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Politica | 12 giugno 2025, 20:18

Termovalorizzatore in Val Bormida, Scarone (M5S): “No grazie”

“La Val Bormida ha già pagato un prezzo ambientale altissimo, con decenni di inquinamento industriale e ancora oggi numerose criticità irrisolte”

Termovalorizzatore in Val Bormida, Scarone (M5S): “No grazie”

Il MoVimento 5 Stelle ribadisce con fermezza la sua contrarietà all’ipotesi di realizzazione di un termovalorizzatore in Val Bormida, anche alla luce delle recenti dichiarazioni riportate dalla Stampa. “Apprezziamo la prudenza con cui i sindaci del territorio hanno affrontato il tema, ma riteniamo che il dibattito non possa essere incentrato solo su compensazioni, occupazione o sull’eventuale “sostituzione” di fonti inquinanti”.

Ad affermarlo è Stefania Scarone, Coordinatrice Provinciale M5S.

“La Val Bormida ha già pagato un prezzo ambientale altissimo – dice -, con decenni di inquinamento industriale e ancora oggi numerose criticità irrisolte, basti pensare all’ex Acna di Cengio. È impensabile che un territorio così fragile possa essere nuovamente sacrificato per un impianto da 300.000 tonnellate/anno, alimentato anche da rifiuti speciali, sanitari e fanghi di depurazione”.

“Parlare di “impianti di ultima generazione” non basta: oggi – spiega - l’Europa spinge verso la riduzione dei rifiuti, la massimizzazione del riciclo, il riuso e l’economia circolare, non verso nuovi inceneritori. Investire oltre 500 milioni di euro in un progetto che contraddice le linee guida comunitarie è anacronistico e rischia di bloccare per altri 30 anni ogni alternativa sostenibile”.

“Il MoVimento 5 Stelle chiede che il tavolo tecnico avviato non sia una passerella tecnica o politica – prosegue -, ma un luogo di reale trasparenza, dove siano coinvolti i cittadini, i comitati e tutte le amministrazioni, comprese quelle dei Comuni limitrofi”.

“Invitiamo dunque i sindaci a compiere una scelta chiara e coraggiosa: escludere definitivamente l’opzione termovalorizzatore, aprendo invece una discussione pubblica sulla bonifica dei siti inquinati, sulla creazione di comunità energetiche, su un modello di sviluppo alternativo e realmente sostenibile per la Val Bormida. Noi continueremo a batterci, dentro e fuori le istituzioni, per tutelare il diritto alla salute e a un ambiente sano. La Val Bormida – conclude - non si svende, si riscatta”.

Redazione

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