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 / Politica

Politica | 13 agosto 2015, 06:15

Prossime elezioni comunali a Savona: il bitume rischia di affossare il PD

Martedì al consiglio comunale sul deposito distoccaggio in porto, il Partito Democratico è apparso debole, passivo e incapace a respingere le accuse

A sinistra Federico Berruti, a destra Francesco Giachino

A sinistra Federico Berruti, a destra Francesco Giachino

Cinque Stelle contro Pd, Pd contro Autorità Portuale, cittadini contro Pd e BIT. A Savona l'infuocato consiglio comunale di martedì sul bitume ha dato alla luce un nuovo risvolto capace di cambiare i futuri equilibri politici in città.

Il Partito Democratico visto martedì è apparso debole, passivo e incapace a respingere le accuse, talvolta disunito con esponenti che si smentivano l'un l'altro e che si toglievano (come nel caso Berruti- Paita “amici-nemici” da sempre) alcuni sassolini dalla scarpa. Un precario “stato di salute” che suona come un campanello d'allarme per la giunta Berruti soprattutto in vista delle prossime elezioni comunale di maggio 2016.

Uno schiaffo che a distanza di ore brucia ancora per il centro sinistra savonese la cui reazione appare ora indecifrabile. La sensazione è che il Pd, con la vicenda bitume, potrebbe registrare una battuta d'arresto stendendo il tappeto rosso a un Movimento Cinque Stelle che con l'affondo di martedì ha mostrato maggior smalto rispetto a chi oggi governa la città. Più volte e da più parti è stato ribadito nel sala consiliare “l'incontro non può e non deve essere propaganda elettorale” ma per lunghi tratti la percezione è stata proprio questa. Sia chiaro: il problema bitume è reale e concreto ma le occasioni di “punzecchiamenti” reciproci non sono mancate con un centro destra spesso alla finestra impegnato a studiare le mosse degli avversari.

Incompetenza”, “superficialità” e “poca trasparenza”: sono queste le accuse mosse da più parti alla giunta Berruti per il suo mancato impegno e la sua passiva partecipazione all’iter autorizzativo del progetto. Un deposito di bitume in porto “inaccettabile” ma sostenuto passivamente dall’amministrazione con un laisser fair che non ha portato a nulla di buono. Infatti la questione bitume è venuta a galla solo grazie ad alcuni consiglieri, quali Daniela Pongiglione (Noi per Savona – Verdi), Milena Debenedetti (Movimento 5 Stelle), Giampiero Aschiero (API) e Carlo Frumento (Gruppo Misto) che hanno presentato un’interrogazione. Solamente dopo questa segnalazione e le proteste dei cittadini, il Comune ha cambiato rotta prendendo le misure (quali l’approvazione di un ordine del giorno e una nota del sindaco che dichiara il progetto “incompatibile con la vocazione turistica ella città”) per distaccarsi dal progetto, e da qui tentato l'ultima, disperata, mossa: quella di richiedere la VIA, la Valutazione di Impatto Ambientale.

Martedì in palazzo Sisto le urla, i volantini sventolati e i pesanti faccia a faccia hanno manifestato il malcontento dilagante da parte della cittadinanza. Ad attaccale la giunta e in particolare il PD non solo è stato il M5S, ma anche la destra, da Ileana Romagnoli di Forza Italia ad Alessandro Parino di Fratelli d’Italia-AN e Massimo Arecco della Lega Nord.

In ultimo, anche l’azienda BIT Savona, che ha preso in carico il progetto, è stata attaccata pesantemente dal pubblico presente a palazzo Sisto. L’azienda però ha dribblato abilmente le critiche definendo l'iter che ha portato al progetto “trasparente, preciso e completo dal punto di vista procedurale e soprattutto condiviso con lo stesso Comune e Regione”.

Il rappresentante della società BIT Savona, Francesco Giachino, interpellato dai consiglieri Daniela Pongiglione di Noi per Savona-Verdi e da Giampiero Aschiero di API su un possibile cambio di collocazione del deposito, si è dimostrato collaborativo.  I consiglieri lo hanno interpellato anche sul problema della troppa vicinanza del deposito al centro cittadino e sui pericoli sulla salute: “La distanza ad un centro abitato non è un problema perché è appurato che il bitume non è nocivo -  ha risposto Giachino, scatenando la rabbia del pubblico - Abbiamo seguito un regolare iter autorizzativo  e anche sotto gli aspetti tecnici non c’è nulla da temere: non c’è alcun rischio per la salute e la sicurezza dei savonesi, è inutile fare disinformazione a riguardo”.

Ma la palla non può che inevitabilmente passare di nuovo al Comune. Perché vista la contrarietà all’infrastruttura non ci si opposti in tutte le sedi opportune quando la probabilità di fermare il progetto era certamente più alta? Dubbi che al momento non trovano risposte. Dall’interminabile e inconcludente seduta del consiglio comunale ad essere emerse sono state solo la rabbia e il malcontento. Soprattutto verso quel Pd che, anche a livello locale, è passato a essere da un fortino inespugnabile a un castello di carte pronto a crollare al primo colpo di vento.

Debora Geido

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