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Curiosità | 23 settembre 2016, 08:27

Mattarella a Stella e Savona per il 120° anniversario della nascita di Sandro Pertini, ma quale il ruolo di quest'ultimo nella storia savonese?

Excursus sul ruolo avuto da Pertini nella celebre “stagione delle bombe” a Savona tra l’autunno del 1974 e la primavera del 1975, che tanta importanza avrebbe rivestito nella storia recente di Savona grazie al Dott. Andrea Gandolfo

Mattarella a Stella e Savona per il 120° anniversario della nascita di Sandro Pertini, ma quale il ruolo di quest'ultimo nella storia savonese?

In occasione delle celebrazioni per il 120° anniversario della nascita di Sandro Pertini, che vedranno il loro clou il 25 settembre con la visita a Stella e Savona del Presidente Mattarella, il Dott. Andrea Gandolfo presenta alcune note storiche in merito al ruolo avuto da Pertini nella celebre “stagione delle bombe” a Savona tra l’autunno del 1974 e la primavera del 1975, che tanta importanza avrebbe rivestito nella storia recente di Savona. Ecco dunque il  racconto di questo “storico” episodio della storia savonese:

Nel mese di novembre del 1974 si era ulteriormente incrementato a Savona il numero degli attentati di probabile matrice neofascista, che, tra l’aprile 1974 e il maggio 1975, avrebbero causato una vittima e una ventina di feriti tra il capoluogo e alcuni centri limitrofi. Allo scopo di manifestare la propria vicinanza alla città che lo aveva visto “nascere” culturalmente e politicamente, Pertini, che ricopriva allora la carica di presidente della Camera, decise di recarsi in visita a Savona una prima volta il 23 novembre 1974, dopo il grave attentato che tre giorni prima era costato la vita all’ottantaduenne Fanny Dallari, e nel febbraio dell’anno successivo due giorni dopo lo scoppio di un altro ordigno nei pressi della Prefettura. Nel corso della prima visita il presidente della Camera si recò tra l’altro presso l’ospedale San Paolo insieme al sindaco Carlo Zanelli, all’assessore regionale Teardo e al presidente del nosocomio Locci, per andare a trovare le vittime dell’ultimo attentato in via Giacchero ancora ricoverate.

    Poco dopo Pertini, sempre insieme al sindaco e alle altre autorità locali, partecipò a una messa in suffragio della vittima dell’attentato del 20 novembre presso la chiesa di San Pietro. Dopo un breve colloquio con il sindaco Zanelli, il presidente della Camera raggiunse la Federazione provinciale del PSI, dove ebbe un incontro con alcuni partigiani che gli consegnarono una targa in ricordo di Savona socialista. Nel pomeriggio ritornò quindi al palazzo comunale per presiedere una riunione che vide la partecipazione dei membri del Comitato antifascista, dei rappresentanti dei Consigli di quartiere e delle organizzazioni di base per stabilire i provvedimenti da adottare nei confronti della popolazione nei giorni successivi e predisporre una vigilanza più adeguata. Conclusa la riunione, Pertini lasciò Savona per recarsi a Genova, da dove ripartì alla volta di Roma. Tre mesi più tardi, il 26 febbraio 1975, il presidente della Camera si recò una seconda volta a Savona per partecipare a una grande manifestazione indetta dal Comitato unitario antifascista cittadino in risposta agli attentati verificatisi in città negli ultimi tempi. Prendendo la parola dal palco di piazza Sisto IV, Pertini dichiarò che il fascismo non si combatteva soltanto con metodi polizieschi, ma anche con le riforme e affrontando la disuguaglianza sociale. Si disse poi molto orgoglioso della risposta fornita dalla sua città all’eversione fascista e invitò le autorità locali a perseguire con fermezza e decisione gli esecutori e i mandanti degli attentanti terroristici neofascisti. Ricordò quindi l’impegno del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e di tutta l’Arma nella lotta antifascista, spronando inquirenti e agenti di pubblica sicurezza a un maggiore zelo nell’attività investigativa per la salvaguardia dello Stato. Il presidente della Camera auspicò infine  che i giovani continuassero a lottare rimanendo uniti al movimento operaio. Al termine del discorso di Pertini il corteo con le autorità e tutti i partecipanti alla manifestazione si snodò per le vie principali della città. In serata Pertini partecipò a una riunione al palazzo civico con i rappresentanti del Comitato unitario antifascista per fare il punto sulla situazione, che esaminò anche in un colloquio telefonico con il ministro dell’Interno Gui poco prima di ripartire per la capitale.

    Dopo la riunione presso la sede del Comune, Pertini incontrò i numerosi giornalisti giunti a Savona per seguire la manifestazione indetta dal locale comitato antifascista. Nell’intervista rilasciata all’inviato del quotidiano “Il Lavoro” dichiarò in particolare sulla reazione di Savona e dei savonesi agli attentati che avevano colpito la città negli ultimi mesi: «Savona, in questo momento, sta dando un esempio a tutto il Paese e io vado fiero di aver compiuto le mie prime lotte di uomo libero in questa città. Da parte mia, mi sono già adoperato perché ogni cosa possibile sia realizzata dalle forze dell’ordine affinché venga fatta piena luce sull’attuale tentativo eversivo, che non colpisce soltanto la città ligure, ma l’intero ordinamento democratico dello Stato italiano. Per questo motivo ho avuto colloqui con il ministro degli Interni, Gui, e con il capo della polizia, Efisio Zanda, che è stato uno dei più apprezzabili prefetti di Savona. L’opera più importante è già stata però realizzata dai cittadini di questa mia città che hanno saputo mettere in atto una unità di intenti senza precedenti. Perfino ai miei tempi negli anni ’20, quando a Savona venivo spesso fatto segno alle “attenzioni” dei picchiatori fascisti, non si era realizzata un’unità simile. In quel momento la piccola e media borghesia dimenticava, oppure non sapeva, quale tragico pericolo fosse il fascismo sorgente. Gli operai venivano percossi all’ingresso delle fabbriche e tutti gli antifascisti avevano vita dura soprattutto per la incomprensione e la ignavia degli altri. Anche a Roma negli ambienti politici è stata notata questa serietà della popolazione che ha dato sicurezza e garanzia per le istituzioni democratiche».

 

cs

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