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Eventi | 04 novembre 2018, 12:12

Savona celebra il 4 novembre, 100° anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale (FOTO)

E’ stata deposta, presso il Monumento ai Caduti, la corona d’alloro benedetta dal Vescovo Emerito della Diocesi di Savona-Noli, Mons. Vittorio Lupi.

Savona celebra il 4 novembre, 100° anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale (FOTO)

Si è svolta questa mattina in Piazza Mameli a Savona, la celebrazione del 4 novembre “Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate”, il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, alla presenza del Prefetto di Savona Antonio Cananà, del Sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, del neo Presidente della Provincia Pierangelo Olivieri, delle Autorità Militari, Civili e Religiose, dei Sindaci dei comuni della provincia, delle Associazioni Combattentistiche, Patriottiche e d’Arma.

E’ stata deposta, presso il Monumento ai Caduti, la corona d’alloro benedetta dal Vescovo Emerito della Diocesi di Savona-Noli, Mons. Vittorio Lupi.

Nel corso della cerimonia si sono tenuti i discorsi del Prefetto, del Sindaco di Savona e del neo Presidente della Provincia.

Inoltre, il Presidente della Co.Armi di Savona Cav. Mario Mazzini ha dato lettura del “Bollettino della Vittoria”, con cui il 4 novembre 1918 il Gen. Armando Diaz comunicò agli italiani la fine della 1^ guerra mondiale.

Sono intervenuti gli alunni della scuola per l’infanzia “Sguerso” che, al momento dell’esecuzione dell’inno nazionale, ne hanno segnato il testo secondo il linguaggio dei segni.

Una studentessa del Liceo Scientifico “O. Grassi” di Savona ha dato lettura di alcune sue riflessioni sul centenario della Grande Guerra.

Di seguito il discorso per intero della prima cittadina savonese:

"Rivolgo un saluto a tutte le Autorità civili, militari, religiose e a tutti i Cittadini presenti. Oggi ricorrono i cent'anni dalla fine del primo conflitto mondiale, un conflitto in cui molti giovani provenienti dalle più svariate zone della nostra Italia si ritrovarono al fronte, gli uni vicini agli altri nel fango, per difendere il proprio Paese, per difendere una giovane Nazione che andava ancora costruita. Massimo D'Azeglio anni prima affermò "Fatta l'Italia, bisogna fare gli Italiani" e quei Ragazzi con il loro sacrificio, la loro determinazione furono le fondamenta su cui si costruì la nostra identità di Nazione libera e unita.

"Quell'inutile strage", come fu definita da papa Benedetto XV, lasciò sul campo in Europa oltre 10 milioni di vittime: a tutti quei giovani soldati, che non poterono riabbracciare le proprie famiglie, rivolgiamo oggi un corale ringraziamento per il loro sacrificio. L'Italia, attraverso lo spirito visionario di Altiero Spinelli, fa parte dell'Unione Europea: Stati differenti per lingua, ordinamenti e tradizioni hanno saputo con contraddizioni e problematiche, alcune delle quali non ancora risolte, garantire il più grande dono possibile: la Pace, valore che non dobbiamo mai reputare scontato. Il pensiero va quindi ai tanti soldati che, ancora oggi, sono impegnati in prima linea contro il fanatismo religioso, il terrorismo, l'odio etnico o razziale che dilaniano intere popolazioni. In tutti questi luoghi di morte e desolazione i nostri soldati hanno sempre operato per la Pace, unico baluardo contro la crudeltà della guerra. La ricorrenza del 4 Novembre è anche l'occasione per soffermarci a riflettere sui Diritti e, soprattutto, sui Doveri impressi nella nostra Carta Costituzionale: "Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere" ci esortava Aldo Moro. E' nostro dovere quindi condannare con fermezza, al fine di estirpare dalla nostra società, le violenze e i soprusi verso i più deboli, verso gli emarginati.

La nostra Storia e i principi fondanti della nostra Carta Costituzionale, al fine di costruire una società più equa e inclusiva, devono essere trasmessi ai giovani con comportamenti coerenti. La Scuola e le Istituzioni svolgono un ruolo determinante nel testimoniare ai Cittadini di domani come il senso di appartenenza allo Stato e il riconoscersi sotto un'unica bandiera siano il miglior antidoto per non ricommettere gli errori del passato; come ci ammoniva Primo Levi non dimentichiamo il nostro passato, per non essere condannati a riviverlo.

Desidero rivolgermi, infine, a coloro che pochi gironi fa, mentre moltissimi Cittadini sfilavano in rispettoso silenzio per affermare i valori dell'antifascismo e dell'antirazzismo, valori che appartengono a tutti noi, hanno scandito slogan offensivi all'indirizzo delle Istituzioni. Siffatti comportamenti vanno fermamente deprecati: il rispetto delle Istituzioni è un principio inderogabile in quanto Esse rappresentano la più nitida espressione della nostra Democrazia. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica Italiana".

comunicato stampa

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