Quando sono stati scrutinati 61.847 seggi su un totale di 62.032 (il 99,7% seggi) ed i dati che stanno giungendo al Viminale stanno assumendo sempre più i lineamenti di un qualcosa di definitivo e difficilmente scalfibile, l’alba di quest’ultimo lunedì di maggio ci consegna – così come era già parso alquanto marcato in base alle proiezione di ieri sera - l’incredibile ed inimmaginabile trionfo del Partito Democratico.
Il partito del segretario-premier Matteo Renzi si colloca uno stratosferico 40,81% a livello nazionale che ridicolizza i sondaggi della vigilia – che gli assegnavano uno sparagnino 30% - ed umilia (elettoralmente) il Movimento 5 Stelle il cui leader Beppe Grillo aveva urlato sino all’ultime nelle piazza il suo “stravinciamo noi”.
I 5 Stelle calano infatti ancora notevolmente rispetto alle prime proiezioni della serata di ieri, che li attestavano intorno al 22,4% (i sondaggi li volevano addirittura al 30%, in un testa a testa con Il PD) e si assestano ad un deludentissimo 21,15%, ben 4 punti percentuale in meno rispetto alle Politiche del 2013: un’emorragia di consensi che potrebbe anche essere ampliata alla luce del sensibile calo dei votanti e di cui si avrà conferma (o meno) nelle prossime ore.
Delude anche Forza Italia. Silvio Berlusconi l’aveva dapprima collocata al 25 e poi al 20%. Il partito dell’ex Cavaliere racimola infatti soltanto un 16,80% che le accuse a Renzi di aver "spopolato” in TV e le limitazioni di movimento e d’orario che hanno circoscritto il raggio d’azione del leader da sole non bastano assolutamente a spiegare. Servirà una lunga riflessione.
Buono, se non buonissimo (se si considerano gli scandali che hanno interessato Bossi e la Giunta della Regione Piemonte) il 6,16% della Lega, il cui l'obiettivo minimo era superare la soglia di sbarramento del 4%.
Limite del 4% che sfondano (e non era assolutamente scontato) il Nuovo Centro Destra – Unione di Centro di Alfano che raggiunge un forse insperato 4,38% nonostante le “gufate” di Brunetta & C. e
“L’altra Europa Tsipras” che si assesta al 4,03% e farà parte del nuovo Parlamento Europeo.
La sorpresa arriva da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Guido Crosetto, che si ferma al 3,66% e se ne starà alla porta perlomeno sino al 2019.
Percentuali sotto l’1% per i Verdi, l’Italia dei Valori e Scelta Europea.
Nella circoscrizione dell’Italia Nord Occidentale, quella che ci riguarda da vicino, il Partito Democratico ottiene il 40,62%, il Movimento 5 Stelle il 18,40%, Forza Italia il 16,22%, la Lega Nord l’11,74%, Tsipras il 3,81%, il NCD-UDC il 3,48%, Fratelli d’Italia il 3,18%, i Verdi l’1%, Scelta Europea lo 0,66%, l’Italia dei Valori lo 0,65% e Io cambio lo 0,18%.
In Provincia di Savona vince il Partito Democratico, con il il 40,58% (60.560 voti), a seguire il M5S con il 24,07% (35.927 voti), poi Forza Italia con il 16,24% (24.245 preferenze), Lega Nord con il 7,19% (10.737 voti), Altra Europa con Tsipras il 3,82% (5.710 voti), Fratelli d'Italia il 2,90% (4.331), NCD il 2,62% (3.924) , Verdi Europa 1,13% e altri partiti 1,40%.
In totale si sono avute 3.103 sched bianche, l'1,96% e 5.514 schede nulle, il 3,49%. Elettori della Provincia di Savona erano 240.160 ed hanno votato il 65,72% (157.853 persone).
In Liguria il Partito Democratico conquista il 41,67% (323.728 elettori), il M5 di Stelle 25,95 (201.617 elettori), Forza Italia al 13,89 (107.908 voti), Lega Nord 5,56% (43.211 voti), l'Altra Europa con Tsipras 4,51% (35.102 elettori), NCD 3,14% (24.427 elettori).














