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Eventi | 12 febbraio 2021, 13:50

La band dei Like Hell, formata da musicisti tra Alassio e Finale Ligure, lancia il singolo "Out of my mind"

Un'intervista per parlare di musica a 360°, dalla voglia di live ai disagi legati al Covid

La band dei Like Hell, formata da musicisti tra Alassio e Finale Ligure, lancia il singolo "Out of my mind"

È disponibile dal 27 gennaio, sui maggiori store digitali, “Out of my mind”, singolo di debutto dei Like Hell, prodotto a San Marino dal sound engineer Piermatteo Carattoni per Lotus Music.

I Like Hell nascono nel 2019 dalla volontà di musicisti del comprensorio finalese e del medio Ponente Ligure; e, in soli due anni, si ritrovano ad avere già una storia intensa e travagliata, fatta di cambi di formazione, materiale registrato e mai pubblicato, date dal vivo cancellate e… Persino una pandemia mondiale!

Ora, mentre si spera in un graduale ritorno alla normalità, la band si sta assestando e stabilizzando attorno alle figure di riferimento (qui citate in ordine alfabetico) del cantante Daniele Barone, del chitarrista Fabio Campo e del batterista Vittorio Consoli.

La loro proposta musicale, già ben delineata in questo primo simbolo, è quella di un solido heavy metal compatto e granitico, sicuramente fresco, attuale e moderno ma, al tempo stesso, fieramente debitore della nobile scuola dell’hard rock anni ‘70 di nomi come Black Sabbath e Led Zeppelin e del British heavy metal anni ‘80 di Judas Priest e Iron Maiden.

Abbiamo contattato il cantante e paroliere Daniele Barone per farci raccontare la genesi di questa freschissima pubblicazione.

Partiamo proprio da Out of my mind: sarà il preludio a un album?

“Il materiale lo avremmo. Quando sono entrato in formazione i musicisti avevano già composto tantissime strutture strumentali sulle quali ho inserito i testi e le voci. Adesso avremmo una decina di brani completi e altri cinque o sei in dirittura d’arrivo. Ma in questo momento non ci interessa l’album. Più probabilmente, come abbiamo appena fatto per Out of my mind, lanceremo a distanza di qualche mese l’uno dall’altro dei singoli sugli store digitali. Dopodiché mi domando: nei ritmi della società di oggi c’è ancora posto per ascoltare interamente un album di un’ora? Più probabilmente faremo uscire uno o più EP, questo non lo escludo”.

Questa riflessione mi stimola un’altra domanda: partendo dal presupposto che siete tutti musicisti molto giovani, nati tra gli anni ‘80 e ‘90, per la vostra generazione il ‘feticcio’ album ha ancora un culto o la musica ormai è solo liquida?

“Dipende tantissimo dai gusti e dai generi musicali. Noi siamo cresciuti ascoltando rock e metal e il pubblico legato a questi stili compra ancora i dischi. Chi è più giovane di noi e ascolta trap, hip hop o altre correnti del pop no, ormai è solo legato alla musica liquida”.

Come mai dei ragazzi riscoprono la musica pubblicata prima ancora che loro nascessero, quella dei grandi nomi degli anni ‘70 e ‘80?

“Non c’è niente di costruito a tavolino o di programmato. Abbiamo sempre agito guidati dalla nostra passione e ci fa piacere divulgare e condividere ciò che amiamo”.

Ci sarà ancora posto per la musica dal vivo dopo il Covid?

“Mi auguro proprio di sì! Avevamo già delle date programmate nella primavera-estate del 2020 per far conoscere quei brani ultimati di cui parlavo all’inizio, ma ovviamente è saltato tutto. Speriamo di tornare alla normalità al più presto e per quanto riguarda noi vogliamo curare degli spettacoli dal vivo che possano catturare l’attenzione anche di chi non conosce il nostro genere, lavorando con scrupolo a ogni dettaglio anche a livello visivo, dalle immagini, al look, senza lasciare niente al caso”.

E nel nostro Ponente Ligure, tra un giro di reggaeton sulla spiaggia e quattro salti con la baby dance, c’è ancora posto per una proposta musicale rock e metal?

“Certamente sì, tutto sta a non imporre una proposta musicale in contesti sbagliati. Non andremmo a suonare le nostre canzoni in un bar del centro di Alassio o su una spiaggia, dove sia i gestori sia il pubblico nutrono altre aspettative. Ma esistono ancora piccole realtà, circoli culturali, locali di nicchia, che permettono di suonare la nostra musica. Da parte nostra vogliamo tenere vivo uno scenario che purtroppo si sta impoverendo: siamo tutti nel mondo della musica da oltre dieci anni e la Riviera pullulava di band giovani che, una dopo l’altra, sono scomparse. Ma è importante non arrendersi”.

Alberto Sgarlato

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