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Economia | 09 marzo 2020, 12:25

L'Unione Provinciale Albergatori Savona: "Il governo ci aiuti, ma da parte nostra con senso di responsabilità e serietà possiamo uscire dalla fase critica"

Berlangieri: "Non facciamo le cicale che cantano una sola notte. Pensiamo sulla lunga distanza. E lavoriamo tutti insieme a una massiccia promozione per quando la curva di contagio sarà crollata"

L'Unione Provinciale Albergatori Savona: "Il governo ci aiuti, ma da parte nostra con senso di responsabilità e serietà possiamo uscire dalla fase critica"

Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri prima e l’ordinanza regionale poi, entrambi emessi in questo fine settimana, sono destinati a lasciare un segno tangibile non soltanto nell’economia ligure, ma persino nello stile di vita di tutti noi che viviamo in queste quattro province in riva al mare. Ma in modo particolare, è innegabile che le ricadute più violente, alla luce delle restrizioni di spostamento nelle “zone rosse”, saranno per il settore alberghiero.

Ne abbiamo parlato con Angelo Berlangieri, presidente di UPASV, l’Unione Albergatori della Provincia di Savona.

Le restizioni per gli alberghi presenti nel testo prodotto dalla Regione Liguria sono tangibili: quali saranno le ricadute?

“In questa fase la lotta da fare è contenere l’emergenza con grande senso di responsabilità e serietà. Perché se esplode i rischi sull’intera stagione saranno enormi. Per questo dobbiamo essere molto attenti. La nostra preoccupazione dev’essere limitare il contagio: i numeri sono esplosi, il virus sta viaggiando e rischiamo di mandare al collasso un intero sistema sanitario con ricadute drammatiche. Stringiamo i denti e facciamo uno sforzo, anche se è innegabile che le imprese del turismo stanno prendendo una bastonata gigantesca. Aspettiamo misure del governo per non morire due volte: di Coronavirus ma anche di crisi economica. Rischiamo che il sistema ricettivo collassi come quello sanitario. Si devono costruire nuove misure di promozione e comunicazione per quando l’emergenza finirà e la situazione tornerà alla normalità, ma non bisognerà iniziare a pensarci quando l’emergenza sarà già cessata, che cosa vogliamo fare? Perdere altri mesi? Attiviamoci subito in questa campagna positiva, si lavori adesso per costruire gli strumenti di rilancio dopo la discesa della curva del contagio”.

Il DPCM “scade” il 3 aprile e Pasqua sarà nel weekend successivo. È ancora salvabile?

“Al 99% la Pasqua è andata e la primavera è totalmente in dubbio. Rischiamo la catastrofe totale: sanitaria, sociale, economica. Ma visto com’è l’andamento epidemico, se riusciamo a gestire la situazione con senso di responsabilità e comportandoci come dicono gli esperti, un barlume di speranza ancora c’è. Ma se guardiamo alla Cina, con un senso estremamente rispettoso e rigoroso delle regole, le varie categorie economiche hanno impiegato circa 40 giorni prima di vedere la luce in fondo al tunnel e tornare alla normalità. Peccato che qui, fino a ieri (letteralmente) abbiamo cantato, suonato e ballato e parole come senso di responsabilità siano ancora troppo estranee”.

Nel weekend appena trascorso, che ha visto tanta gente riversarsi in Riviera, quali erano gli umori, le sensazioni e le ricadute?

“Rilancio l’appello al senso di responsabilità: meglio salvare l’economia per un weekend o per sempre? Quello che è successo nello scorso weekend è sbagliato, meglio soffrire un po’ subito e risollevarci gradualmente, se ovviamente aiutati da un governo presente. Non facciamo le cicale, che cantano al sole per una sola stagione. Seguiamo l’esempio Cina, cerchiamo di essere responsabili per non uscirne con le ossa rotte. Può essere simpatico pensare che in fondo la Liguria piace sempre, ma servono prudenza, responsabilità e visione in prospettiva”.

Adesso è azzardato fare previsioni per l’estate 2020?

“Adesso è prematuro. Le persone di certo hanno voglia di andare in vacanza e si è appena visto, se l’emergenza (lo ripeto: con senso di responsabilità di tutti) cesserà in tempi brevi, noi siamo attrezzati e pronti a ripartire. L’appello al governo è: aiutateci a gestire e superare questa fase apicale della nostra crisi di settore, noi da parte nostra come categoria siamo lucidi, sereni e abbiamo il polso della situazione”.

Alberto Sgarlato

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