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Attualità | 16 aprile 2024, 16:40

No alla violenza sulle donne, una giovane savonese vittima di una storia 'tossica': "Mi ha fatto sentire sbagliata" (FOTO)

Poi si è rivolta a Telefono Rosa e alla Questura: "Sono riuscita a riappropriarmi della mia vita". Inaugurata la "cassetta rossa" al Ferraris Pancaldo con il Questore che si è rivolto alle studentesse

No alla violenza sulle donne, una giovane savonese vittima di una storia 'tossica': "Mi ha fatto sentire sbagliata" (FOTO)

Una “cassetta rossa” dove le ragazze potranno segnalare, in totale anonimato, casi di violenza di genere e compresi cyberstalking, cyberbullismo, cybershaming e altre violenze correlate di cui sono vittime.

E' stata inaugurata questa mattina alla presenza del Questore Alessandra Simone al Ferraris-Pancaldo di Savona in uno spazio “rosa” dell'istituto dove è presente un murales dell'insegnante dell'istituto Roberto Giannotti per avere un angolo confortevole dove le ragazze possano sentirsi sicure e serene.

"Ad oggi ne abbiamo fatta tanta di strada, ma siamo in un mondo diverso realmente? Dobbiamo costruire un futuro con uomini sensibili e attenti che capiscono che il problema sono loro, c'è ancora un atteggiamento di prevaricazione che nasce dal fatto che siamo abituati che l'uomo deve comandare e la donna ubbidire. Dobbiamo essere noi a sconfiggere tutto ciò con il nostro atteggiamento - ha detto il Questore Simone rivolgendosi nella sala Borsellino ad una platea di studentesse - L'uomo viene lasciato e non se ne fa una ragione, deve essere padrone di questo rapporto. Nel momento in cui una persona non mi vuole più me ne devo fare una ragione. Chi ci ama ci deve lasciare libere".

"Tante volte le mamme hanno subito ciò che hanno subite le figlie, quindi devono venire in aiuto la scuola, le amiche, ognuno di voi quando capisce che l'altra ha un problema deve essere di aiuto, tramite i professori, le forze dell'ordine il telefono Rosa, tanto quel ragazzo non cambierà se non si incide efficacemente - prosegue citando il drammatico caso dell'uccisione di Giulia Cecchettin - Dobbiamo essere sempre presenti e collaborative, solidali le une con le altre, il senso di colpa delle persone che subiscono violenze e maltrattamenti è una cosa con la quale dobbiamo fare purtroppo i conti. Dobbiamo fare squadra, non lasciamo che chi è in difficoltà sia sola, c'è una rete di persone specualizzate che sanno getire questi problemi e vi verranno incontro".

Prima dell'intervento del Questore ha preso la parola una ragazza savonese che ha dovuto far fronte ad una relazione tossica fatta di gelosia e possessione e che grazie all'aiuto del Telefono Rosa e della Questura e riuscita ad uscirne e a riprendersi la sua vita.

"Non potevo andare a fare la spesa con mia mamma. Mi sentivo sbagliata. L'unico ambiente in cui ero giustificata ad andare era la scuola in cui ho trovato veramente un posto sicuro e mi sono trovata non più sola - ha raccontato la giovane - Una volta che ci siamo lasciati non è finita lì, mi scriveva continuamente, creava nuovi account, se uscivo trovava il modo di trovarmi. Andava a prendersela con persone con cui mi vedevo. È tutto ciò è durato più di un anno. Mi sentivo libera ma non ero sicura della mia incolumità. Mi ha visto in compagnia di un'altra persona e l'ha picchiata".

"Scelsi di aprire gli occhi e mi resi conto che da sola non ce la potevo fare. Allora nel luglio 2022 dopo l'esame maturità, mi sono rivolta al Telefono Rosa dove ho trovato persone in gamba che mi hanno fatto capire le violenze che ho subito, perché non esiste solo la violenza fisica ma tutte le sfacettature che sono presenti - prosegue - Non avevo molta fiducia nelle istituzioni invece io la ricordo come una esperienza positiva. Non ho sentito svalutato quello che è successo e loro mi hanno dato un aiuto. Sono riuscita a chiudere quella storia e riappropriarmi della mia vita Da molto giovane sono stata privata della mia persona, per quello ho scelto di raccontarvi la mia esperienza".

“Abbiamo deciso mettere la cassetta – ha spiegato il dirigente dell'istituto Alessandro Gozzi – dopo uno degli incontri con il Questore Simone con il quale abbiamo un'ottima collaborazione da tempo. L'idea è venuta alle ragazze al Questore, molto sensibile alle questione legate alla violenza di genere, durante uno degli incontri fatti a scuola e ci abbiamo ragionato insieme. Le ragazze potranno segnalare, in forma assolutamente anonima, casi di violenza di genere e le segnalazioni saranno poi inoltrate alla Questura”.

Luciano Parodi

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