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Attualità | 24 giugno 2022, 07:30

Pronto Soccorso di Albenga, l’attacco di chi lotta: “Ma la politica dorme? Dove sono le persone importanti? E i giovani?”

Deluso e amareggiato, Gino Rapa tuona: “Non c’è coraggio”

Pronto Soccorso di Albenga, l’attacco di chi lotta: “Ma la politica dorme? Dove sono le persone importanti? E i giovani?”

Come mai un Piano Sociosanitario approvato dal Consiglio regionale nel 2017 e tuttora in vigore, che prevedeva il Pronto Soccorso ad Albenga, non è stato rispettato? Chi doveva e deve tutelare i cittadini dorme?”. Questo l’attacco di Gino Rapa, particolarmente infervorato dopo aver saputo dall’allora assessora alla Sanità in Regione Sonia Viale che lei stessa aveva messo in riapertura il Pronto Soccorso al Santa Maria di Misericordia, sollecitato ora a gran voce dai cittadini, nel documento ancora vigente. 

Se ci vuole un documento che attesti che ne abbiamo diritto, è già tutto sulla carta. Perché nessuno ne parla? Che cosa sta aspettando la politica? Maggioranze e minoranze cosa stanno facendo? Non c’è nessuna parte politica che sia chiara sul programma dell’ospedale di Albenga, a parte la Regione”.

Gino Rapa, portavoce dei Fieui di caruggi di Albenga, impegnato in prima linea come cittadino ingauno e come membro di un’associazione di Albenga nella lotta pacifica per riaprire il Pronto Soccorso, non si dà pace per il silenzio tombale a livello politico sul tema così scottante, così importante. “Se non troviamo una sponda politica che ci aiuti, non ne veniamo fuori. Ma è possibile che di noi si è interessata una senatrice calabrese a Roma? E i nostri liguri dove sono? Cosa fanno?”, si chiede il numero uno dei monelli dei vicoli di Albenga.

l sindaci sono responsabili della condizione di salute della popolazione del proprio territorio, ma dove sono quelli dei comuni limitrofi di Albenga? Perché non si stanno muovendo? La politica sta dormendo”, incalza Angelo Pallaro, portavoce dei Cittadini stanchi.

Intanto, con messaggi e post pubblicati sulle pagine di gruppi Facebook, si moltiplicano le segnalazioni di attese interminabili presso il Dea di 2° livello di Pietra Ligure da parte dei malcapitati cittadini in stato di emergenza, “non certo per incompetenze del personale sanitario – precisa Rapa -, ma per l’eccessiva affluenza. È questo che causa disservizi troppo gravi, eventuali errate valutazioni che possono costare la vita a qualcuno. La lista di episodi segnalati che ghiacciano il sangue è lunga, non si può continuare a ignorare. Dove sono gli avvocati? Nessuno che voglia difendere i diritti violati dei cittadini?”.

Dopo una marcia per il Pronto Soccorso lo scorso marzo e varie manifestazioni che hanno espresso la disperazione di un territorio che lotta per il proprio diritto a una Sanità accessibile, affinché nessuno debba rinunciare a curarsi (purtroppo vengono segnalati casi di persone che, pur stando male, dopo ore e ore in attesa al Pronto Soccorso di Pietra Ligure, tornano a casa senza essere visitati. Altri rinunciano addirittura ad andarci), dopo tanto coinvolgimento, la protesta sembra essere rimasta nelle mani di pochi che la stanno portando avanti con seria preoccupazione.

Non mi do pace - prosegue -. Non mi spiego perché persone importanti e in vista, che so essere dalla nostra parte, non si espongano, non si esprimano nelle giuste sedi, come invece ha fatto Monsignor Borghetti, il nostro vescovo”.

È un Gino Rapa arrabbiato e amareggiato quello che ho incontrato e con cui ho scambiato considerazioni sullo stato attuale delle cose. “Dov’è la sinistra? Dov’è l’opposizione? Dov’è la destra che la pensa come noi? Perché non si ribella ai vertici?”. Continua a farsi un fiume di domande e poi aggiunge: “E dove sono i giovani, quelli per cui noi oggi ci stiamo battendo. Lo facciamo per loro, per il loro futuro, ma sono assenti”. Sono sensibilizzati a sufficienza? O forse lo vedono come un problema lontano e se ne disinteressano? “Troppo silenzio da parte di tutti, sindaci delle località limitrofe compresi, che avrebbero tutto l’interesse a far riaprire il nostro Pronto Soccorso per decongestionare quello di Pietra Ligure e assicurare cure più puntuali e accurate per i cittadini”.

Non c’è coraggio”, la conclusione.

Maria Gramaglia

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