È giunto nel pieno della sua attuazione il secondo ciclo di incontri “Andata e Ritorno”, avviato lo scorso novembre e destinato a concludersi a maggio. Del primo ciclo avevamo parlato su Savonanews (leggi QUI) quando il progetto, all’inizio del suo sviluppo, aveva già conquistato positivi riscontri. Ora questo appuntamento per fare incontrare due generazioni così diverse tra loro, i bambini e gli anziani, è cresciuto ulteriormente. Si tratta di due incontri settimanali di un’ora ciascuno nei quali i bambini dell’Istituto Comprensivo Spotornese si recano in visita presso l’Opera Pia “Siccardi-Berninzoni” e là incontrano i “nonni” del paese, sviluppando insieme tanti laboratori: i bambini ascoltano con piacere le vicende del passato che hanno rappresentato la storia della nostra nazione ma, nel contempo, scoprono i giochi che si facevano una volta, imparano poesie e canzoni in dialetto delle quali si rischierebbe di perdere la memoria, riscoprono antiche tradizioni e leggende del nostro territorio e molto altro. Con una importante novità: questo evento che nella sua prima edizione era riservato alle scuole elementari, quest’anno è stato ampliato alla classe più grande della materna e alla prima media.
Nell’incontro del 5 aprile, al quale abbiamo assistito noi, i bambini e gli anziani costruivano insieme delle cornici artigianali, scattavano le loro foto, le stampavano e, quando il lavoro sarà terminato, questi splendidi ritratti di “giovani di oggi e giovani di ieri” andranno a impreziosire i corridoi della struttura.
Abbiamo raccolto sul posto un po’ di testimonianze su questa esperienza.
Paola Cristiglio (direttrice della Residenza Protetta): “Ottima la scelta di avviare un percorso di continuità verso le medie, includendo il passaggio cruciale dalla quinta elementare alla prima media. Rispetto alla prima edizione anche gli ospiti della nostra struttura sono sempre più coinvolti e qualche figura tra loro ha spiccato, come Maria Pia, una vera memoria storica del paese, che sa tutto sulla storia, le tradizioni, i luoghi e con il suo entusiasmo ha fatto da traino anche tra gli altri. Il riscontro è stato graduale, la curiosità di alcuni tra i nostri ospiti ha portato via via tanti altri nonni ad avvicinarsi sempre di più al progetto con piacere e soddisfazione. Non voglio sembrare retorica se dico che questa esperienza dà un senso alla vita di queste persone: loro, tramandando, capiscono che tutto ciò che hanno vissuto servirà anche alle giovani generazioni. I nostri anziani si illuminano letteralmente quando vedono la curiosità dei bambini per le loro testimonianze. E per tutto questo vorrei esprimere il mio grazie a Maria Chiara Garofalo, che crede in quello che fa e lo fa con determinazione”.
Rosanna Lucon, insegnante di classe 5^ (insieme a Maria Luisa Varino): “Il bilancio è molto positivo: i bambini sono sempre felici di partecipare e si vede la spontaneità in questo entusiasmo. In quinta elementare produrremo anche un giornalino dedicato a questa esperienza e i bambini hanno fatto le loro interviste. L'elenco dei laboratori è stato ricco: dalla riscoperta di ricette tipiche, all’assemblaggio di cornici con materiali di recupero, abbiamo fatto il pesto e i bambini hanno approfondito la storia grazie ai racconti degli anziani, che hanno spiegato loro come si viveva durante la guerra”.
Marina Bussolini (vicepresidente del Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia): “Questo secondo anno è culminato in un vero crescendo di empatia e di affetto. I bambini che sono tornati si ricordavano dei loro nonni e viceversa. Nella struttura sono presenti anche dei parenti dei bambini, e questa è un’occasione in più per farli incontrare e renderli orgogliosi delle attività dei loro piccoli familiari, che mettono in scena recite, canzoni e tanto altro. Alcuni nonni soli, magari con un vissuto problematico, all’inizio erano un po’ schivi ma spontaneamente in modo graduale si sono incuriositi, avvicinati, emozionati. Tutto ciò ha rappresentato una grande e positiva opportunità di socializzazione”.
