Dopo i casi riscontrati in Europa, il timore che la malattia possa giungere anche in Italia e nella nostra Provincia continua ad aumentare.
Questa mattina la notizia di un sospetto caso di Ebola proprio a Savona, precisiamo subito, ad ogni modo che l'Asl 2 savonese ha già operato tutti gli accertamenti del caso e ha escluso possa trattarsi di tale patologia.
Il timore è stato concreto e si sono poste in essere tutte le precauzioni previste dal Protocollo Regionale “Malattia da Virus Ebola. Implementazione di sorveglianza e case managment”.
La premessa spiega in particolare di cosa si tratta “La Malattia da Virus Ebola è una febbre emorragica grave e spesso fatale per l’uomo. L’infezione si trasmette per contagio attraverso il contatto con sangue, secrezioni o altri fluidi biologici, tessuti, organi di pazienti infetti viventi o deceduti. La trasmissione all’interno della comunità avviene attraverso contatto diretto di sangue o liquidi biologici con mucose o coluzione di continuo cutanea o contatto indiretto da oggetti contaminati”.
Come si manifesta? Si legge nel protocollo “L’incubazione può andare da 2 a 21 giorni e si manifesta con febbre, astesia profonda, cefalea, mialgie e può seguirsi vomito diarrea faringite, insufficienza renale o epatica. I fenomeni emorragici si manifestano al sesto-settimo giorno.”
Ma siamo preparati in provincia di Savona ad affrontare un'eventuale emergenza "Ebola"?
Ci spiega Roberto Carrozzino Asl2 savonese “Abbiamo adottato le misure previste dal Protocollo nei nostri ospedali. Abbiamo recepito a pieno le procedure e le modalità di agire nei vari casi. In Provincia di Savona sono già un paio di settimane che si sono fatti corsi di formazione e volti a istruire i pazienti e gli operatori interessati per garantire la loro sicurezza, quella del paziente e dell’intera collettività”.
Per quel che concerne il materiale, tute, mascherine, guanti e le dotazioni necessarie per affrontare in sicurezza tali situazioni afferma Carrozzino “Abbiamo adottato il protocollo e quindi possediamo le dotazioni necessarie”.
Un banco di prova è stato proprio il caso sospetto di ieri che ha dimostrato come il personale medico e i militi del 118 sono in grado di affrontare la situazione gestendola in totale sicurezza.
Temendo che la donna Nigeriana potesse essere affetta dalla malattia, infatti, è stata prelevata dalla propria abitazione da personale adeguatamente tutelato attraverso le tute anticontagio, le maschere e i guanti in dotazione, è stata dunque trasportata all'Ospedale San Paolo nel reparto malattie infettive dove era stata allestita una apposita stanza a pressione negativa - dove cioè non può uscire l'aria e quindi eventualmente il virus - nella quale è giunta attraverso un ascensore accessibile solo con l'utilizzo di una chiave e adeguatamente sterilizzato dopo il passaggio.
Inoltre ad essere sottoposti a isolamento precauzionale anche i famigliari della donna e le persone venute a contatto con la stessa questo per arginare eventualmente il diffondersi della malattia.















