Piano di Bacino era astrattamente subordinato alla scelta su quale fosse il metodo corretto per calcolare il volume, ma era comunque rinviato alla competenza della Regione.

Luciano Parodi

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