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Economia | 20 febbraio 2021, 12:32

Italia 2021: quando la scuola diventa la tecnologia principale per ricostruire il futuro

Lezioni in giusto equilibrio tra presenza e DAD, capitale umano, nuovi pilastri formativi e in aula sino al 30 giugno: la scuola è al centro della Nuova Ricostruzione del Governo guidato dal Prof. Draghi, ed è quella Istituzione in cui ognuno dovrà fare la propria parte.

Italia 2021: quando la scuola diventa la tecnologia principale per ricostruire il futuro

L’Italia ha bisogno di semplicità, ma allo stesso tempo deve recuperare la concretezza del buon Padre di Famiglia con soluzioni facili e comprensibili a tutti i cittadini. È questo il pensiero che deve guidare oggi l’idea di ricostruzione di una scuola che ci permetta di recuperare credibilità e reputazione in termini di qualità del sistema formativo di base.

Non è però sufficiente ispirarsi ai consolidati esempi che in giro per l’Europa funzionano da anni e neppure rimandare scelte che da sempre sappiamo impattare in modo dirompente sul sistema di istruzione italiano e sulla zona di confort del personale.

Certo sarebbe bello adottare subito il modello della Finlandia in cui la scuola è gratuita così come i libri, la valutazione degli studenti non prevede più da un pezzo né test, né valutazioni, e non esiste la bocciatura ma solo il voto che lo studente si merita alla fine dell’anno.

Alzi poi la mano poi chi non vorrebbe trasformare il lusso di avere una tecnologia al passo del 5G in aula ed avere la fortuna di godere, anche a casa, di computer performanti e di connessioni veloci, in quella ormai monotona abitudine degli studenti finlandesi di avere tutti la LIM, un tablet e una rete in cui non si perdono i primi 10 minuti di lezioni nel dirsi “… mi senti, mi vedi, dove trovo il link alla virtual room?”.

Ma non basta, non è tutto ed anzi è solo l’inizio.

La vera sfida dunque non è solamente l’utilizzo della tecnologia per consentire agli studenti di ritrovare una scuola trasformata più in una piazza della comunicazione globale che un tradizionale luogo del sapere, ma anche imparare a rivolgersi a soluzioni digitali per una formazione a prova di futuro prossimo.

Una scuola che funzioni non può prescindere oggi da un deciso cambio di mentalità di chi la vive ogni giorno, rendendo responsabili i docenti della definizione dei nuovi pilastri formativi, indispensabili per formare ragazzi competitivi sul mercato del lavoro globale e, col giusto riconoscimento professionale, capaci di creare Generazioni 4.0.

In concreto i professori devono avere la forza di trasformarsi in manager e in autorevoli azionisti del sistema formativo nazionale, ed allo stesso tempo devono poter essere misurati proprio sulla capacità di creare menti brillanti che tutto il mondo si contende.

Sapere che alle superiori è indispensabile allenare i talenti dei propri studenti con il digitale, stimolare la ricerca della vocazione grazie a collaborazioni con imprese che assumono ed insegnare ad aprire il libro della vita quotidiana piuttosto che quello di testo è un dovere di ogni docente che aspiri non solo ad avere uno status sociale riconosciuto come importante, ma che voglia essere considerato un serio professionista.

Per questa ragione anche la formazione dei docenti deve essere continua, e deve spingere il sistema ad adottare un nuovo modello ibrido di scambio di competenze per cui sia possibile un turn over fra chi insegna alla scuola primaria, secondaria, ed anche all’Università.

Sarebbe dunque interessante sapere quanti docenti nelle ultime ore hanno raccontato ai propri ragazzi i 7 minuti di terrore dopo i quali la NASA ha iniziato a cercare la vita su Marte, oppure come ciascuno di noi possa contribuire ogni giorno a raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per vivere un futuro migliore e più sostenibile per tutti.

La storia insegna da sempre che per uscire da una profonda crisi si passa dalla qualità del sistema formativo ed oggi i professori devono rappresentare la soluzione per creare un modello di scuola competitivo piuttosto che essere un ostacolo da superare perché legati al concetto di sacralità delle vacanze estive. Ovviamente intoccabili da giungo a settembre.

Enrico Molinari

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