Non svanisce a Finale il ricordo di Janira D'Amato. E nella settimana dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne l'amministrazione finalese insieme alllo Zonta International, da sempre in prima linea contro violenza donne e matrimoni precoci, ha inaugurato questa mattina in piazza del Tribunale una nuova "panchina rossa antiviolenza".
Ad accogliere giovani studenti, giunti anche da Albenga, e finalesi presenti all'inaugurazione la presidentessa della sezione finalese dello Zonta, Patrizia Colman, dalla quale parte un accorato appello a ragazzi e ragazze: "Bisogna pensare ad una trasformazione del pensiero, dobbiamo lavorare anche sugli uomini per far comprendere che non esiste differenza genere. Alle donne dico: prendiamo consapevolezza del nostro essere, studiamo, portiamo avanti i nostri progetti, solo così riusciamo a sganciarci da un'idea di base che ci rende deboli. Denunciate, parlate, informatevi e soprattutto ricordatevi che l'uomo non è diverso da noi donne, e ricordatevi: il branco è la cosa peggiore. È una giornata triste ma che deve servire, perché nel futuro queste cose accadano meno o non accadano addirittura più".
A rappresentare l'amministrazione comunale l'assessore Claudio Casanova: "Ogni nuova panchina rossa speriamo sia anche l'ultima, ma purtroppo questi eventi tragici continuano ad accadere. Per evitare che si ripetano serve che ognuno in casi simili prenda forza e si faccia aiutare da persone vicine".
Una giornata particolarmente sentita per gli studenti ed il personale dell'Istituto Alberghiero "Migliorini", dove Janira studiava: "Siamo sempre presenti quando si parla del suo ricordo - dice commossa la vicepreside Stefania Arata -. Era una persona meravigliosa, impegnata nel sociale. Per noi è molto importante che da questa tragedia ne nasca qualcosa per sensibilizzare le future generazioni. Agli studenti e alle studentesse dico: chi vi ama non può limitarvi, non può impedirvi di seguire i vostri sogni. Diffidate di chi fa il contrario, non è vero amore".
Una giornata di sensibilizzazione seguita poi con lo spettacolo "Meravigliose creature", a cura dell'Associazione Baba Yaga in collaborazione con CSD Arte e Spettacolo. Una panoramica su due secoli, dal 1900 per arrivare fino ai giorni nostri, rivissuto con un insieme di performance artistiche e installazioni che attraversa diverse epoche vite di donne, storie di violenze.
Il tutto attraverso il teatro, perché, come spiegano Maria Grazia Pavanello, presidentessa dell'associazione, e Lara Giurdanella "teatro e danza sono due modi per parlare alle persone con un linguaggio molto intimo. Lo spettacolo nasce dall'idea di alcune donne riunitesi con un intento: portare in scena le emozioni che provano".
A chiudere la mattinata un confronto con la dottoressa Cavanna, direttrice del Centro Antiviolenza Artemisia Gentileschi, che ha illustrato le funzioni del centro che fornisce supporto e assistenza alle donne.




























