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Sanità | 08 gennaio 2021, 17:45

Vaccino Covid nelle Rsa: chi decide quando l’anziano è incapace?

Una condizione che tocca tra il 30 e il 40% dei pazienti

Foto di Barbara Guazzone

Foto di Barbara Guazzone

A poco più di una settimana dall’avvio delle vaccinazioni anti Covid nelle residenze per anziani di tutta Italia le Asl fanno i conti con un’importante criticità. Chi può sottoscrivere il consenso informato per conto di un ricoverato quando questi sia incapace di farlo? Ovvero, quando un deficit cognitivo della persona le renda impossibile una chiara manifestazione di volontà e questa non sia stata espressa in precedenza nelle forme ora previste dalla legge?

Un caso ricorrente là dove – ed è la norma, quando sono presenti parenti stretti – a tutela della persona non sia già stato nominato un amministratore di sostegno o un tutore legale.

Il nodo è stato teoricamente sciolto dall’articolo 5 del decreto legge 1/2001 del 5 gennaio (lo alleghiamo per completezza), quello col quale il Governo Conte ha aggiornato calendario e modalità delle prossime chiusure regionali e ridefinito i tempi del rientro in classe degli studenti superiori.

Ripartito in dieci commi, il più corposo articolo del decreto prevede che in caso di incapacità naturale sia il direttore sanitario o il medico responsabile della struttura ospitante (o in loro mancanza il direttore sanitario della Asl competente), a fornire in forma scritta il consenso per conto del paziente. E che lo possano e debbano fare dopo aver "sentito il coniuge, la persona parte di unione civile o stabilmente convivente o, in difetto, il parente più prossimo entro il terzo grado". Questo se ovviamente gli stessi sanitari accertano che "il trattamento vaccinale è idoneo ad assicurare la migliore tutela della salute della persona ricoverata".

In mancanza di congiunti, o quando il parere di questi sia contrario, gli stessi referenti devono però rifarsi al giudice tutelare del tribunale competente, il quale ha 48 ore di tempo per esprimersi con un decreto motivato: un termine scaduto il quale gli operatori potranno procedere con la vaccinazione. Sempre al giudice tutelare possono però rivolgersi anche i congiunti del paziente per il quale siano gli stessi sanitari a non voler procedere con la vaccinazione.  

Adempimenti che richiedono tempo e rischiano di rappresentare una complicazione nelle operazioni di somministrazione del vaccino, come riprovano i non sempre entusiasmanti numeri di quelli effettuati in alcune delle nostre Rsa.

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 DL 1 2021 (108 kB)

redazione

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