Il 26 dicembre il calendario cristiano ricorda Santo Stefano, figura centrale delle origini della Chiesa e primo martire del cristianesimo. La ricorrenza cade all’indomani del Natale e, pur non essendo una festa di precetto, è riconosciuta come giornata festiva civile in numerosi Paesi europei, Italia compresa.
Secondo gli Atti degli Apostoli, Santo Stefano, ebreo di nascita e uno dei primi diaconi eletti a Gerusalemme, fu accusato di blasfemia e condannato dal sinedrio alla lapidazione. L’episodio si colloca attorno all’anno 36, in una fase di instabilità del potere romano in Palestina, dopo la rimozione di Ponzio Pilato e con l’autorità temporaneamente concentrata nelle mani del sinedrio. Stefano non rinnegò la propria fede e, proprio per questa testimonianza, divenne il primo martire — il “protomartire” — del cristianesimo.
Il suo culto si diffuse rapidamente e trovò un impulso decisivo nel 415, quando un sacerdote di nome Luciano annunciò il ritrovamento delle sue reliquie a Gerusalemme. Da allora la venerazione di Stefano si consolidò in tutto il mondo cristiano. La Chiesa ne ricorda la memoria in due date: il 3 agosto, legato tradizionalmente alla scoperta del corpo, e il 26 dicembre, scelto per la sua stretta connessione simbolica con il Natale.
La collocazione della festa subito dopo il 25 dicembre risponde a una precisa scelta della Chiesa delle origini: celebrare, nei giorni immediatamente successivi alla nascita di Gesù, le figure che gli furono più vicine. In questa sequenza liturgica rientrano anche san Giovanni Evangelista (27 dicembre) e i Santi Innocenti (28 dicembre). Secondo un’altra tradizione, il 26 dicembre richiamerebbe anche la data della traslazione solenne delle reliquie di Stefano nella chiesa di Hagia Sion, avvenuta proprio nel 415.
Dal punto di vista religioso, la giornata mantiene un carattere solenne — il colore liturgico della messa è il rosso, in memoria del sangue dei martiri — ma non comporta l’obbligo di partecipazione alla funzione. Diverso è il profilo civile: in Italia il 26 dicembre è festa nazionale dal 1947, quando il legislatore decise di rendere festivi i giorni immediatamente successivi al Natale e alla Pasqua (il Lunedì dell’Angelo), con l’obiettivo di garantire un prolungamento delle pause festive.
Una tradizione parallela si è sviluppata nei Paesi di cultura anglosassone, dove il 26 dicembre è noto come Boxing Day. Il nome richiama l’antica usanza di distribuire “scatole” di doni ai poveri; oggi la ricorrenza è soprattutto associata all’avvio dei saldi invernali e a un’intensa attività commerciale. Nel Regno Unito e in altre ex colonie britanniche, se il 26 cade nel fine settimana, la festività viene spostata ai giorni successivi.
Tra dimensione religiosa, calendario civile e tradizioni popolari, Santo Stefano resta così una ricorrenza-ponte: radicata nella storia del cristianesimo, ma anche profondamente intrecciata al modo in cui le società moderne vivono e prolungano il tempo del Natale.














