Elezioni Rsu 2018, Bellini: "Sulla sanità c'è bisogno di un turnover e rispetto per chi salva le vite"

Il 17-18-19 aprile si terranno le elezioni provinciali per il rinnovo delle rsu (rappresentanze sindacali unitarie), ancora una settimane di campagna elettorale dove le varie sigle sindacali si contenderanno nelle varie categorie, sanità, comuni, ministeri e scuola, le diverse rappresentanze dei lavoratori.

Per la CGIL e la categoria della sanità il segretario provinciale Giancarlo Bellini ha illustrato diversi aspetti: "Sono diverse le problematiche e complesse, a livello nazionale siamo in un settore all'avanguardia sul settore sanitario pubblico che vogliamo difendere e il marito è in gran parte delle persone che ci lavorano. Sono anni di difficoltà organizzative e economiche principalmente dovute al blocco del turnover delle assunzioni sostanzialmente non si sono verificati nessun ingresso di infermieri, assistenti sanitari, tecnici, medici negli ospedali pubblici, ci sono state poche assunzioni e le poche sono state andate a sostituire piccole quote di lavoro precario e sono numeri totalmente insufficienti".

"Abbiamo sempre cercato di costruire negli anni delle liste che abbiano al loro interno persone con competenti, i problemi che abbiamo di fronte sono a cascata rispetto al livello nazionale, si vede una carenza di personale molto forte, infermieri, oss, tecnici, impiegati lavorare in un sistema veramente faticoso, sfibrante, con migliaia di ore di straordinario, reperibilità continue e anche con livelli di soddisfazione economiche che non sono più adeguati, parliamo di persone che curano e che intervengono su altre persone, quindi il fatto di lavorare in sicurezza dovrebbe essere uno degli obiettivi primari. Hanno nelle mani la vita delle persone" continua Bellini.

Il tema della privatizzazione degli ospedali di Albenga e Cairo è tra i più caldi: "Abbiamo assunto una posizione critica contro la privatizzazione degli ospedali, non condividiamo questa soluzione e lo abbiamo detto fin dall'inizio, crediamo che la soluzione sia avere 'meno ospedale e più territorio', un sistema che sia in grado di prendere in cura e assistere una fascia di popolazione molto rilevante in termini percentuali di personale anziano, debole, con disabilità, cronicità, questo avrebbe dovuto portare alla riconversione delle strutture ospedaliere in strutture adeguate a queste esigenze, deospedalizzando. Un'altra questione è la gestione delle emergenze, perchè uno degli aspetti che coinvolge più le persone è quello del pronto soccorso sì o pronto soccorso no, non è vero che non ci sono i soldi per mantenere pubbliche le strutture ma devono essere spesi in una maniera utile, abbiamo chiesto e impostato la nostra azione a livello regionale. Ogni pezzo di servizio pubblico che si perde non torna più indietro".