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Economia | 23 dicembre 2021, 18:03

Transazione "Cosso" a Giustenice, l'ex sindaco Rozzi: "Ottima notizia, spiace che si sia trascinata: i margini per la soluzione c'erano già anni fa"

"Il miglior regalo di Natale che si poteva fare al paese, grazie a tutti coloro che lo hanno reso possibile, alcuni dei quali non più con noi"

Ivano Rozzi

Ivano Rozzi

Con l'accordo sottoscritto fra il Comune di Giustenice e la società ImmoBillion, che ha visto il punto d'incontro tra le parti rappresentate dagli studi legali rispettivamente Vallerga e Bormioli, l'annosa controversia che opponeva la famiglia dell'imprenditore Domenico Cosso e il piccolo ente della Val Maremola è arrivata al capolinea - secondo l'attuale sindaco Mauro Boetto - "con un passaggio storico per il paese". Le traversie giudiziarie affondano le radici nel 1992, quando l'allora sindaca annullò il piano di lottizzazione già approvato per il "Condominio degli Ulivi" (il palazzo rilevato dalla fallita "Rio Veggiu" di Farinazzo in frazione San Lorenzo); da lì la crisi economica della ditta Cosso e poi le richieste di risarcimento milionarie rivolte all'ente, che nel corso degli anni hanno rappresentato un sostanziale rischio di default.

"L’annuncio che la vicenda si sia conclusa, soprattutto per l’intera comunità è una buonissima notizia che, in qualche misura, dovrebbe sgombrare definitivamente il campo da un 'caso' che non soltanto ha declinato fasi anche delicate della vita amministrativa del Comune, ma risolve in parte, almeno spero, quel rebus di 'come andrà a finire?'". E' il commento dell'ex sindaco di Giustenice, Ivano Rozzi. 

"Pare sia finita come avrebbe dovuto finire già molti anni fa! Già allora quando i margini di accordo vi erano, ma non trovarono rispondenza, probabilmente, tra le aspettative delle parti. Ed è per questo che vorrei anche ringraziare il dottor Caroggio, curatore fallimentare della L.M.C., per molti anni nella vicenda quale controparte leale e attenta e grazie anche alla sua attività lo stato dell’immobile e larga parte del contesto è rimasto sempre agibile e in sicurezza - spiega Rozzi - Dicevo che i margini per un accordo con il Comune già cerano anni addietro, in quanto basta leggere gli atti per comprendere che le amministrazioni succedutesi avevano fatto il possibile per rendere esaudito il 'sogno' o il progetto di chi costruì l’affare poi divenuto 'il palazzo Cosso'. Ovviamente, come spesso accade, a volte ci si tuffa per diversi motivi in questioni che poi si rivelano abnormi, quando non addirittura, anni dopo, scomode". 

Prosegue Ivano Rozzi, al timone del Comune tra il 2009 e il 2014: "Ad esempio la richiesta che pervenne il giorno delle elezioni comunali del 9-10 giugno 2009, con la quale si chiedeva, da parte della Famiglia Cosso al Comune di Giustenice, un danno di oltre 8 milioni di euro (8.200.000 per esattezza) per presunti danni (cito) 'da lucro cessante, di immagine, alla vita di relazione, esistenziali...' che non cambiò l’esito di quelle elezioni, ma determinò successivamente al mio insediamento l’obbligo e anche la mia personale convinzione nel ritenere irricevibile tale richiesta. E così avvenne. Ricordo, solo a titolo mnemonico, ovviamente, che tale richiesta si andava ad aggiungere alle richieste già avanzate che poi sono quelle oggi citate e portate a definizione. Da quel 2009 in poi avvennero alcuni altri minori buoni risultati rispetto all’attuale, ad esempio Rio Veggio, che comunque hanno condizionato, insieme ai lunghi tempi della Giustizia Amministrativa e al mutare delle condizioni economiche/immobiliari del settore, anche in parte ad alcuni componenti dell’attuale maggioranza, quelle posizioni più filo-fallimento e la comprensione per le richieste della famiglia Cosso che mai hanno nascosto negli anni passati in opposizione alla mia amministrazione". 

"E qui colgo l’occasione anche per ringraziare i figli del signor Cosso Domenico, Cristina e Livio, riconoscendo loro non solo l’onestà di intenti in quanto figli, ma quella costanza al limite della caparbietà nel sostenere il bene del proprio padre - afferma Rozzi - Loro probabilmente non lo sanno o non lo ricordano, ma il mio di papà ed il loro sono stati amici per anni e hanno avuto anche rapporti di lavoro negli anni nel settore edilizio; anch’io come loro ricordo di tempi buoni e altri meno facili. Ma un conto è il ruolo, un altro è il sentire personale, quando poi questi si uniscono è comprensibile possano emergere istanze non suffragate da atti concreti ma da un senso di amore e rivendicazione. Oggi comunque il risultato pare appaghi tutti, anche se, temo, quelle differenze risuonano alquanto in quegli amministratori che hanno vissuto con ansia la vicenda, essendo comunque state poste a protocollo oltre che volantinate. Ma guardando alla sostanza della questione possiamo e dobbiamo andarne felici". 

"E’ forse il miglior regalo di Natale che si poteva fare al paese e di questo ne sono grato al sindaco e a tutti coloro che lo hanno reso possibile, alcuni dei quali non più con noi", conclude Rozzi. 

Redazione

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