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Politica | 31 luglio 2015, 11:00

Tirreno Power, Vivere Vado chiede una spiegazione alla giunta di indagati. Il sindaco Giuliano: "Abuso d'ufficio per una delibera revocata"

Questa mattina in sede di consiglio comunale a Vado Ligure i consiglieri De Merra e Cuneo hanno presentato un'interpellanza per chiedere all'amministrazione un "segno di consapevolezza" e motivazioni dell'iscrizione al registro degli indagati

Tirreno Power, Vivere Vado chiede una spiegazione alla giunta di indagati. Il sindaco Giuliano: "Abuso d'ufficio per una delibera revocata"

"Abuso d'ufficio per una delibera revocata". Chiarisce la posizione giudiziaria il sindaco di Vado Ligure, Monica Giuliano interpellata dal gruppo "Vivere Vado" dei consiglieri Giovanni De Merra e Roberto Cuneo sulla vicenda Tirreno Power nella quale risulta indagata l'intera giunta vadese. "Convinti di aver operato le scelte più corrette, ma risponderemo nelle sedi opportune". Questa la posizione della giunta.

A seguito dell’iscrizione nel registro degli indagati dell’intera giunta comunale di Vado Ligure, della gravità dell’accusa loro contestata, e soprattutto delle intercettazioni da parte della Procura, Vivere Vado interpella il sindaco e la giunta per capire se intendano dare un segno di consapevolezza della gravità della situazione in cui si trova il governo della nostra città e, in particolare, chiede di conoscere i motivi precisi del loro rinvio a giudizio, i motivi del silenzio fin qui tenuto, ormai inaccettabile”­, hanno affermato dal gruppo.

Ad intervenire il sindaco Giuliano: "Preciso che il reato contestato è di abuso d'ufficio relativo ad un atto di indirizzo, ad una delibera che é stata revocata, cosa invece che non ha fatto la Regione - afferma - Appena prenderemo visione dell'intero iter e di tutti i documenti che ci riguardano, ci esprimeremo nelle sedi opportune".

La giunta ha ricevuto una comunicazione di "avviso all'indagato della conclusioni delle indagini preliminari", in seguito alla deliberazione dello scorso 30 settembre 2014 relativa al "parere nell'ambito dell'iter istruttorio ai fini del rinnovo dell'AIA per la centrale". Delibera che è stata sospesa il 29 novembre 2014. "A richiederci l'approvazione della delibera erano i lavoratori, i sindacati e la Regione stessa - afferma il sindaco - Si trattava di un atto di indirizzo da sottoporre all'AIA che, una volta giunto il parere tecnico, abbiamo revocato".

"Le intercettazioni aprono scenari nuovi e ancor più preoccupanti sulla vicenda in quanto indicano con chiarezza che il Comune di Vado ha agito guidato da interessi diversi da quelli della collettività vadese - continuano dal gruppo Vivere Vado - Chiediamo se sia stata valutata l’ambiguità della circostanza per la quale il nostro Comune, continuando ad essere amministrati da una Giunta di indagati, non potrebbe costituirsi parte civile".

"Il procedimento penale non essendo un rinvio a giudizio non richiede la costituzione a parte civile - afferma il sindaco - L'accusa che ci viene mossa riguarda l'approvazione di una delibera che non ha prodotto effetti perché revocata".

A precisare la situazione riguardo le spese legali di difesa é il primo cittadino: "Le spese sono sostenute privatamente - afferma - Per accedere ai documenti e per le disposizioni assicurative, le spese penali sono tutte affrontate a titolo personale".

Anche il gruppo consiliare "Vado di tutti" ha presentato un'interpellanza in merito alla vicenda Tirreno Power, chiedendo in particolare quali esiti abbiano prodotto i ricorsi. "Quale posizione ha l'amministrazione alla luce delle attività precedenti per la centrale ereditate dalla giunta Caviglia? - é intervenuto il consigliere Pietro Bovero - I ricorsi presentati con Quiliano quali esiti hanno avuto?".

"Le spese legali relative ai ricorsi sono 42.640 euro di cui liquidati 32.842 euro, ma non abbiamo avuto ancora risposte sugli esiti - ha affermato il sindaco Giuliano - presenteremo presto una proposta di delibera per annullare i ricorsi presentati per evitare le spese". Non soddisfatto della risposta, Bovero ha affermato: "Siamo preoccupati per i seicento lavoratori di Tirreno Power e indotto, quelle risorse potrebbero essere indirizzate a loro".

Debora Geido

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