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Curiosità | 21 dicembre 2020, 15:49

Cappello di tela e zaino in spalla, braccia tornite e sguardo assorto: la figura di Ivo Camilli veglierà sui sentieri del finalese

L'opera, realizzata da Nebiolo, rende omaggio a un figlio e nipote di cavatori e scalpellini, modellatore di sentieri amati dai biker di tutto il mondo

Cappello di tela e zaino in spalla, braccia tornite e sguardo assorto: la figura di Ivo Camilli veglierà sui sentieri del finalese

Una passeggiata nel bosco in quella zona del finalese ormai conosciuta come “Ivolandia”, nessuna istituzione o cerimonia ufficiale, solo un gruppo di persone legate dalla passione per il territorio e dall’amicizia.

In questo contesto ieri l’artista Mario Nebiolo ha donato ad un amico e ad un bosco del Finalese una scultura realizzata in pietra rosa di Verezzi che rende omaggio a Ivo Camilli, a suo padre e a tutte quelle persone che, come lui, in passato hanno svolto il duro lavoro di cavatori e scalpellini nelle cave del Finalese.

“Con Ivo siamo amici da molti anni – racconta Nebiolo. - Tempo fa mi ha regalato degli scalpelli fatti a mano che erano appartenuti a suo papà, dicendomi che lui sicuramente sarebbe stato felice se fossero stati ancora utilizzati. Un pomeriggiodurante un incontro con un giornalista di Meridiani Montagne (in visita sul territorio per realizzare un articolo, ndrnella serra di Nicolò Accame a Pietra Ligure, discutendo di Pietra del Finale e del vecchio mestiere dei cavatori, nasce l’idea di rendere omaggio a Ivo, persona che si adopera con grande passione per il territorio, ripulendo e mantenendo alcuni dei sentieri per mountain bike più amati del Finalese. E io l’ho accolta subito con entusiasmo”.

Sono passate poco più di due settimane infatti ed ecco che la scultura realizzata da Nebiolo - artista che nella sua opera è riuscito a coniugare le sue due grandi passioni, quella per la pittura e la scultura e quella per l’arrampicata - è pronta per essere posizionata nel bosco, sulla strada che porta al Bric del Frate. 

“Non abbiamo scelto un luogo a caso – continua Nebiolo -  Al Bric del Frate c’era la cava dei Simonetti. La strada lastricata sembra una strada napoleonica, ma in realtà è stata costruita con blocchetti di Pietra del Finale per poter accedere alla cava. Vittorio Simonetti era cavatore, ma anche un precursore dell’arrampicata insieme a Grillo, Calcagno e i fratelli Vaccari. I primi arrampicatori sono stati proprio i cavatori che si calavano sulle pareti con corde di canapa, su ancoraggi tal volta di fortuna, mettendo in pericolo la propria vita, per individuare le aree dai cui estrarre la pietra”.

Ma l’area in questione è diventata un luogo “sacro” anche per i biker, il cuore di Ivolandia, dove convergono una serie di tracciati tra cui Neanderthal e Cromagnon, due dei sentieri realizzati da Ivo tra i più conosciuti e iconici.

È sicuramente un legame indissolubile e fortissimo quello tra territorio, arte e outdoor nel Finalese. Ed è sufficiente fare una breve passeggiata nel bosco con Ivo per capire quanto forti siano la sua passione e il suo legame con questi luoghi, che rispetta profondamente, prendendosene cura giorno dopo giorno e gioendo nel vederli frequentati da persone che arrivano da ogni parte del mondo. 

“Le pietre sono i testimoni del passato e del tempo che verrà. – commenta Ivo - Passerà anche il mio di tempo, ma Lei rimarrà, viva e bella. Grazie, Mario! Zaino in spalla e ci vediamo nei boschi!”.

Poche parole ma, in momenti come questo, non occorre aggiungere altro. E l’espressione di Ivo quando ha trovato la scultura e i suoi amici che lo aspettavano nel bosco rappresenta un’immagine che vale più di mille parole.

Comunicato stampa

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