Cresce la preoccupazione tra i pescatori per il caro carburante. L'aumento del gasolio sta contribuendo ad aggravare la crisi della pesca che già da diverso tempo deve fare i conti con diverse difficoltà.
“Il caro gasolio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso - racconta Lara Servetti, referente di legacoop Liguria per il comparto pesca - i pescatori fanno i conti con aumenti costanti. Da settembre 2021 il prezzo del carburante è aumentato del 70% nonostante in Liguria la pesca sia giornaliera e, quindi, con un consumo di carburante più basso”.
Servetti poi prosegue: “Non è solo il caro carburante a far preoccupare ma anche il rincaro delle materie energetiche che da luglio 2021 ha avuto un’impennata dei costi del 50% a cui si deve aggiungere l’aumento dei costi delle materie prime. Un esempio, i costi delle cassette di polistirolo”.
Un insieme di fattori che sta causando preoccupazioni e disagi con cui il comparto ittico fa i conti da diversi anni.
“Siamo preoccupati - continua Servetti - non tanto per il caro gasolio ma che questo sia l’ennesimo colpo a un settore che è già fortemente in ginocchio, soprattutto per il Mediterraneo. I disagi derivano anche da un quadro normativo della Comunità Europea dove le norme delle navi fattoria vengono applicate anche alle barche liguri che magari escono in mare con un capitano e i due figli come equipaggio e compiono 10 ore di pesca al massimo. Il piano ‘West Med’ rischia di portare all’annientamento della pesca nel giro dei prossimi anni”.
Per contrastare la crisi, i pescatori chiedono l’adozione di politiche che li coinvolgano maggiormente tramite le associazioni di categoria che, compatte con Regione Liguria, stanno lavorando in maniera compatta per avere piani gestionali regionali che tengano conto anche delle caratteristiche della regione.
Sulla questione del caro carburante, qualche giorno fa era intervenuto anche il presidente di Coldiretti Gianluca Boeri che aveva spiegato come la situazione fosse peggiorata subito dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina.
“Abbiamo visto un aumento di quasi 20 centesimi per benzina e gasolio - aveva raccontato a La Voce di Genova Boeri - Le flotte dei pescherecci sono scese in piazza perché, come denunciamo da giorni, non riescono a sostenere il costo di un pieno rispetto al guadagno dal pescato, siamo al punto di non ritorno e le aziende agricole ci sono quasi, i costi dei fertilizzanti continuano ad aumentare, in generale c’è stato un incremento del 200% dei costi rispetto a prima, e questo per l’aumento del gas e dei trasporti. Così le aziende non riescono a ottenere un margine già risicato, ma se questo margine scompare si produce sottocosto”.