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Economia | 15 febbraio 2018, 16:35

Piaggio Aerospace: in avvicinamento la minaccia dello "spezzatino"?

La UILM: "Non possiamo firmare un piano industriale che non ci fornisce né dettagli, né garanzie". Fiom e Cgil di Savona giudicano negativo l'incontro di questo pomeriggio.

Piaggio Aerospace: in avvicinamento la minaccia dello "spezzatino"?

La notizia sta rimbalzando tra numerosi e quotati periodici di economia: lo “spezzatino”, la tanto temuta minaccia che potrebbe causare il collasso definitivo di Piaggio Aerospace, è in avvicinamento.

La questione è ormai nota: l’azienda nata a Finale Ligure (con il vecchio nome di Piaggio Aero) e dal 2014 trasferitasi sul sedime dell’aeroporto “Clemente Panero” di Villanova d’Albenga è ormai totalmente nelle mani dell’investitore emiratense Mubadala, al quale interessa entrare in possesso delle tecnologie legate agli APR (aeromobili senza pilota), nelle quali l’Italia è all’avanguardia mondiale (grazie alla presenza del colosso Leonardo-Finmeccanica, con cui Piaggio Aerospace ha sempre collaborato per quanto concerne la parte militare).

I servizi di “routine”, come la manutenzione motori e i servizi MRO (Maintenance, Repair, Overhaul, cioè manutenzione ordinaria, riparazioni e aggiornamenti tecnici), invece a Mubadala non interessano. Ma sono proprio quelli che hanno garantito l’indotto che ha permesso alla Piaggio Aerospace di sopravvivere per decenni.

Quindi, che cos’è che torna a far profilare all’orizzonte l’ipotesi-spezzatino? Le cifre. Sono stati divulgati in questi giorni i dati del bilancio d’esercizio 2015, che è stato approvato a fine 2017. Si evidenziano una perdita di circa 247 milioni di euro, un patrimonio netto negativo di circa 155 milioni e un indebitamento finanziario netto di circa 336 milioni, costituito per oltre il 50% (per l’esattezza 199,4 milioni) da debiti verso le banche. Oggi, per parlare di tutti questi aspetti, le rappresentanze sindacali si sono recate al ministero per lo sviluppo economico a Roma.

Commenta Giovanni Mazziotta (Segretario provinciale UILM Savona): “Non siamo sorpresi dall’andamento della riunione odierna al Ministero. Abbiamo chiesto all’azienda il rispetto della golden power, cioè dare una garanzia per rispettare quantomeno le misure della difesa. Tuttavia l’azienda potrebbe decidere di vendere il P-180. In tal senso ci è arrivata una conferma dal viceministro Teresa Bellanova che ha testualmente affermato: noi non possiamo fare i piani industriali per l’azienda. Comunque la dottoressa Carlini della presidenza del consiglio si è detta disponibile a discutere un’intesa sulla cessione dei rami d’azienda. E in merito alla parte motoristica non si rilevano interessamenti. Anche sui motori, per quanto concerne la parte militare, chiediamo il rispetto della golden power”.

Conclude Mazziotta: “Non lo riteniamo un piano accettabile. Non abbiamo garanzie, non abbiamo condizioni, non sappiamo chi potrebbe acquisire, non sappiamo a che cosa andiamo incontro. Il ministero, nella persona del viceministro, afferma che considera tuttora valido il piano del 2014 finché non ce ne sarà uno condiviso da tutte le parti dell’azienda. Quindi le parti sindacali si trovano, come si suol dire, con il cerino in mano. Toccherà a noi, infatti, avviare tutte le trattative con l’azienda per giungere a un piano che possa essere considerato accettabile. Si parla di cessione del P-180 civile a qualche ipotetico marchio cinese ma vogliamo saperne di più, così come vogliamo chiarezza sul settore motori. Con tutte queste incognite il piano non è firmabile”.

Fiom e Cgil di Savona giudicano negativo l'incontro di questo pomeriggio: "Attendevamo una posizione più decisa del Governo, che purtroppo non c'è stata. L'impresa ci ha ribadito le sue posizioni: ricerca di un acquisitore per il settore "motori", vendita ramo d'azienda delle proprietà intellettuali del P180 civile e focalizzazione sul settore "velivoli militari". All'incontro era presente anche un rappresentante della Presidenza del Consiglio che ci ha comunicato le garanzie messe in campo per l'intera operazione Piaggio con la norma golden power e la costituzione di una commissione (Mise, ministro Difesa e presidenza del Consiglio) con compiti di monitoraggio e vigilanza dellintera operazione. Nel 2016 il governo aveva rigettato il piano industriale dell'azienda, che prevedeva lo scorporo di attività, oggi invece ha confermato essere l'unica soluzione per dare continuità all'impresa, senza spiegarci le motivazioni.  Già da domani, presso la sede di Confindustria Savona, nell'incontro previsto per la procedura di cessione di ramo di azienda dei 23 lavoratori interessati dalle proprietà intellettuale del P180, chiederemo garanzie occupazionali, retributive, contrattuali e soprattutto la tutela futura in capo alla Piaggio Aerospace e ciò che prefigura tale cessione all'interno del piano più generale. Alla luce dell'esito dellincontro di domani metteremo in campo le opportune iniziative con l'obbiettivo di giungere ad un accordo che tuteli i livelli occupazionali e tutte le attività oggi presenti in azienda".

Domani si terrà il primo incontro in Unione Industriali relativamente allo spostamento di 23 persone dallo stabilimento di Villanova d’Albenga a un’altra posizione facente capo sempre a Piaggio, ma anche in questo caso il sindacato manifesta perplessità.

Redazione

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