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Attualità | 16 ottobre 2022, 08:00

Da Andora alla Maratona di Berlino: a 54 anni, il riscatto di Federica. “Questa gara è per mio figlio”

La storia di una donna di 54 anni che, dopo aver dedicato la propria esistenza al figlio autistico, trova la forza di rimettersi in gioco studiando e facendo sport, pur non essendo mai stata una sportiva

Da Andora alla Maratona di Berlino: a 54 anni, il riscatto di Federica. “Ho dedicato la mia vita a mio figlio, anche questa gara è per lui”

È una storia di forza, coraggio e riscatto quella che vi raccontiamo oggi. La protagonista è Federica, che ha 54 anni e vive ad Andora. Una vita dedicata alla famiglia e a suo figlio Mattia, un giovane di 28 anni affetto da autismo. Come si può immaginare, non sono rose e fiori le giornate, i mesi, gli anni, quando si lavora e si cresce un figlio con qualche problema. Già non è facile normalmente, figuriamoci in queste condizioni. Ma Federica non si è persa d’animo, ha tenuto accesa la fiammella del “sogno” e ce l’ha fatta, per suo figlio, per sé stessa e per suo marito.

Federica, malgrado la vita travagliata, ha trovato la forza di rimettersi in gioco intraprendendo un nuovo percorso di studi e iniziando a fare sport.  Il 25 settembre scorso, infatti, ha partecipato alla Maratona di Berlino, la 42 km e 195 metri più veloce del mondo, insieme a oltre 45mila podisti. Proprio lei, che prima di due anni fa non era una sportiva e non aveva mai corso. Eppure, alzandosi alle 5 del mattino e allenandosi con costanza, è arrivata fino in fondo, con sua grandissima soddisfazione.

Cosa ho provato? È indescrivibile. Una gioia immensa. Si sono ritirate migliaia di persone molto più giovani di me, ma io, benché fossi molto preoccupata e particolarmente dolorante per un infortunio avuto poco prima, sono arrivata in fondo. Mi veniva da piangere per il male, ma anche per la felicità di aver concluso la gara”.

Durante una lunga chiacchierata, Federica racconta di anni duri, segnati dalla fatica e dalle difficoltà. “Mattia era ancora piccolo quando sono rimasta sola a crescerlo. Non è stato facile. Mi ero ripromessa di fare il massimo per lui, impegnandomi a farlo arrivare a un livello accettabile di indipendenza. Fortunatamente, 20 anni fa è arrivato l’uomo che poi è divento mio marito: meraviglioso, lo considero il mio premio. Lui mi aiuta molto e insieme, tutti e tre, posso dire che siamo riusciti a fare un grande lavoro. Oggi Mattia è un uomo tranquillo, sereno, anche se ha dei problemi, è espansivo e affettuoso. Ma per raggiungere questo risultato, ho dovuto mettermi da parte. Non c’era spazio per me: avevo altre priorità”.

Il tempo passa, Mattia cresce e Federica è un’imprenditrice con il marito, con una torrefazione di caffè brasiliano e un bar a Imperia. Come tante storie belle, anche questa ha inizio durante uno dei periodi storici più depressi e bui: la pandemia. “Quando ci hanno chiusi in casa, stavo attraversando un periodo particolarmente complicato, mi stavo ammalando. Ho iniziato ad approfondire le tematiche sulla crescita personale. Da lì ho deciso di iniziare il percorso di studi triennale per conseguire una certificazione al Micap, Master internazionale in coaching ad alte prestazioni – spiega Federica - . Per consentirmi di studiare, con mio marito abbiamo deciso di vendere il bar e di tenere solo la torrefazione”.

Il piano di studi è molto impegnativo, ma ne vale la pena e sono molto felice. Ho ritrovato la mia dimensione. La certificazione che conseguirò mi permetterà di aiutare le persone insegnando loro a occuparsi di crescita personale. Spero di portare un poco di luce ai disillusi. Se riuscirò ad aiutare anche solo una persona, per me sarà già una vittoria”.

Non lo faccio solo per me. Lo faccio per la famiglia, per Mattia. Lui mi vede realizzata, che dedico tempo anche a me stessa ed è più sereno. Finalmente ho ricominciato a vivere. Non bisogna farsi divorare dall’ingranaggio della negatività, ma aprire le porte alle opportunità – conclude -. Se ce l’ho fatta io, può farcela chiunque".

Maria Gramaglia

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