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Eventi | 17 agosto 2015, 09:15

Finalmarina: continua la rassegna "Un libro per l'estate"

Proseguono gli incontri con l'autore del mese di agosto, come consueto in Piazzale Buraggi a Finalmarina ore 21,15. Ingresso libero.

Finalmarina: continua la rassegna "Un libro per l'estate"

Martedì 18 agosto  è la volta di FRANCESCO VIVIANO che presenta IO, KILLER MANCATO. IL GIORNALISTA CRESCIUTO CON I MAFIOSI. Chiarelettere ed.. Conduce Gloria Bardi

Il ragazzo ha la pistola in pugno. È in un vicolo di Palermo e ha il compito di vendicare la morte di suo padre. Quel ragazzo poco più che adolescente, che ha imparato a sopravvivere nel cuore nero della Sicilia, ora è a un bivio. Io, killer mancato è la storia di Francesco Viviano, cresciuto tra povertà, paura, fame, morte e mafia. E davanti a quel bivio sceglie di non sparare. Diventa giornalista – prima all’Ansa, poi a “la Repubblica”, dove oggi è uno dei principali inviati, autore di scoop e inchieste clamorose – e da giornalista fa rivivere gli anni folli delle guerre di mafia. Sulla strada e in tribunale, Viviano segue gli omicidi di Falcone e Borsellino, il maxiprocesso, il processo Riina. Adulto, incontra i vecchi compagni di gioco, ora capimafia dietro il tavolo degli imputati.

Qualche cenno sull'autore. Nato il 25 febbraio del 1949 a Palermo, ha iniziato la carriera come "fattorino" all'Ansa (dove la madre faceva le pulizie) poi dal 1984 ha collaborato con Repubblica dove è stato assunto come inviato nel 1998. Autore di molti scoop, tra cui quello sulla "trattativa", si è occupato delle guerre di mafia dagli anni '80 ai 90, ha seguito tutte le stragi, tutti i processi. Inviato di guerra in Iraq ed Afghanistan, è stato premiato quattro volte "cronista dell' anno", premio giornalistico Mario Francese, Giuseppe Fava e tanti altri. E' "pregiudicato" perché condannato per essersi infiltrato nel centro di accoglienza di Lampedusa, la prima volta nella storia. Ha scritto otto libri ed è "capitano di macchine" diplomato al nautico. L'ultima opera è "Io, killer mancato" (2014, Chiarelettere)

 

Mercoledì  19  agosto ALESSANDRA ZINITI presenta IL CORAGGIO DELLE DONNE. STORIE AL FEMMINILE DI ORDINARIO EROISMO. Imprimature Ed.. Conduce Caterina Malavenda.

A volte fare semplicemente il proprio dovere è un atto eroico che può costare la vita. E le donne mostrano spesso più coraggio degli uomini. Le cronache del 2013 ci hanno raccontato di tante donne vittime della violenza maschile, ma anche di tante che hanno perso la vita per il loro coraggio e il loro senso civico: donne che non sono vittime, ma eroine civili. Alessandra Ziniti ripercorre alcune storie esemplari: Lucia Annibali, l'avvocato sfregiata con l'acido, che ha intrapreso un lungo percorso di guarigione alla luce del sole; la dottoressa Eleonora Cantamessa, che ha perso la vita per soccorrere un ferito durante una rissa; il sindaco Laura Prati, uccisa per aver sospeso dal servizio un vigile accusato di truffa; Elena Ferrara, imprenditrice antiracket; Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa e Linosa che da anni si batte per i diritti dei migranti e contro l'indifferenza verso le stragi del Mediterraneo.

 

Giovedì  20 agosto SERGIO RIZZO presenta DA QUI ALL'ETERNITA'. L'ITALIA DEI PRIVILEGI A VITA. Feltrinelli Ed.. Conduce Caterina Malavenda.  CATERINA MALAVENDA

È accettabile, in un paese martoriato da una crisi infinita, che un deputato regionale cinquantenne, con l’età di Brad Pitt e Monica Bellucci, incassi un vitalizio dopo solo qualche mese di legislatura? E prendendo più del doppio di un operaio inchiodato 42 anni in fabbrica? Come possono i cittadini esposti da anni al massacro dei loro diritti,dall’innalzamento inarrestabile dell’età pensionabile al taglio degli assegni previdenziali, rassegnarsi all’intoccabilità dei privilegi ingiustificati di altri cittadini, considerati di serie a? Quello delle rendite perenni e spropositate, dei vitalizi scandalosi o delle poltrone perpetue è il più odioso dei vizi nazionali. Pubblici e privati: perché chi entra nel circolo vizioso del potere burocratico finisce per rimanervi felicemente intrappolato per sempre. Ci sono dirigenti pubblici pressoché inamovibili anche ben oltre la pensione, boiardi che hanno portato al collasso aziende del parastato e sono stati premiati con nuove poltrone di prestigio. E poi ancora consiglieri regionali, assessori provinciali, generali, ambasciatori, top manager di banche e imprese che possono contare su infinite prebende e inappellabili incarichi a vita, sindacalisti a cui la politica garantisce sistemazioni eterne con vitalizi da favola. La colpa spesso è delle regole. Regole sbagliate, assurde, scritte per un mondo che non c’è più o forse non c’è mai stato. Regole che hanno spalancato un abisso fra il Palazzo e il paese. Talvolta, frutti avvelenati del Sessantotto, la cui generazione voleva cambiare il mondo, ma ha cambiato in meglio solo la propria esistenza a scapito di quella dei figli. Per rimettere in moto l’Italia si deve ripartire da qui. Mettere in discussione i privilegi eterni. Abbattere le rendite parassitarie. Cambiare le regole assurde che rischiano di distruggere il paese.

Sergio Rizzo è inviato ed editorialista del “Corriere della sera”, dopo aver lavorato a “Milano Finanza”, al “Mondo” e al “Giornale”. Tra i suoi libri, per Rizzoli: Rapaci, La cricca e Razza stracciona. Insieme a Gian Antonio Stella ha scritto, sempre per Rizzoli, La Casta, La Deriva, Vandali e Licenziare i  padreterni. Con Feltrinelli ha pubblicato Se muore il Sud (con Gian Antonio Stella, 2013; Premio Benedetto Croce 2014) e Da qui all'eternità. L'Italia dei privilegi a vita (2014).

 

Buona lettura e buon ascolto!

cs

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