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Attualità | 22 ottobre 2011, 15:22

La piattaforma di Babele

E' di oltre 600 la stima delle persone che sono intervenute al dibattito pubblico sullo stato dell'arte del progetto Maersk che si è tenuto presso i locali della bocciofila vadese

La piattaforma di Babele

Arrivo a questo incontro organizzato presso la bocciofila vadese un po' prima per poter trovare un posto che mi permetta di avere una buona visione su tutta la sala.

I giornalisti presenti in sala girano come trottole per riuscire ad avere qualche intervista e chi entra può ancora scegliere se sedersi in un posto vicino ai “loro” o lontano a seconda del timore di avere nocumento dalla presenza in sala di clienti del proprio esercizio commerciale.

L'atmosfera che si percepisce è quella delle grandi occasioni: capannelli di tre-quattro persone, strette di mano e abbracci; servizio d'ordine, almeno una decina tra polizia, carabinieri e polizia municipale, imponente per l'importanza del tema trattato e per quanto in questi anni ha scaldato il confronto politico a Vado e non solo; tavolata dei relatori che conta 14 posti a sedere compreso i posti per la stampa cartacea locale; schermo luminoso per la proiezione delle slide, microfono e due telecamere.

Sono passate da poco le 20.45, l'orario d'inizio, dal pubblico qualcuno comincia a rumoreggiare per il ritardo.

Tutti seduti. Finalmente si inizia. La sala è gremita in ogni ordine di posti, il parterre che conta 160 sedie, quelli in alto nel “loggione”, quelli seduti nei posti del “pubblico” della bocciofila e un buon numero di persone i piedi tutto attorno alla sala. Due le cose che si notano subito: pochi, troppo pochi, i giovani intervenuti e una netta dicotomia tra quelli vestiti bene e i semplici cittadini. L'ing. Canavese unico tra i relatori in tenuta casual, forse sapeva che per lui stasera ci sarebbe stato da “lavorare”.

Nelle prime file schierati fianco a fianco PD e PdL vadese e savonese, segno di quanto in certi ambienti si tenga alla realizzazione dell'opera.

In ordine schierati ai vari tavoli dei relatori:

Il Secolo XIX, don Lodrini, Pasquale (Camera di Commercio), Berta (Unione Industriali), Marson (Provincia di Savona);

Canavese (Autorità Portuale), Bovero (moderatore e consigliere comunale di Vado), Ing. Merli (APM Terminal – Maersk);

Caviglia (Sindaco di Vado Ligure), le tre organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, Conf Commercio, Cna, La Stampa e la rappresentante delle associazioni di categoria.

Bovero prende la parola spiega come sarà organizzato il tempo durante la serata, presenta le autorità e ringrazia gli intervenuti. Quando saluta il Sindaco di Vado scoppia uno dei primi applausi-ovazioni della serata.

Il primo a parlare è l'ing. Merli, che presenta il progetto e illustra neanche troppo brevemente per chi lavora, alla faccia dei due minuti contingentati a intervento. Probabilmente un tempo dovuto perché una descrizione pubblica, così esaustiva e completa del progetto probabilmente non la si sentiva da parecchio.

Alle 21.30 prende la parola l'Assessore Illarcio che esprime la sua posizione e quella della giunta ricordando due date fondamentali del travagliato progetto: il 20 gennaio 2008 la data in cui si tenne il referendum consultivo sulla piattaforma e il 9 giugno 2009 giorno in cui la lista di Caviglia vinse le elezioni amministrative.

Nell'intervento Illarcio si toglie anche un paio di “sassolini” che da tempo dovevano dare un bel po' di fastidio parlando di cassoni non ancora affondati (“come invece dice la minoranza” del PD), di commenti nei vari blog locali, di casello di Bossarino, della viabilità in territorio comunale che non potrà venire realizzata senza l'assenso del Comune, sulla realizzazione delle opere. Un'ultima stoccata la riserva per l'Autorità Portuale quando dice: “noi abbiamo fatto richiesta per avere i documenti con i nomi delle banche che finanzieranno l'opera. Non ce li hanno mai dati, segno che queste banche non esistono. Dall'adriatico un conteiner ci mette 72 ore per arrivare nel nord Europa, da Genova ci vuole una settimana e da Vado? Basta storie i soldi non ci sono”. E chiude con la promessa che la giunta terrà la barra dritta e onorerà gli impegni della campagna elettorale fino in fondo alla scadenza delle elezioni tra due anni e mezzo.

Oltremodo palpabile il gelo sui visi di Canavese e di molti altri seduti a fianco o in prima fila PD in primis.

Alle 20.40 si lascia il passo alle domande dal pubblico che sono tante, troppe per un semplice incontro di una serata.

