Mario Carrara, consigliere comunale di minoranza a Pietra Ligure, torna sul futuro delle aree ex cantieri Rodriquez e lo fa proponendo soluzioni alternative a quelle ipotizzate dall'amministrazione comunale. "Questo progetto è l'unico possibile": lo dichiarava Luigi De Vincenzi. Ma è una dichiarazione strumentale per i suoi fini. Infatti, per l'area del cantiere navale sono ben possibili altri progetti e ben più validi, nell'interesse di Pietra Ligure: basta volerlo! La possibilità di attuare un progetto che non sia invasivo di cemento c'è ed è reale. Basta volerla e si può dimostrare".
Carrara pone come base di ogni discussione il progetto "Colaninno", approvato definitivamente nel 2015, sottolineando come sia ancora fermo. "Prima di addentrarci nell'esposizione di quelle che potrebbero essere soluzioni alternative, bisogna soffermarsi sull'esame del progetto approvato che, pur essendo bell'e pronto per essere attuato, dopo dieci anni è ancora lungi non solo dall’esserlo, ma anche dall'essere solo iniziato".
Carrara critica le opere principali previste dal piano, a partire dal porto. "Il progetto prevede la costruzione di un porto per imbarcazioni da diporto, proiettato in mare a 230 metri dalla linea della passeggiata, con una diga di protezione che sprofonda in mare per 7,40 metri di profondità e con l'imboccatura che si affaccia direttamente sulle spiagge antistanti il centro storico di Pietra Ligure".
Un altro elemento del piano è il cantiere navale. "Si prevede la costruzione di un mini-cantiere navale, prevalentemente destinato alla nautica da diporto, nel riempimento a mare verso ponente e prospiciente l'attracco delle imbarcazioni".
Carrara sottolinea l’impatto economico di queste infrastrutture e le conseguenze sulle volumetrie edilizie. "Queste due strutture pubbliche, nell'economia generale del progetto, incidono e pesano molto in termini finanziari, avendo un costo che nel 2010 si aggirava intorno ai 33 milioni di euro. Per questo motivo, il Comune riconobbe e consentì una edificazione diffusa e più massiccia, pressoché in tutta l'area, rispetto a soluzioni preliminari più contenute e meno invasive di edilizia presentate negli anni precedenti. Questi nuovi insediamenti prevedevano circa 200 nuove unità abitative ricavate dalla costruzione di diversi palazzi realizzati ex novo e dal recupero come edilizia abitativa di tutto il grande palazzo del vecchio cantiere, già adibito a uffici della direzione e officine".
Un altro punto del progetto riguarda la costruzione di un albergo e la cessione di un edificio al Comune. "Nella parte più a levante della proprietà è prevista un'imponente costruzione ex novo di un albergo. Inoltre, il vecchio palazzo del cantiere, dov'era la mensa aziendale e ora sede della polizia locale, è previsto in cessione al Comune".
Carrara critica il fatto che, nonostante l’approvazione del piano, nulla sia stato realizzato. "Con tutti questi punti, il progetto Colaninno, pur approvato definitivamente e, quindi, pronto per la sua realizzazione, non è mai partito. E lo stesso Colaninno, probabilmente rendendosi conto che l'operazione non reggeva, ha venduto tutto. Probabilmente secondo il classico slogan commercial-immobiliare: 'vendesi terreno con progetto approvato'. Ma anche i nuovi compratori, pur essendo proprietari da anni, finora non hanno ancora piantato un chiodo e quel progetto lo stanno lasciando decadere".
Carrara accusa i nuovi proprietari di cercare ulteriori volumetrie per compensare i costi elevati. "In questi anni hanno indetto master plan e concorsi di idee progettuali che hanno partorito soluzioni anche fantasiose, ma tutti caratterizzati dal massimo comune denominatore di insediamenti molto più invasivi e massicci di edilizia privata, cioè di palazzi e appartamenti. Probabilmente perché, con tutti i carichi e gli oneri in termini di nuove opere pubbliche e, se vogliamo, del nuovo imponente albergo, l'operazione non può essere sostenibile, a meno che non si voglia fare della filantropia o della beneficenza".
Carrara contesta la necessità del porto e del cantiere navale. "Serve davvero un porto a Pietra Ligure, quando a 1400 metri in linea d'aria ce n'è già uno? Un porto che sbocca direttamente sulle spiagge del centro storico? Un porto posto a ponente anziché a levante del centro abitato, cosa che potrebbe avere impatti devastanti sugli arenili dopo forti mareggiate? Un porto che cancella la possibilità di fare nuove spiagge nei 600 metri di fronte mare del cantiere? La risposta è no. E serve un cantiere navale considerato che i dipendenti di quello vecchio non ci sono più? Serve un cantierino più che altro di rimessaggio se non serve il porto, al cui servizio dovrebbe essere prevalentemente adibito? Anche qui, la risposta è no".
L’albergo, per Carrara, rappresenta un ulteriore onere non giustificato. "Serve, nell'economia generale del progetto, costruire un nuovo imponente palazzo da adibire ad albergo? Forse per l'economia generale del paese, la risposta è sì, ma esso grava, di nuovo, in modo rilevante come onere per chi deve costruirlo ed attrezzarlo, con spese di gestione successive imponenti. Quindi, un altro onere che non dovrebbe essere imposto a chi costruisce, ma solo lasciato alla sua facoltà di realizzarlo o meno".
Carrara critica anche la cessione al Comune del vecchio palazzo del cantiere. "E cosa se ne fa il Comune del vecchio palazzo del cantiere, ora sede dei vigili? Ci mette un museo? E di che? E per ristrutturarlo per farci un qualcosa che non si sa ancora cosa sia, quanto si dovrebbe spendere? Non si potrebbe lasciare alla proprietà per trasformarlo in edilizia privata?".
Carrara sostiene che soluzioni alternative esistano. "Si può realizzare un bel progetto con molta meno nuova edilizia di nuovi condomini, sfruttando le volumetrie dei vecchi palazzi che ci sono già, e cancellando i pesanti costi di realizzazione di quelle opere che rendono il progetto insostenibile finanziariamente".
Infine, Carrara contesta l'approccio dell’amministrazione De Vincenzi. "Il progetto presentato il 18 aprile 2024 al cinema teatro comunale, su iniziativa del sindaco e della sua maggioranza, è sempre sulla linea che finora ne ha impedito la realizzazione: una linea finanziariamente insostenibile. Tuttavia, esistono soluzioni alternative valide, che possono contemperare le esigenze dell'impresa costruttrice con quelle di avere più verde e servizi per la collettività. Non è vero che questo progetto è l'unico possibile. Ce ne possono essere altri e nell'interesse di Pietra Ligure. Basta volerlo!".


















