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Attualità | 06 aprile 2020, 08:00

Produzione mascherine a Varazze, l'allarme dell'imprenditore Petrini: "Non ho avuto aiuti dallo Stato, ho fatto domanda ma non è stata accolta"

Ieri a "Che tempo che fa", il 52enne varazzino ha esposto tutte le problematiche riscontrate dalla sua attività di produzione di mascherine nata per far fronte all'emergenza Coronavirus

Produzione mascherine a Varazze, l'allarme dell'imprenditore Petrini: "Non ho avuto aiuti dallo Stato, ho fatto domanda ma non è stata accolta"

"Non ho avuto aiuti dallo Stato, ho fatto domanda per la riconversione e non è stata accolta, faremo ricorso. Ci sono degli aspetti burocratici, ci richiedevano delle certificazioni e ora abbiamo i requisiti".

Davide Petrini, 52enne, imprenditore di Varazze ieri è stato ospite di "Che tempo che fa", condotto da Fabio Fazio, ed ha illustrato, come già scritto dalla nostra redazione (Leggi QUI), spiegando tutte le problematiche riscontrate dalla sua attività di produzione di mascherine nata per far fronte all'emergenza Coronavirus.

Dalla sua azienda che comprende due pescherecci, un ristorante "Il pesce pazzo" e sedici dipendenti, è passato così ad una vera e propria attività di produzione di mascherine. L'azienda si trova in località Parasio sulle alture varazzine, un capannone di circa 700mq tra la parte superiore dedicata agli uffici e la zona sottostante per la produzione.

Ha acquistato su internet una macchina arrivata dalla Cina, fondamentale per la fabbricazione, dal costo di circa 70mila euro, ai quali si sono aggiunti il trasporto per 42mila euro, più tra e i dazi e l'iva ha pagato 30mila euro alla dogana. I mancati aiuti, per ora, dello Stato però non sono l'unico freno, infatti non è ancora in possesso della certificazione delle mascherine.

"Possono rilasciarcele un laboratorio che va a verificare la correttezza dei materiali per le mascherine e l'Istituto Superiore della Sanità" ha continuato Petrini.

A pieno regime sarebbero prodotte circa 270/290mila mascherine chirurgiche al giorno e saranno coinvolti tutti i 18 dipendenti, che da cuochi, camerieri e pescatori potranno così diventare responsabili di produzione e addetti alla linea. 

"Vogliamo restare con la vendita sotto l'euro, stiamo cercando in tutti modi ma le difficoltà ci sono, l'importazione dei materiali è onerosa e tutti i miei ragazzi hanno un contratto. E' importante concentrarci sulla lotta al virus e sulla burocrazia" conclude l'imprenditore varazzino.

Luciano Parodi

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