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Politica | 27 settembre 2011, 17:16

Caccia in deroga allo storno, anche il Pd ci tiene a far sapere l'impegno profuso

Approvate tre proposte dell Partito Democratico

Caccia in deroga allo storno, anche il Pd ci tiene a far sapere l'impegno profuso

E’ stata la caccia l’argomento principale dei provvedimenti approvati oggi dal Consiglio Regionale, con l’approvazione di ben tre provvedimenti presentati dal gruppo del Partito Democratico, dopo un lungo lavoro che ha vista impegnata la IV Commissione, presieduta dal Consigliere Sergio Scibilia, che ha permesso di andare incontro alle esigenze del mondo venatorio, pure in un’ottica di grande rispetto per l’ambiente. Tutto questo anche grazie alla sensibilità dell’Assessore all’Ambiente che ha permesso di attrezzare la Regione Liguria di normative equilibrate.


CACCIA ALLO STORNO

Dopo anni di richieste del mondo venatorio, su proposta dei Consiglieri Valter Ferrando e Alessio Cavarra del Partito Democratico, il Consiglio Regionale ha approvato un provvedimento per la caccia allo storno in deroga alla normativa vigente, con limitazioni nel numero degli abbattimenti e nei periodi di apertura della caccia e introducendo un severo sistema di controlli periodici per monitorare il piano di abbattimento.

Uno schema che ricalca quello approvato dalla Regione Veneto e ritenuto valido dal locale TAR che ha respinto un ricorso degli ambientalisti.

La proposta firmata da Ferrando e Cavarra prevede infatti che ogni cacciatore possa abbattere fino a un massimo di 10 storni al giorno, per un totale stagionale di 100 a cacciatore e di 120.000 in tutta la Liguria. Ogni cacciatore dovrà annotare ogni giorno su un registro quanti storni ha abbattuto e rendicontare ogni 15 giorni alla propria Provincia in modo da permettere un monitoraggio costante della situazione ligure.

“Il provvedimento adottato oggi rappresenta un cambio di rotta, un segnale di attenzione verso il mondo venatorio ed agricolo atteso da anni – ha sottolineato il Vice Capogruppo PD Valter Ferrando - Come documentato da uno studio dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e da un secondo dell’Università di Genova lo storno è una specie in ottima salute, rigogliosa nel numero, è risaputamente dannosa per l’agricoltura e arreca gravi danni agli arredi urbani quando in grandi colonie staziona nelle città attratto dalle luci e dal calore della notte Per questi motivi lo storno è cacciabile nella quasi totalità dei Paesi europei ed in particolare in tutti quelli confinanti con l’Italia. Per una serie di procedure amministrative scoordinate tra le varie amministrazioni competenti in materia, questa specie non è compresa negli elenchi comunitari delle specie cacciabili in Italia. Non vi era alternativa quindi per noi che l’attivazione delle procedure per il ‘prelievo in deroga’ previsto dalla legislazione comunitaria stessa”.

“Sin dall’inizio della legislatura – ha aggiunto il Consigliere Cavarra – abbiamo cercato di affrontare il problema in modo pratico e soprattutto bipartisan, fermamente convinti che la caccia sia di tutti e non solo di una parte. Con il voto di oggi, vogliamo restituire ai cacciatori liguri la possibilità di fare ciò che già avviene in altre regioni d’Italia e praticamente in tutti i Paesi d’Europa”.

La proposta del PD in sintesi

Caccia al fringuello
vietata
Caccia al frisone
vietata
Caccia allo storno
permessa
n. max storni/giorno x cacciatore
10
Carniere stagionale x cacciatore
100
Abbattimenti in Liguria/stagione
120.000

Hanno votato a favore del provvedimento i gruppi PD, Udc, PDL, Lega Nord, Noi con Burlando e Idv. Hanno votato contro Federazione della Sinistra e Lista Biasotti. Si sono astenuti Sel e il gruppo Misto.



NUOVE FIGURE PER LA CACCIA DI SELEZIONE AL CINGHIALE
Si chiamano “coadiutore al controllo” e “guardia volontaria” e sono due nuove figure di controllo della caccia di selezione al cinghiale introdotte da un provvedimento presentato dai Consiglieri Regionali del PD Valter Ferrando e Alessio Cavarra.
Il provvedimento, condiviso anche con le Province e con il mondo venatorio, ha l’obiettivo di dare le possibilità alle Province – che mantengono la loro autonomia e responsabilità diretta sui piani per l’abbattimento selettivo dei cinghiali – di avvalersi, oltre che delle guardie venatorie dipendenti diretti delle Province stesse, anche di cacciatori in possesso della qualifica di coadiutore al controllo delle specie di ungulati e di guardie volontarie appartenenti alle associazioni venatorie, ambientaliste e agricole.
Con l’approvazione del provvedimento, si è colmata una lacuna normativa che ha sinora reso meno efficaci le pianificazioni provinciali in materia di abbattimento selettivo dei cinghiali, salvaguardando così maggiormente le produzioni agricole e la tutela del suolo.
Spiega il Consigliere Cavarra: “Questa proposta di legge dà finalmente risposta all’esigenza, da diversi anni richiesta non solo da parte del mondo venatorio, di aumentare le figure che possono attivare i piani di controllo provinciali, rendendo così l’attuale norma più efficace e rispondente ai problemi che emergono sui territori in relazione ai danni causati dai cinghiali”.
Il Consigliere Ferrando ha ulteriormente arricchito il provvedimento con un emendamento aggiuntivo che regola l’immissione di eventuali nuove squadre di cacciatori sul territorio, distribuendole in modo uniforme all’interno degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini, con particolare riferimento alle zone di minore densità venatoria.


IMPERIA: NORMATIVA EQUIPARATA AL VERSANTE PIEMONTESE

Per ovviare a una situazione di disparità rispetto al versante piemontese della provincia di Imperia, è stata modificata la legge regionale 29/94 sulla caccia. Con un emendamento proposto dal Vice Capogruppo del PD Valter Ferrando, è stata aggiunta una frase (qui evidenziata in rosso) all’art. 47, 1° comma: “Oltre quanto previsto dall' articolo 2 comma 1 della legge n. 157/ 1992 e' vietato: a) cacciare la fauna selvatica ad una distanza minore di 1.000 metri dai valichi montani interessati dalle rotte migratorie individuate dalla Regione su indicazione dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica e di un opportuno studio a livello regionale situati sullo spartiacque alpino e appenninico tirrenico - padano indipendentemente dalla loro quota. Nei valichi ricadenti nella zona faunistica delle Alpi il divieto è riferito alla sola fauna migratoria”.
Questa aggiunta ha permesso appunto alla normativa ligure di essere omogenea rispetto a quella vigente sul versante piemontese delle montagne imperiesi. “Una modifica opportuna e necessaria – aggiunge Sergio Scibilia, presidente della IV Commissione – che le associazioni venatorie imperiesi attendevano da tempo. Un impegno importante del Partito Democratico della provincia di Imperia in collaborazione con l’attività regionale”.

com.

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