"Gaza muore di fame. Disertiamo il silenzio".
L'iniziativa nazionale vicina al popolo palestinese contro il genocidio che vede coinvolti purtroppo, tanti, troppi, bambini innocenti, è stata svolta anche in provincia di Savona.
Dal suono delle campane nella fascia oraria dalle 21.00 alle 22.00, passando per diversi minuti di rumore per non far calare il silenzio con il suono di fischietti, coperchi e campane oltre alle sirene delle ambulanze, delle barche e nei porti.
Con il savonese che ha risposto presente.
Lo scorso venerdì in occasione dell'appuntamento in Piazza Sisto di "Parole Ubikate in mare" nella serata nella quale era presente la giornalista e storica Paola Caridi, prima del suo dialogo con Renata Barberis e Lorenzo Caviglia, il pubblico presente aveva fatto risuonare pentole e stoviglie.
Un gesto simbolico, fortemente evocativo, a rappresentare quella richiesta di cibo che arriva in particolar modo dalla Striscia di Gaza, dove almeno 50.000 civili hanno perso la vita mentre oltre 1,3 milioni di persone, tra cui più di 610.000 bambini, risultano sfollate e intrappolate. Senza possibilità di fuga, tra i colpi dell'esercito israeliano e le milizie di Hamas, senza possibilità di fuga. E spesso senza cibo o acqua.
Il 93% dei bambini di Gaza è oggi a rischio critico di carestia, il web è ormai invaso da video in cui i bambini implorano cibo. Tutto mentre nel territorio di Gaza viene impedito anche l’ingresso di aiuti essenziali come sedie a rotelle, filtri per l’acqua e medicinali.
Caridi ha descritto quindi questo scenario e tutta la situazione, in un territorio da lei conosciuto negli anni passati di persona, utilizzando una semplice parola: genocidio.


















