L’estate è arrivata! Precisamente le 4.42 (ora italiana) del 21 giugno è il momento del solstizio, un momento astronomicamente preciso che indica l’inizio dell’estate.
Cos’è il solstizio d’estate
Il termine “solstizio” deriva dal latino “solstitium”, termine formato da “sol” (sole) e dal verbo “sistere” (fermarsi). Una parola che in astronomia indica il momento dell’anno in cui il sole raggiunge la sua massima altezza rispetto all’equatore. È questo il motivo per cui nel 2025 il 21 giugno è il giorno più lungo dell’anno. Da questo momento in poi, le giornate inizieranno ad accorciarsi gradualmente, fino al solstizio d’inverno che sarà il 21 dicembre (giorno più corto dell’anno). Il solstizio d’estate, ogni anno, cade tra il 20 ed il 21 giugno. Il giorno e l’ora variano leggermente in base dall’inclinazione della Terra rispetto al piano dell’orbita durante il suo moto di rivoluzione.
Curiosità e leggende sul solstizio d’estate
Questo fenomeno affascinante è stato spesso legato a riti magici e pagani, a tradizioni antiche e leggende. Nell’antichità, durante il solstizio d’estate si ringraziava Madre Terra e i festeggiamenti erano spesso accompagnati da fuochi purificatori per scacciare le tenebre, celebrando il bene. Solitamente si bruciavano vecchie erbe e si ballava attorno al fuoco.
San Giovanni Battista
Il solstizio poi ha in Italia una sua coda ufficiale con la festa cristiana di san Giovanni Battista, il 24 giugno. Coincidenza non casuale con i giorni del solstizio quando, parlando di Gesù, il Santo disse: «Lui deve crescere; io invece diminuire», come a dire: «Io sono il sole che muore; costui è il sole che nasce». Ma a Giovanni è legata la leggenda di Erodiade che, lasciato il marito Erode Filippo I, visse un rapporto incestuoso con il fratello di lui, Erode Antipa. E fu Erodiade, invaghita del Santo (secondo la leggenda), la responsabile della decapitazione del Battista. Nel vedere la testa rotolare a terra, la donna cercò di baciare l’uomo, ma dalla bocca del martire uscì un violento turbine di vento che travolse la principessa e la figlia, trasformandole in streghe. Da allora, la notte del solstizio d’estate Erodiade e le altre streghe sono costrette a volare fino all’alba senza mai toccare la terra, lasciando pura la natura dal malvagio. Ecco perché l’acqua nella notte di san Giovanni è benedetta, così come sono benedette molte erbe che, in questa notte, si raccolgono.
Acqua di san Giovanni
«La guazza (rugiada) di Santo Gioanno fa guarì da ogni malanno». Recita così un antico proverbio, passato di generazione in generazione. Tra mito e tradizione l’acqua di san Giovanni è una delle usanze legate alla notte tra il 23 e il 24 giugno che ancora oggi è largamente diffusa. In questo giorno venivano celebrati molti riti propiziatori e purificatori, la magia è direttamente legata al solstizio d’estate, perché come anche William Shakespeare ci racconta, la “Notte di mezza estate” è quella in cui tutto può succedere. La preparazione dell’acqua di san Giovanni inizia al momento del tramonto del 23 giugno e gli ingredienti che si possono usare sono diversi e differiscono a seconda dei gusti e di ciò che si trova in natura, ma sono predilette le erbe aromatiche. Tra le tipologie di piante più usate compaiono: iperico (detto anche erba di san Giovanni), lavanda, artemisia, malva, fiori e foglie di menta, rosmarino e salvia, ma anche fiordalisi, camomilla, papaveri e perché no le rose. I fiori e i rametti raccolti vanno immersi dopo il tramonto in un recipiente con dell’acqua. Questi dovranno macerare tutta la notte all’esterno della casa, è importante, per il rito, che l’acqua e i fiori stiano all’esterno così da poter assorbire la rugiada. Secondo una delle molte leggende la rugiada di questa notte speciale avrebbe delle capacità curative. La mattina del 24 giugno l’acqua sarà usata per lavare mani e viso: rituale propiziatorio e purificatore che porta amore, fortuna e salute.
Il mistero di Stonehenge
Uno dei posti migliori per dire addio alla primavera e dare il benvenuto alla stagione estiva, è Stonehenge, nel Regno Unito. Ogni anno per il solstizio d’inverno e per quello d’estate centinaia di persone si ritrovano a circa 13 chilometri a nord ovest di Salisbury, circa 130 chilometri da Londra dove sono situati i monoliti più famosi al mondo, alti oltre 7 metri.
Questo complesso neolitico, e mitico, la cui funzione è ancora avvolta nel mistero, conserva intatto il suo fascino. Alcune delle pietre infatti, le bluestones, provengono dal Galles sud-occidentale, e non si sa bene come abbiano fatto anticamente (si parla di 5mila anni fa, costruito nello stesso periodo della Sfinge e della Grande Piramide di Giza in Egitto) a trasportarle per 240 chilometri di distanza.
Stonehenge è definito un cromlech, ossia un complesso costituito da menhir e triliti disposti in circolo. È stato menzionato per la prima volta dallo scrittore Diodoro Siculo nel I secolo a.C. ed è ritenuto opera dei druidi, anche se leggenda vuole che sia stato Re Artù a ordinare ai giganti di portare il complesso litico nel luogo attuale.
Oggetto di perenne discussione è la sua funzione. Per l’English Heritage, l’ente che gestisce centinaia di siti del patrimonio culturale inglese, l’interpretazione più accettata rispetto a quelle proposte (luogo di incoronazione per i re danesi, tempio druido, luogo di culto per la guarigione) è che Stonehenge sia quello che sembra e cioè “un tempio preistorico allineato con i movimenti del sole”.
Durante il solstizio la luce attraversa esattamente la porta principale dell’imponente struttura.
Le pietre combaciano perfettamente con il sole sia durante il solstizio d’estate che quello d’inverno. Nel solstizio d’estate, il sole sorge dietro la Heel Stone, nella parte nord-orientale dell’orizzonte, e i suoi primi raggi illuminano il cuore del cerchio di pietre.
Ma l’unicità di Stonehenge è la sua quasi completa conservazione che ne hanno fatto uno spettacolo entrato a far parte del patrimonio dell’UNESCO.
Luna Nuova e pioggia di stelle
Dopo la Luna Piena, arriva la fase opposta: la Luna Nuova. Il 25 giugno, infatti, il nostro satellite si troverà tra la Terra e il Sole e la sua faccia illuminata è rivolta verso il Sole, lasciando il cielo notturno privo della sua luce riflessa. Questa notte è ideale per osservare stelle e pianeti meno luminosi, perché l’assenza della luce lunare rende il cielo più scuro e perfetto per chi vuole immergersi nell’osservazione celeste. La notte del 22-23 giugno invece si accenderà con la pioggia di stelle delle Bootidi, che nascono dai detriti lasciati dalla cometa 7P/Pons-Winnecke. Questo sciame meteorico, meno famoso delle Perseidi, è comunque capace di regalare uno spettacolo discreto, ma affascinante, con meteore che attraversano il cielo in rapidi lampi di luce. Per osservarle al meglio è consigliabile allontanarsi dalle luci cittadine. Stando con il naso all’insù, sarà ancora possibile assistere a congiunzioni planetarie che offriranno occasioni perfette per ammirare e fotografare il cielo notturno. Insomma, il grande viaggio estivo tra le stelle, è appena iniziato.














