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Attualità | 04 gennaio 2019, 15:20

Per il 2019 sono tanti i "Sogni in cantiere" dell'associazione culturale Pietra Filosofale

Questo gruppo attualmente operativo a Pietra Ligure si occupa di incontri e pubblicazioni dedicati al benessere e di contrastare la violenza di genere

Per il 2019 sono tanti i "Sogni in cantiere" dell'associazione culturale Pietra Filosofale

 

Su Savonanews abbiamo recentemente pubblicato il calendario della prima tranche di appuntamenti della rassegna culturale “Un sogno in cantiere” (leggi tutti i dettagli QUI). Ma l’associazione culturale “Pietra filosofale”, promotrice dell’iniziativa, ha già alle spalle una sua solida storia passata e, al contempo, tanti altri progetti per il futuro.

Abbiamo incontrato Giancarlo Malombra ed Elvezia Benini per tracciare insieme questo percorso dalle iniziative di ieri a quelle di domani.

Innanzitutto come nasce “Pietra Filosofale”?

“La nostra associazione prende forma nel 2015 con la volontà di riportare un fermento culturale a Pietra Ligure. Nel 2016 abbiamo varato un Premio Letterario incentrato sulla letteratura per l’infanzia e sulle fiabe (che possono essere per bambini, ma anche per adulti), prendendo a modello di riferimento il “Premio Andersen” di Sestri Levante che esiste da 52 anni. In quel momento era sindaco Dario Valeriani e assessore alla cultura Paolo Fontana. La partenza fu ottima, con l’arrivo di elaborati da tutta l’Italia. Nella seconda edizione, con il cambio di assessore e l’arrivo di Daniele Rembado, con nostra grande delusione il premio fu ‘cassato’ in corso d’opera, quando già erano arrivati diversi elaborati, e furono restituite le quote di partecipazione agli autori. La motivazione ufficiale fu che il numero di testi pervenuto non era elevatissimo, ma francamente tuttora noi non ce ne facciamo una ragione: un premio giunto solo alla sua seconda edizione ha logicamente bisogno di anni e anni di tempo per decollare e diventare un evento conosciuto”.

E veniamo ai nostri giorni…

“Dal 14 di questo mese prenderanno il via gli incontri sul benessere tenuti da esperti, aperti a tutti e gratuiti. Nel frattempo, durante le festività natalizie, il concerto del coro gospel ha avuto una risposta di pubblico entusiasmante”.

Arriviamo così al tema del benessere, perno di gran parte delle vostre iniziative.

Spiegano Elvezia Benini e Giancarlo Malombra: “Tutto parte dai nostri libri che definiamo di 'formazione per adulti'. Riteniamo, infatti, che per avere delle generazioni future più consapevoli bisogna innanzitutto formare i loro genitori. La nostra collana “Fiabe per…” è frutto di una coesione di intenti come persone, prima ancora che come autori, ed è nata anche attraverso un percorso effettuato nelle scuole e con i giovani. I testi realizzati sono incentrati su sette temi importanti e delicati: l’importanza di accrescere la propria autostima, la metabolizzazione del distacco (ad esempio in caso di lutto), la gelosia e l’invidia, la paura, la solitudine, la famiglia allargata, la serenità scolastica”.

Aggiunge Elvezia Benini: “Oltre al lavoro fatto nelle scuole, un altro fattore alla base della nascita di questi testi fu la mia esperienza lavorativa nel settore della ospedalizzazione pediatrica, dal quale scaturì il saggio del 2005 intitolato “Bambini in pigiama”. Lì iniziai a pensare a qualcosa di concreto e operativo per contrastare innanzitutto il problema del distacco. E da questo primo passo sono nati i vari lavori che ci stanno regalando grandi soddisfazioni. Ad esempio, il volume dedicato all’autostima è già arrivato alla sua tredicesima ristampa”.

Come mai la forma della fiaba?

Raccontano gli autori: “La fiaba è ricca di archetipi, di modelli, di valori. Inoltre consente al bambino di soffrire e di essere cattivo nella trama della fiaba, fino alla catarsi del lieto fine”.

Aggiunge Malombra: “Creare fiabe è qualcosa che parte dai luoghi più reconditi della nostra anima. Io stesso mi accorgo che in quello che scrivo c’è una forte componente del mio vissuto, della mia infanzia a Corniglio, sull’Appennino Parmense. Un retroterra ancestrale e contadino in una società che aveva ancora molto alti valori come l’onestà, il sacrificio, la lealtà e la socialità: in quelle persone, infatti, il senso di aggregazione, di condivisione e di appartenenza alla comunità era molto forte”.

Sottolineano entrambi gli autori: “Un popolo senza cultura è un popolo senza libertà. Per questo privilegiamo una scrittura mai piatta e banale, ma al contrario ricca di terminologie che stimolino la mente, il pensiero, l’approfondimento. Per contrastare il livellamento culturale verso il basso dei nostri giorni”.