C'è chi mostra il panorama di casa sua e chiede cosa vedrà dopo la realizzazione del progetto, chi chiede garanzie sui posti di lavoro affinché vengano assunti in primis lavoratori di Vado, chi fa domande talmente tecniche che le capiscono solo gli addetti ai lavori, chi si preoccupa dell'inquinamento dei fondali della rada che andranno a nuocere anche alle altre località limitrofe, chi della salute dei bambini che sarebbero i primi a sentire gli effetti dell'inquinamento, chi chiede quale sarà l'impatto acustico della piattaforma, chi ha il timore che il nuovo casello autostradale devasti l'abitato di Bossarino.

A questo punto ci sarà uno dei punti topici della serata, il Sindaco Caviglia interviene per rispondere alle domande che lo chiamano in causa ed è un vero fiume in piena, un leone che ingabbiato per troppo tempo finalmente riesce a divincolarsi. Se Illarcio c'era già andato giù duro Caviglia non fa sconti a nessuno e spara ad alzo zero, queste sono alcuni passi del suo intervento: “... della delibera 57 non dovremmo nemmeno essere qui a parlarne. Il referendum popolare ha espresso chiaramente la volontà dei cittadini di Vado. Siamo qui solo perché qualcuno si è arrogato il diritto di tenere in piedi questo discorso e sono consiglieri comunali che dicono di rappresentare i cittadini ...”. Dalla platea parte la prima delle due o tre ovazioni che accompagnano l'intervento del Sindaco.

Il riferimento è in troppo esplicito alla veccia giunta Giacobbe (targata PD) che in un infuocato consiglio comunale quasi “a porte chiuse” in un torrido pomeriggio di sole del 30 agosto del 2008 diede il via libera al progetto, grazie anche alle stampelle fornite dello stesso Bovero (socialisti) che tenne in piedi, passando dai banchi dell'opposizione a quelli di un assessorato, una giunta che si dimise in blocco (blocco formato proprio da coloro che poi vinsero le elezioni successive).

Si prosegue con la seconda tranche di domande dal pubblico che però diventano subito un botta e risposta tra interpellanti e interpellati.

La serata prosegue con domande e risposte che riscaldano gli animi, forse già sollecitati dai precedenti interventi, il tutto si mantiene nei limiti di un acceso confronto che comunque non va mai sopra le righe. Anche se qualcuno esasperato dalle continue domande lascia trasparire il fatto che, magari in questo consesso a dar risposte, c'è stato trascinato per i capelli.

Proseguono gli interventi e le richieste di chiarimenti dal pubblico sull'inquinamento dei fondali e dell'aria, sui problemi legati all'eccessivo traffico e ai fondi che sarebbero andati a compensare il Comune di Vado. Chi chiede conto sul come mai il carbone da San Genesio non sia ancora stato spostato dato che è un discorso autonomo rispetto a quello della piattaforma, chi chiede rassicurazioni sullo spostamento del quartiere del Gheia di Porto Vado.

Tra i tanti interventi che si sono susseguiti nella serata da notare che la maggior parte delle risposte faceva notare che il tutto si svolge nel pieno rispetto delle norme e dei parametri ambientali per cui se lo Stato fornisce questi limiti questi sono quelli da rispettare.

La serata vola via tra attacchi all'una o l'altra parte in causa.

Solo più un annotazione di rilievo. Due interventi fanno sussultare la platea: il primo quello del presidente della Sms di Sant'Ermete che in aperta polemica con il Sindaco dice: “E' vero al referendum popolare il no alla piattaforma ha stravinto, ma questo non significa che la piattaforma non si debba fare … “ e chiude dando degli antidemocratici a chi non lo lasciava parlare; il secondo quando Canavese esasperato dalla continua esibizione di dati sull'inquinamento dei fondali della rada si lascia scappare: “... ma insomma se avete degli altri dati, a questo punto o denunciate me o io denuncio voi ...”.

La serata si chiude con la nota che dopo la risposta data a una domanda che li chiamava in causa, i rappresentanti sindacali di Cgil e Uil, insieme a quelli di Conf Commercio, Cna, de La Stampa e delle Associazioni di Categoria si allontaneranno dal tavolo per non farvi più ritorno. Almeno chi ha fatto la bella statuina e non è stato chiamato in causa si è preso la briga di rimanere al tavolo e prestare attenzione agli interventi del pubblico.

Considerazioni finali. Si è avuta la netta sensazione che la cosa fosse stata organizzata per mettere in difficoltà la giunta su questo tema. Un po' perché lo stesso Bovero ha ripetuto il contrario almeno due volte durante la serata e un po' perché certe domande sembravano proprio telecomandate e troppo tecniche da addetti ai lavori. Comunque tirando le somme direi che invece la Giunta se l'è cavata egregiamente e l'ampia partecipazione da parte dei cittadini e Comitati ha ribadito, semmai ce ne fosse stato il bisogno, che la partita è ancora tutta da giocare e tutt'altro che chiusa.

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