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| 10 ottobre 2018, 18:38

L'allarme di Greepeace: idrocarburi dispersi fra Genova e la Corsica minacciano i cetacei

Le immagini satellitari mostrano una chiazza di greggio estesa per 100 km quadrati: il liquido inquinante èfinito in mare per la collisioni di due navi avvenuta negli scorsi giorni

L'allarme di Greepeace: idrocarburi dispersi fra Genova e la Corsica minacciano i cetacei

Secondo Greenpeace le conseguenze dell'incidente tra due navi a largo della Corsica rischiano di essere drammatiche per l'ecosistema marino, e a pagare uno dei conti più salati potrebbero essere i cetacei che proprio in quell'area hanno il loro santuario.

"Le immagini satellitari a nord della Corsica - spiegano dall'associazione ambientalista - mostrano che la contaminazione da idrocarburi interessa ormai oltre 100 chilometri quadrati". Greenpeace ha realizzato una elaborazione su immagini satellitari che mostrano come "l'area interessata dalla contaminazione è passata dai circa 88 chilometri quadrati dell'8 ottobre ai 104 chilometri quadrati di ieri, 9 ottobre".

"Questo è l'ennesimo disastro che si verifica nel Santuario dei Cetacei - osserva il direttore delle Campagne di Greenpeace Italia Alessandro Giannì - Recuperare gli idrocarburi dispersi è impossibile e se non si mettono a punto meccanismi efficaci per prevenire simili incidenti il Santuario dei Cetacei sarà sempre a rischio. È evidente che questo incidente poteva essere evitato".

Secondo Giannì: "Il sospetto che sulla plancia del traghetto Ulysses non ci fosse nessuno è assolutamente fondato e un meccanismo di controllo delle rotte che si applichi almeno alle grandi imbarcazioni avrebbe potuto prevenire quest'incidente".

Greenpeace riferisce inoltre che "secondo quanto si apprende da fonti stampa francesi, si potrebbe trattare del rilascio di varie centinaia di tonnellate di combustibile Ifo (Intermediate Fuel Oil), una sostanza più leggera del bunker (combustibile semisolido), con un livello di tossicità acuta definito 'medio', ma con elevato livello di rischio per imbrattamento (a causa dell'elevata viscosità) e con elevata persistenza".

Le prossime ore, aggiunge Greenpeace, potrebbero essere decisive per l'evoluzione di questo disastro: "Fino ad ora le condizioni meteo sono ottimali, ma tra ventiquattro ore nella zona sono previste onde di due metri. Ciò potrebbe comportare non solo una notevolissima, ulteriore, dispersione degli idrocarburi fuoriusciti dalla portacontainer Virginia, ma anche rendere difficoltosa l'operazione di separazione delle due navi. In condizione di mare agitato, peraltro, le due navi potrebbero subire danni ulteriori con conseguenze pericolosamente imprevedibili". 

RG

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