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Attualità | 09 settembre 2024, 15:15

Ambiente, è allarme per la posidonia oceanica al largo di Noli: "E' in drastica regressione"

Riduzione della biodiversità, diminuzione della fauna ittica ed erosione delle coste sono alcuni degli effetti illustrati dai biologi intervenuti in un convegno dedicato lo scorso 7 settembre

Ambiente, è allarme per la posidonia oceanica al largo di Noli: "E' in drastica regressione"

Foto di Frédéric Ducarme da Wikipedia

Una pianta tanto importante per salvaguardare diversi aspetti quanto è in pericolo la sua esistenza all'interno di un'area marina significativa per la biodiversità e l'unicità del nostro territorio come quella al largo di Noli che coincide col comprensorio dell'Isola di Bergeggi.

Parliamo della posidonia oceanica, pianta marina endemica del Mediterraneo con lunghe e nastriformi di colore verde brillante che possono raggiungere addirittura la lunghezza di 1 metro e che spesso troviamo sui nostri litorali spiaggiata, confondendola con un'alga.

Davanti alle spiagge del medio ponente savonese si trova quello che è considerato uno dei principali "posidonieti" del mar Ligure che, tuttavia, è minacciato da diversi fattori ed è in "drastica regressione", con effetti gravi e poco auspicabili sull'ecosistema marino e sulla resistenza delle nostre coste.

L'allarme è stato lanciato lo scorso sabato 7 settembre dalla Loggia della Repubblica di Noli, in un incontro patrocinato dal Comune e organizzato dal WWF Savona, in collaborazione con il dipartimento DISTAV dell'Università di Genova al quale hanno partecipato, in qualità di relatori, i biologi marini Mariachiara Chiantore, docente ordinario di Ecologia, e Francesco Pelizza, dottorando in Scienze degli Ecosistemi Marini.

Si è partiti dallo spiegare l'importanza della posidonia e il suo ruolo cruciale nell'ecosistema: assorbe CO2, produce ossigeno, protegge le coste dall'erosione e fornisce nutrimento e riparo a numerose specie marine, rendendola un elemento insostituibile per la salute del mare.

Riduzione della biodiversità, diminuzione della fauna ittica ed erosione delle coste sono quindi gli effetti negativi che la regressione del posidonieto savonese rischia di portare: "La pianta sta subendo una significativa regressione che causa gravi problemi di tipo ambientale (meno pesce, perdita di biodiversità, minor cattura del carbonio, erosione delle coste), di sicurezza a terra (basti ricordare le violente mareggiate come quella del 2018 in cui le onde arrivavano a riva senza essere smorzate) e sul futuro dell'economia locale basata sul turismo (acqua torbida, meno pulita, spiaggia assottigliata) - hanno ricordato gli esperti durante la serata - Il danno è irreversibile e con le variazioni del clima, l'inquinamento e le azioni dell'uomo che causano il continuo ridursi delle praterie si teme un progressivo ma ormai rapido declino del Mediterraneo".

A intervenire è stata anche Regina Sozzi, responsabile della serata e fisica del WWF Savona. Nel suo intervento ha ricordato il recente progetto volto anzitutto alla salvaguardia del posidonieto, "a partire dalla conoscenza di questa specie di interesse comunitario prioritaria, per sensibilizzare ogni cittadino su perché vada rispettata e come possa essere protetta, per poi passare ad urgenti azioni dirette alla salute della prateria con il coinvolgimento di tutti coloro che possono contribuire sia sul fronte scientifico sia per competenza o con esperienze e dati sia con il supporto pratico, in un processo collaborativo".

La dottoressa Sozzi ha ricordato inoltre che "le zone vicine, altrettanto importanti dal punto di vista naturalistico e delicate dal punto di vista ambientale, saranno oggetto di fasi successive del progetto MARE che, come segnalava il consigliere comunale Edoardo Gandoglia, è stato proposto all’Ufficio di Candidatura di Savona Capitale della Cultura 2027 dai Comuni del Golfo dell'Isola, sottolineando la necessità di un cambio di approccio con azioni concrete e spedite".

Mattia Pastorino

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