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Politica | 04 giugno 2011, 10:53

La Protezione Animali savonese contro il calendario venatorio regionale: "Violata la Costituzione e la normativa di settore"

ENPA e le altre associazioni ambientaliste ed animaliste chiederanno tramite i loro legali alle autorità competenti di valutare le possibili responsabilità di tutti coloro che, con una maggioranza “bulgara” (SEL compreso!), hanno votato a favore di un provvedimento illegittimo

La Protezione Animali savonese contro il calendario venatorio regionale: "Violata la Costituzione e la normativa di settore"

"Protesta della Protezione Animali savonese contro l’approvazione del calendario venatorio regionale triennale, con cui il consiglio regionale della Liguria ha violato sia la Costituzione, adottando con legge un provvedimento che andrebbe approvato in via amministrativa, sia la normativa nazionale e comunitaria di settore, ignorando le indicazioni dell’ISPRA sui tempi di caccia in relazione alla tutela nei periodi di migrazione.

Oltre a chiedere immediatamente l’impugnazione della legge da parte del Governo davanti alla suprema Corte, ENPA e le altre associazioni ambientaliste ed animaliste chiederanno tramite i loro legali alle autorità competenti di valutare le possibili responsabilità di tutti coloro che, con una maggioranza “bulgara” (SEL compreso!), hanno votato a favore di un provvedimento illegittimo.

Non si possono più tollerare tali atteggiamenti da parte di chi dovrebbe agire nel solco della legalità e nell’interrese della comunità ed invece ricorre a strumenti illegittimi favorendo una piccola parte di cittadini a danno della stragrande maggioranza, calpestando le regole e provocando danni irreparabili alla fauna.

Ciliegina sulla torta è stata l’apertura della caccia alla minilepre, specie estranea alla fauna locale e presente soltanto per incaute liberazioni di animali d’allevamento negli anni passati; e che, proprio per il fondato timore che favorirà altre liberazioni illecite, è stata sconsigliata dall’ISPRA.

L’ENPA savonese spera che non si apra un terzo fronte di danni all’agricoltura portati dall’espansione della specie, come avvenuto per gli stessi motivi per cinghiali e caprioli. Non contenti di uccidere in Liguria 300.000 animali all’anno, cacciatori e loro sponsor politici chiedono ora la caccia in deroga allo storno, sulla base di inesistenti danni all’agricoltura e con il rischio di una condanna milionaria che l’Unione Europea ha già comminato alla Liguria, cioè a tutti i cittadini liguri, per i massacri del 2004/2006.

Del resto la Liguria non è nuova a tali costosi smacchi: lo scorso novembre un’altra legge ligure con cui si autorizzava la caccia dopo il tramonto è stata impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale per macroscopiche illegittimità."

com.

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