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Attualità | 21 settembre 2022, 12:38

Biologia con curvatura Biomedica, il progetto di orientamento e potenziamento dell'ordine dei medici nei licei di Albenga e Savona

Oltre al liceo ingauno "Giordano Bruno", quest'anno il corso consistente in tre anni di lezioni su argomenti biomedici, arriva su decisione del Miur anche al liceo "Grassi" del capoluogo

Biologia con curvatura Biomedica, il progetto di orientamento e potenziamento dell'ordine dei medici nei licei di Albenga e Savona

Tra pochi giorni partirà il nuovo triennio del Percorso di Orientamento - Potenziamento “Biologia con Curvatura Biomedica” percorso formativo per gli studenti dei Licei Classici e Scientifici frutto della collaborazione tra FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), MIUR e 104 su 106 Ordini Provinciali.

Quest’anno oltre al Liceo Giordano Bruno di Albenga, che ha ultimato il primo triennio e si avvia ad avviare il secondo, parteciperà al progetto anche il Liceo Scientifico Orazio Grassi di Savona che è stato selezionato dal MIUR dopo aver partecipato al relativo bando.

"Teniamo a precisare che l’Ordine dei Medici non ha voce in capitolo nelle scelte ministeriali" comunicano dall'ordine stesso.

Il corso prevede tre anni di lezioni su argomenti biomedici tenuti sia dai professori delle scuole aderenti al progetto che da medici individuati dall’Ordine Provinciale di riferimento. Lo scopo del corso è di avvicinare i giovani studenti allo studio della medicina, aiutarli a capire se iscriversi o meno alla Facoltà di Medicina per intraprendere una percorso di studi lungo ed impegnativo ed una carriera sicuramente difficile ma che può riservare grandi soddisfazioni.

Inoltre, e il percorso può essere d’aiuto per quanto riguarda il test di ingresso a Medicina: come si può apprendere dal sito della FNOMCeO, i dati relativi al primo triennio di sperimentazione (2017-2019) hanno dimostrato che il 52% degli studenti liceali che hanno partecipato al test, dopo aver completato il percorso biomedico triennale, sono entrati a Medicina. Una percentuale ben più alta della media nazionale, che si assesta intorno al 21% (dati 2020). Dei 1749 studenti che hanno intrapreso il percorso 2017-2019, uno su due si è ritirato, per la gran parte durante il primo anno, perché ha acquisito la consapevolezza della mancata attitudine alla professione e, degli 863 alunni che lo hanno completato, solo 510 (vale a dire il 60%) hanno poi provato il test. 263 di loro sono riusciti a entrare a Medicina, altri sono in graduatoria. Il 52%, come già detto, con punte del 90-100% in alcuni istituti.

“I risultati della sperimentazione del progetto ‘biologia con curvatura biomedica’ messo in atto nei licei dalla FNOMCeO in collaborazione con il Miur parlano chiaro e sono i testimoni del suo successo - spiega il Segretario generale, Roberto Monaco, responsabile per FNOMCeO del progetto che coinvolge 104 Ordini su 106 e 300 istituti - L’obiettivo che auspichiamo è quello che il percorso sia ora normato. Ciò consentirebbe di garantire le vocazioni all’interno di un percorso di qualità, nell’ambito del quale venga opportunamente formalizzato il ruolo degli esperti medici”.

L’obiettivo che ci proponiamo adesso è quello di un Liceo ad indirizzo biomedico, che consentirebbe, in maniera normata, di garantire le vocazioni attraverso un percorso di qualità nell’ambito del quale, venga opportunamente formalizzato il ruolo degli esperti medici”.

“Il liceo biomedico è dunque la miglior risposta a chi propone di abolire il numero chiuso a Medicina, perché permette agli studenti di capire, prima dell’accesso all’Università, se sono realmente portati e motivati per intraprendere questa strada, senza perdere tempo in una facoltà che sarà poi abbandonata, rischiando oltretutto di abbassare, per l’eccessivo affollamento del primo biennio, anche la qualità dell’offerta formativa – conclude nella nota Monaco -. Attraverso questo percorso, inoltre, i cittadini di domani, anche se alla fine sceglieranno di non fare il medico, avranno comunque imparato cosa significa essere medico, e quindi a rispettare chi svolge questa professione, il che costituisce il miglior deterrente contro quella violenza che purtroppo oggi esplode contro i professionisti della sanità”. 

Redazione

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