Oltre al tema del benessere è importante in tutta la vostra attività il tema del rispetto dell’altro e della violenza di genere.

Racconta Elvezia Benini: “Durante il nostro percorso di collaborazione scolastica con l’Istituto Alberghiero di Finale Ligure un’allieva che ci seguiva con interesse e passione era Janira D’Amato che, per un tragico paradosso del destino, fu poi lei stessa vittima di femminicidio. Vogliamo contrastare in ogni modo possibile questo fenomeno e per questo è nato il libro “Donne che corrono con gli orchi”, scritto a quattro mani con nostra figlia Cecilia Malombra”.

Spiega Giancarlo Malombra: “Cecilia ha 24 anni e si è laureata in psicologia con una tesi dedicata proprio alla violenza di genere e al narcisista patologico. Oggi sta facendo tirocinio all’ospedale San Martino di Genova in un programma dedicato al rapporto tra suicidio e internet. Cecilia durante il suo percorso di studi ha iniziato ha offrirci il proprio punto di vista su diverse tematiche e ora, dopo la laurea, sta entrando a tutti gli effetti a far parte della nostra squadra come collaboratrice”.

A questo punto cogliamo quindi l’occasione per elencare gli altri elementi di questa associazione che, oltre a Giancarlo Malombra e Elvezia Benini comprende: Rita Di Somma, Roberta Madruzza, Antonietta Rembado, Marco Bortoletti ed il recente ingresso di Cecilia Malombra, Andrea Croce e Giulia Jacoponi.

I fondatori di “Pietra Filosofale” sottolineano l’importanza del dialogo con le altre associazioni culturali sul territorio: “Abbiamo stabilito un ottimo dialogo con Monica Maggi e il suo gruppo di letture condivise #Cosavuoichetilegga, assieme al quale abbiamo già alcuni appuntamenti in programma. Con Luca Malvicini e la cooperativa I.So., che cura la stagione teatrale pietrese, avevamo collaborato durante la prima edizione del Premio Letterario. Inoltre i nostri giovani psicologi Cecilia Malombra e Andrea Croce, presso l’associazione “Il Canto della Terra – Finale Ligure” della dottoressa Manuela Iona stanno organizzando alcune sedute di letture di fiabe per garantire sostegno psicologico a malati oncologici. Poi c’è stato il rapporto con le scuole: ad esempio nel 2016 furono gli studenti dell’IPSIA, sotto la guida del professor Sergio Olivotti, a curare il logo della prima edizione del nostro concorso letterario. E naturalmente siamo aperti al confronto con qualsiasi altra realtà associativa interessata a collaborare con noi”.

Abbiamo capito che per Pietra Filosofale ogni singola parola è importante, nulla è lasciato al caso. E anche quel nome, “Un sogno in cantiere”, in una città che fu tempio della cantieristica come Pietra Ligure, non è certo una coincidenza. “Da bambina – ci racconta Elvezia Benini – sono cresciuta osservando dalle finestre della mia stanza un momento magico e affascinante come il varo delle navi”.

Oggi per tutti i pietresi e gli abitanti del comprensorio vedere quella struttura fatiscente e abbandonata in riva al mare rappresenta un dolore sincero. Ed il sogno non solo di Pietra Filosofale, ma di tutto il tessuto associativo di questa parte di provincia, sarebbe quello di vedere rilanciati quegli spazi, preservando il valore storico e artistico di questo nobile esempio di architettura industriale ma dando a quei luoghi nuova vita, sotto forma di auditorium, anfiteatro, mediateca, luogo di aggregazione e tutto quanto si possa realizzare in un’area così vasta.

E ora, naturalmente, concludiamo con i progetti futuri.

“Il primo appuntamento dopo la tranche di calendario già annunciata – ci svelano Benini e Malombra – sarà al centro polivalente di Pietra Ligure con l’attore Massimo Ivaldo, che il 29 aprile presenterà il suo libro “Luci”. Da esso sarà tratto un monologo sul tema della pace dal titolo “La giornata della luce”.

Per il 2019 ovviamente il nostro sogno più grande sarebbe vedere ripartire il nostro Premio Letterario. Ancora non ci capacitiamo di come sia potuto cessare dopo una sola edizione.

Produrremo almeno due nuovi libri della nostra collana, con un sempre maggiore coinvolgimento di nostra figlia Cecilia e puntiamo di riprendere il discorso sul tema delle “fiabe formative” con le scuole, che tanta soddisfazione ci ha dato negli anni.

Contiamo di organizzare altri incontri sul benessere, possibilmente coinvolgendo l’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Abbiamo già parlato con gli psicologi Paolo Moretti e Paola Buonsanti per affrontare insieme tematiche importanti come i disturbi alimentari, le difficoltà che incontrano le famiglie di giovani pazienti psichiatrici e il sempre crescente problema della solitudine, soprattutto tra categorie deboli come anziani e malati”.

Alberto Sgarlato

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