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Sanità | 14 dicembre 2021, 10:19

Covid, l’appello di una mamma: "Mio figlio di 16 anni ha disabilità e non ha accesso alla terza dose, dimenticati dalle istituzioni viviamo nella paura"

Se nella prima fase vaccinale i giovanissimi con disabilità avevano avuto la possibilità di anticipare il vaccino come categoria fragile, per la terza dose sembra non sia prevista alcuna forma di tutela

Covid, l’appello di una mamma: "Mio figlio di 16 anni ha disabilità e non ha accesso alla terza dose, dimenticati dalle istituzioni viviamo nella paura"

Procede per la maggior parte dei cittadini la corsa alla prenotazione delle terze dosi di richiamo per proteggersi dal Covid (booster) dopo 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale. In una situazione di aumentata circolazione virale nel periodo invernale, della ripresa della curva epidemica e in un’ottica di massima precauzione, l’indicazione fortemente consigliata è infatti quella di procedere alla somministrazione di una terza dose di richiamo per garantire l’efficacia vaccinale.

Non per i ragazzi under 18 con disabilità, però, come ci racconta, con forte preoccupazione, una mamma del savonese: “Ho un figlio di 16 anni con disabilità a cui è stata inoculata la seconda dose di vaccino lo scorso 4 maggio. La categoria, viste le condizioni di fragilità, aveva avuto la possibilità di vaccinarsi prima rispetto ai coetanei. Sono passati più di 7 mesi ormai e, in linea teorica, per continuare ad avere la copertura immunitaria contro il Covid, dovrebbero già aver ricevuto la terza dose, ma nessuno li ha presi in considerazione. Probabilmente dimenticati?”.

È stata infatti aperta la possibilità di prenotare il vaccino per i giovani a partire dai 18 anni, ma non per gli under 18. “Mio figlio ha 16 anni, ma avendo disabilità, avrebbe dovuto accedervi come categoria fragile. Ma nulla”.

“Parlo per me, ma ci sono altri genitori nella stessa situazione – continua la mamma - questa mancanza di considerazione o dimenticanza da parte del Ministero della Salute ci ha gettati nello sconforto e viviamo con la paura che i nostri ragazzi, facendo un minimo di vita sociale, ad esempio andando a scuola, possano contrarre il virus, soprattutto in un momento di forte aumento dei contagi. I ragazzi stessi vivono questa situazione con molta paura. Infatti, ammalarsi per loro è ancora più grave che per gli altri e andrebbero tutelati, come era successo nella prima fase vaccinale!".

“Ho cercato più volte risposte su internet, dopo aver chiesto al medico di famiglia, che dice di non sapere nulla in merito, e dopo aver chiamato il numero 1500 del Ministero della Salute, che alla mia domanda ha replicato che non è prevista la terza dose per questi ragazzi. Non mi do per vinta – conclude - chiedo aiuto e risposte”.

Maria Gramaglia

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