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Attualità | 22 febbraio 2019, 09:56

L’arte della panificazione è arte dell’integrazione: quando un giovane rifugiato diventa docente

Futura e l’associazione panificatori di Savona prosegue con la formazione ai giovani rifugiati

L’arte della panificazione è arte dell’integrazione: quando un giovane rifugiato diventa docente

Sono ormai trascorsi due anni da quando Futura l’ente di formazione di Confartigianato in collaborazione con l’associazione savonese dei panificatori ha iniziato percorsi di formazione rivolti all’ inclusione sociale. Pane, pizza e focaccia per provare a costruire una professionalità spendibile nel mondo del lavoro, così come è capitato a Yerro Bah giovane venticinquenne del Gambia, nel nostro paese dal 2015. Due anni fa ha iniziato il suo percorso presso i laboratori di panificazione di Legino con altri ragazzi che come lui parlavano a stento l’italiano e non avevano alcuna esperienza nell’ artigianato del pane; a loro favore solo l’attenzione e la voglia di imparare.

Oggi Yerro ha un contratto di lavoro. Dopo un’esperienza di tirocinante presso la Panetteria Emy di Savona, il titolare Gianni Manzone ha scelto assumerlo e di proseguire definitivamente quel percorso di crescita professionale e inclusione sociale partito anni prima.

“Ho scoperto di essere un ottimo. Mi è stata data una possibilità che ho colto e che mi ha portato ad avere un lavoro, a sentirmi parte attiva in un sistema e anche parte della grande famiglia dell’associazione Panificatori e di Gianni Manzone.” commenta così il ragazzo in occasione della prima lezione di un corso come quello che ha frequentato anni prima e al quale i panettieri savonesi hanno passato il testimone di docente la prima lezione. La lezione affidata a Yerro ha come programma panfocaccia e lingue. Il ragazzo si aggira con sicurezza tra i banchi di lavoro per monitorare tutte le fasi di realizzazione confrontandosi con gli allievi.

Tutto ciò sotto il controllo vigile dell’Ente di formazione di Confartigianato Savona e dei rappresentanti dell’Associazione Panificatori di Savona. “Lo ricordiamo il primo giorno di corso. Era un ragazzo di poche parole, ma con le orecchie tese e gli occhi veloci per carpire tutto il necessario per imparare il più possibile. Siamo contenti che oggi lui sia dal lato opposto della cattedra, vuol dire che abbiamo lavorato bene e lui ha capito e apprezzato il nostro mestiere e la fatica che comporta.” Così commenta Luigina Barabino.

comunicato stampa

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