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Attualità | 05 febbraio 2017, 11:16

Loro sono “Il Trio”: nasce a Savona il jazz come non lo avete mai sentito

Imprevedibili e raffinatissime rivisitazioni di brani rock, pop, colonne sonore e sigle tv, si intrecciano con i classici del jazz e della bossa nova

Loro sono “Il Trio”: nasce a Savona il jazz come non lo avete mai sentito

Il bello della musica è che ha molte vite e molti volti. Si può trasformare secondo il gusto e la sensibilità dell’artista. E questo lo sanno benissimo tre ottimi musicisti, di esperienza pluridecennale e dalle collaborazioni persino internazionali, come Marco Ferrando (pianoforte), Oreste Lo Giudice (basso) e Alfio Badano (batteria).

Loro si firmano semplicemente come “Il Trio” e non hanno nemmeno bisogno di un nome più complicato, perché per loro parla la loro musica, il loro gusto, la loro tecnica.

Dite la verità: non vi piacerebbe ascoltare una “Smoke on the water” dei Deep Purple trasformata come se l’avesse scritta il grande Duke Ellington? Oppure una “Yellow Submarine” dei Beatles rivissuta come una bossa nova brasiliana? O anche cose più recenti, come “Sunday Morning” dei Maroon 5, che ritrova una nuova identità… Il Trio sa fare tutto questo e molto altro. Loro infatti si definiscono “non-standard jazz”. Infatti nel repertorio jazzistico esistono i cosiddetti “standard” che sono quei classici immortali che quasi sempre tutti i musicisti eseguono.

Il Trio scompiglia le carte in tavola e trasforma con il gusto, lo stile, le sonorità degli standard, brani che appartengono alla tradizione pop e rock. In realtà, nella scaletta del Trio, gli standard non mancano: ad esempio i tre musicisti del savonese interpretano con grande calore e personalità la celebre “Samba di una nota sola”. Ma affiancano questi standard a brani imprevedibili, che standard non sono ma che avrebbero tutte le carte per esserlo, dal tema della colonna sonora di Spider Man alla sigla di 90° Minuto, affiancandoli anche a riletture swingatissime di brani di musica classica.

Ci raccontano, come se parlassero a una sola voce, i tre musicisti: “Quando i jazzisti si incontrano, nelle jam sessions, suonano i così detti “standards”: di che cosa si tratta? Sono, perlopiù, brani popolari degli anni '30 e '40 del secolo XX; ad esempio, temi famosi dei musical allora in voga. I jazzisti, negli anni seguenti, presero questi brani popolari e li fecero propri, suonandoli con il loro linguaggio, stravolgendoli e rendendoli quasi irriconoscibili. Noi, il Trio, abbiamo trasposto tutto questo, inquadrandolo nell'ottica moderna. Riteniamo che esistano dei nuovi standards: brani composti in epoche più recenti, che hanno fatto e stanno facendo la storia della musica rock e commerciale in genere. Ci riferiamo a opere dei Beatles, dei Deep Purple, dei Police, dei Queen, tanto per citarne alcuni.

Ma anziché limitarci a riproporle pedissequamente, come una cover-band qualsiasi, le abbiamo tradotte nel linguaggio a noi più familiare: il jazz. Un continuo e profondo lavoro di arrangiamento ci ha portato ad avere un ampio repertorio di brani che poco hanno più dell’originale, pur rimanendo molto riconoscibili e apprezzati dal pubblico.”

Conclude la band: “il Trio è disponibile per serate di musica di ascolto, oppure per accompagnamento di raffinati eventi, e per tutte le occasioni in cui sia richiesta una musica sofisticata e tuttavia riconoscibile; un assortimento di grandi hit suonate come non le avete mai sentite”.

Ecco un piccolo “assaggio” delle potenzialità del Trio:

Alberto Sgarlato

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