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Attualità | 15 giugno 2021, 17:39

Crisi industriali savonesi, Cgil incontra i capigruppo regionali: "La politica regionale tenga alta l'attenzione del Governo sui 3mila lavoratori coinvolti"

L'obbiettivo: uno sprone ai ministri Giorgetti e Giovannini per aprire i tavoli sulle sei aziende savonesi

Crisi industriali savonesi, Cgil incontra i capigruppo regionali: "La politica regionale tenga alta l'attenzione del Governo sui 3mila lavoratori coinvolti"

Un pomeriggio di confronto per mantenere alta l'attenzione sulle crisi industriali savonesi impegnando il governo regionale a farsi portavoce nei palazzi romani delle necessità del territorio.

Questo il sunto dell'incontro avvenuto presso la sede del Consiglio Regionale a Genova tra la Cgil Savona (con le categorie Fiom, Filt e Fitcem e i delegati sindacali) e i capigruppo dell'assemblea regionale richiesto dal sindacato provinciale per fare ancora una volta emergere le difficoltà in cui versano oltre 3 mila lavoratrici e lavoratori interessati dalle "tante, troppe crisi industriali che da tantissimo tempo sono interessate da tavoli ministeriali ma che non vengono prese in considerazione ormai da oltre 5 mesi, causando un peggioramento di ogni singola vertenza".

A fare il punto a margine dell'incontro è stato il segretario Andrea Pasa che, insieme ai colleghi sindacalisti, ha parlato con gli esponenti politici regionali di Piaggio Aerospace, LaerH, Bombardier, Sanac , Funivie e Italiana Coke, "tutte vertenze che interessano filiere strategiche per il Paese, dall’aerospazio al ferroviario, dall’acciaio alle infrastrutture, ma soprattutto situazioni che devono essere risolte dal Governo e dai Ministeri che sono coinvolti, Mise e Mit in primo luogo" ha sottolineato il segretario ribandendo come le stesse, per la loro importanza, meritino "una pianificazione complessiva, strategica, che abbia una visione del futuro da parte della Politica Nazionale ma anche Regionale".

Nell'incontro odierno la richiesta, portata anche all'assessore allo Sviluppo Economico Andrea Benveduti, è stata quindi quella di sollecitare i ministri Giorgetti e Giovannini "con l’obbiettivo di poter riprendere le trattative per ogni singola vertenza dopo mesi di silenzio".

"Auspichiamo che gli impegni assunti questo pomeriggio da tutti i presenti, indipendentemente dalle appartenenze politiche, trovino risposte concrete e soprattutto rapide - continua Pasa - In questi mesi abbiamo registrato più volte impegni da parte della politica regionale, anche direttamente dagli assessori, con dichiarazioni mezzo stampa o social, di imminenti incontri col Ministro Giorgetti (Mise) che non hanno avuto nessun ritorno concreto e veritiero".

Ma non solo: "Da quando si sono insediati i due Ministri non hanno mai risposto alle richieste arrivate dal nostro territorio, dimostrando scarso interesse ma soprattutto incapacità di costruire proposte per dare un futuro ai lavoratori e a un pezzo di industria fondamentale per il nostro territorio ma più in generale per il nostro Paese".

"Lo Stato - ribadisce con forza il segretario savonese del sindacato - deve tornare ad occuparsi in maniera diretta e con nuovi strumenti regolatori del mercato ed è quindi necessaria una fase di rinnovato protagonismo. Il sistema pubblico dovrà essere, nelle funzioni strategiche del Paese, il perno attorno a cui si rafforza il posizionamento competitivo. Le nuove politiche industriali e di sviluppo dovranno ripartire dai bisogni sociali, dai cambiamenti climatici e riconversione ecologica e dalla digitalizzazione, attraverso un ruolo centrale e la relativa valorizzazione della ricerca".

Secondo Pasa, al giorno d'oggi la maggiore necessità dell'Italia è quindi quella di "un nuovo strumento pubblico di governo delle politiche di sviluppo industriale, dove le scelte strategiche della politica possano trovare un luogo operativo di governo, implementazione e coordinamento e tradursi in un vero e proprio programma nazionale di sviluppo".

"Il sindacato, come più volte manifestato - sottolinea Pasa - ha proposte concrete e progetti che possono finalmente  dare un futuro e una prospettiva alle tante crisi industriali del territorio. Per questo serve riavvolgere il filo e ritornare a parlare di lavoro, convocando i sindacati, i lavoratori, le istituzioni locali e le associazioni datoriali per costruire tutti insieme un nuovo modello di sviluppo che parta proprio dall’importanza dei territori e di chi lavora".

Redazione

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