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Attualità | 08 luglio 2014, 11:26

Le follie della burocrazia: in arrivo una "tassa" sui volontari del Soccorso Alpino

Il Ministero pretende la marca da bollo da 16 euro sulle domande di rimborso a seguito di un intervento

Le follie della burocrazia: in arrivo una "tassa" sui volontari del Soccorso Alpino

I volontari lavoratori autonomi del Soccorso Alpino, per ottenere il rimborso a seguito di un intervento, dovranno fare domanda in carta bollata. Il Ministero ha infatti disposto che per ottenere il relativo indennizzo si dovrà presentare una domanda in duplice copia con una marca da bollo di 16 euro: essendo la richiesta doppia, il tutto si traduce in un esborso da 32 euro.

I volontari autonomi del CNSAS verranno poi rimborsati con una cifra che varia dai 30 ai 60 euro e solo se l'intervento o l'addestramento dureranno almeno 6 ore. I tempi di rimborso sono di circa due anni. 32 euro andrebbero quindi allo Stato.

La denuncia è partita dal Soccorso Alpino Bellunese, ma sta pian piano allarmando tutte le delegazioni, tra cui anche quelle liguri. Il rischio è che le varie Delegazioni decidano di sobbarcarsi le spese delle marche da bollo per non penalizzare il volontario. Ma questo vorrebbe dire tagli: sulla formazione e sugli aggiornamenti professionali. Il che sarebbe gravissimo.

"Una parte di Stato che non riconosce la portata dell’ordinamento di riferimento del C.N.S.A.S. né tantomeno la sua specifica attività, una parte di Stato che non conosce gli stessi principi introdotti con la riforma del Titolo V della Costituzione, ovvero persiste nell’offendere di fatto chi quotidianamente allo Stato stesso si sostituisce gratuitamente, è un assurdo logico che non può trovare accoglimento di sorta e che, per questa unica ragione – la dignità dei Volontari – troverà la conseguente e legittima presa di posizione, pur nella correttezza del modo di porsi e rapportarsi” è quanto ha dichiarato Fabio Bristot (detto Rufus), delegato CNSAS II Zona Dolomiti Bellunesi, che ha scritto alla Direzione generale del ministero e agli uffici competenti per evidenziare l’odioso paradosso.

Cinzia Gatti

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