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Economia | 15 novembre 2021, 07:00

Pubblicità di casinò su Google: vinto il ricorso su una multa da 100.000 €

Da alcuni anni il governo italiano ha implementato una serie di leggi che vietano la pubblicità del gioco d’azzardo per fini commerciali.

Pubblicità di casinò su Google: vinto il ricorso su una multa da 100.000 €

Da alcuni anni il governo italiano ha implementato una serie di leggi che vietano la pubblicità del gioco d’azzardo per fini commerciali. Le linee guida fornite dall’AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, indicano le restrizioni che devono essere rispettate da tutti i casinò legali, comprese delle condizioni per la pubblicità di casinò su Google.

In questo senso, ai casinò online AAMS è vietato inserire annunci a pagamento all’interno del motore di ricerca Google. Ovviamente, la società dietro Google ha implementato un sistema complesso di verifica delle inserzioni che non dovrebbe permettere la pubblicazione, anche se esistono ancora delle lacune e dei punti deboli.

Come emerge dalla denuncia e multa eseguita nei confronti di Google, pare che degli inserzionisti siano riusciti a pubblicare degli annunci a pagamento utilizzando una tattica chiamata “cloaking” per bypassare le procedure di verifica iniziali. Proprio per questi annunci, Google ha ricevuto una multa di 100.000 € da parte dell’AGCOM.

Google ha deciso di contestare questa multa e ha presentato un ricorso in tribunale per dimostrare di non aver approvato la pubblicità in modo consapevole e di essere stata ingannata da degli inserzionisti scorretti. Inoltre, ha anche dimostrato di aver immediatamente bloccato ed eliminato gli annunci non appena entrata a conoscenza del problema.

Il tribunale della Regione Lazio ha accettato il ricorso, annullando la multa da 100.000 € emessa nei confronti di Google. È stato dimostrato che il colosso informatico ha agito nel rispetto del “decreto dignità”, la legge che vieta la pubblicità di casinò, rimuovendo l’annuncio il prima possibile.

Che cos’è il cloaking e come viene ingannato Google

La causa vinta relativa alla pubblicità di casinò su Google ha messo in luce un problema che ancora oggi affligge i migliori motori di ricerca. Stiamo parlando del cloaking, una tecnica adottata per creare delle versioni diverse di un sito che vengono mostrate a seconda di chi accede alla pagina.

In questo senso, quando il sito rileva l’accesso da parte del bot di verifica di Google, o un altro motore di ricerca, reindirizza tale bot a una pagina diversa al fine di camuffare i reali contenuti e bypassare eventuali restrizioni. Questa tecnica è difficile da bloccare tramite controlli automatici e richiede una verifica manuale, motivo per cui Google non è riuscita a identificare fin da subito la pubblicità.

Quali sono i divieti del decreto dignità per la pubblicità di casinò

L’AGCOM ha dimostrato di essere in grado di colpire chiunque provi ad aggirare il decreto dignità. Nonostante ciò, è importante sottolineare che non tutte le promozioni di siti di gioco d’azzardo sono illegali. Ad esempio, anche se non è consentita la distribuzione di accessori promozionali o pubblicità fatte da influencer, i siti informativi possono parlare delle piattaforme di gioco e anche offrire servizi di confronto, valutazione e recensione.

Il blocco non interessa neanche le trasmissioni dedicate, dove è ancora possibile pubblicare promozioni ad esempio per quote di scommesse sportive. Ancora, le ricevitorie possono esporre jackpot vinti da clienti o insegne con loghi di marchi, a patto di non cercare di indurre al gioco. Come si può vedere, sono presenti tante restrizioni ed esenzioni, tutte spiegate nel dettaglio dall’agenzia italiana. La questione è così complicata che anche un colosso come Google è finito in tribunale, pur riuscendo a vincere l’annullamento della multa.

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