Tanti bambini hanno piacere di raccontare la loro testimonianza. Ci troviamo così a ricevere, correttamente posti in fila indiana, questi alunni gentili, tranquilli, educati e simpatici (in una parola: adorabili). Parliamo così con Ludovica, Francesco, Anna, Erik, Giacomo, Ludovico, Mattia e Christian. Tutti sono concordi nel dire che è stata un’esperienza bellissima. Ci raccontano con soddisfazione di avere coltivato l’orticello della struttura e ci spiegano che frutta e verdura appena raccolte dall’albero hanno un profumo e un sapore “speciali” rispetto a quelle che si comprano in un negozio. A questo punto chiediamo loro se si mangiava meglio una volta o oggi. Francesco: “Sicuramente meglio prima, perché non c’erano tutte queste cose chimiche velenose che si usano oggi”. Erik e Giacomo: “Come scelta meglio oggi, perché conosciamo più specialità di tutto il mondo, all’epoca c’era meno scelta, ad esempio mangiare la pizza era un’occasione rara. Ma come qualità meglio prima perché mangiavano quello che coltivavano loro ed era più genuino”.
E si viveva meglio ieri o oggi? Ludovica: “All’epoca era tutto più difficile, non avevano l’auto per andare a scuola”; Erik e Giacomo: “Ci ha colpito il fatto che siano arrivati fino a qui, con tutto quello che hanno passato”. Conclude Ludovico: “I nonni ci hanno fatto sentire veramente accolti”.
Matteo Bernardin è un fisioterapista davvero benvoluto nella struttura, che ha ricevuto persino un encomio dai medici per la passione che mette in tutto quello che fa. E, avendo assistito ad alcuni incontri, commenta: “Trovo che sia davvero positivo fare incontrare due generazioni. Gli anziani tornano a sentirsi utili, danno un senso alle loro vite tramandandone le vicende. E i bambini hanno l’opportunità di rivivere ciò che fino a oggi studiavano solo sui libri di storia, sentendo le vicende da chi le ha vissute in prima persona. E poi la cosa più bella è vedere con che entusiasmo i bambini hanno affrontato questa esperienza”.
Concludiamo la carrellata con il commento di Maria Chiara Garofalo, pedagogista, direttore e coordinatore del progetto “Andata e Ritorno”: “Dall’anno scorso a quest’anno con loro sono cresciuta anche io. Tutto è andato ancora meglio del previsto: più partecipazione, più sorrisi, più soddisfazione. E tutto è avvenuto spontaneamente e gradualmente. Persino le persone che inizialmente potevano apparire più schive e riservate si sono aperte, donando ai bambini poesie e canzoni e dando il meglio di loro”.
A tal proposito, Maria Chiara Garofalo ci anticipa un nuovo progetto: “Stiamo valutando l’ipotesi di avviare un paio di laboratori settimanali per coinvolgere piccoli gruppi di soli anziani con attività ad hoc, in modo da stimolare la manualità, la lettura, l’ascolto attivo, anche con brevi uscite per chi è in grado di affrontarle”.
Soddisfazione è espressa anche dal Comune di Spotorno, tramite l’assessore ai servizi sociali Davide Delbono: “Sicuramente il progetto continua anche quest’anno a dare dei frutti importanti, grazie anche a un ampliamento rispetto all’anno scorso. Il Comune sta ricevendo segnali di apprezzamento delle famiglie e per noi è la dimostrazione che il progetto deve continuare. Ha una valenza educativa notevole per i ragazzi e rende contente le persone della struttura. Faremo di tutto per confermarlo e ampliarlo ulteriormente”.




























