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Attualità | 29 novembre 2024, 12:00

Sciopero generale del 29 novembre, in piazza a Genova anche centinaia di lavoratori e pensionati della Cgil Savona

"Un messaggio forte che sarà impossibile ignorare"

Sciopero generale del 29 novembre, in piazza a Genova anche centinaia di lavoratori e pensionati della Cgil Savona

"Questa mattina una grande manifestazione regionale a Genova con migliaia di persone da Savona. Centinaia di lavoratrici, lavoratori, e pensionati - una partecipazione altissima che è aumentata dopo le provocazioni del Ministro Salvini delle ultime ore - partiti dal capoluogo savonese con pullman, treni e auto a dimostrazione di quanto il territorio savonese sia in difficoltà economica, sociale, infrastrutturale, sanitaria, energetica, lavorativa e soprattutto industriale con crisi industriali non risolte e nuovi comparti in difficoltà quali quello del vetro e dell’automotive che rischiano di mettere in difficoltà migliaia di lavoratrici e lavoratori".

Così la Cgil Savona, presente in massa a Genova, nel giorno dello sciopero generale.

"L’Italia si è fermata otto ore per la protesta di Cgil e Uil contro la manovra del governo - si legge nella nota firmata dall'organizzazione sindacale -Ecco cosa non va e la ricetta per cambiare. Stop di otto ore in tutti i settori, per l’intero turno di lavoro, con l’obiettivo di cambiare la manovra economica del governo Meloni. Così non può continuare, bisogna dare un segnale forte. Per questo siamo in piazza in tutta Italia, in Liguria a Genova, con una grande manifestazione, migliaia di lavoratori, lavoratrici e pensionati. Sono molte e articolate le ragioni dello sciopero che stanno dentro il macrotema della manovra, ma ribadiamo anche il potere di proposta per riportare il lavoro al centro e costruire un Paese che sia davvero a misura di lavoratrici, lavoratori, pensionati e giovani". 

"Il governo ci infliggerà sette anni di austerità - si legge ancora nella nota - si rischia la perdita del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati causata da un’inflazione da profitti; la crescita della precarietà, del lavoro nero e sommerso; un ulteriore indebolimento del welfare pubblico, tagli a sanità, istruzione, trasporto pubblico, enti locali. E poi nessuna risposta all’emergenza abitativa, nessun incremento delle risorse destinate a disabilità e non autosufficienza". 

"Quindi c’è il nodo dei contratti nazionali. I rinnovi nel pubblico impiego coprono appena un terzo dell’inflazione. Il taglio del cuneo fiscale – con perdite per molti lavoratori – in realtà viene pagato dagli stessi con il maggiore gettito Irpef. Una ferma critica va poi alle politiche fiscali. Queste riducono la progressività, attraverso condoni e concordati favoriscono gli evasori. Non viene neanche ipotizzato qualsiasi intervento sugli extraprofitti".

"In tema di pensioni, si evidenza perfino un peggioramento della legge Monti-Fornero che si applicherà al 99,9% dei lavoratori. La rivalutazione degli assegni previdenziali è largamente insufficiente, con la beffa di un aumento di soli tre euro al mese per le minime. Il governo, inoltre, dimostra la totale assenza di una politica industriale degna di questo nome"

"Bisogna andare a prendere i soldi dove sono: extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, evasione fiscale e contributiva. È sempre più urgente prevedere un finanziamento straordinario per sanità, servizi sociali ed educativi pubblici, non autosufficienza, istruzione, ricerca. Urge una misura universale a contrasto della povertà, compresa la povertà educativa".

"Sui contratti bisogna fare molto, molto di più. Cioè rinnovare subito tutti i ccnl pubblici e privati per aumentare il potere d’acquisto, con detassazione degli aumenti. Serve una piena rivalutazione delle pensioni, occorre rafforzare ed estendere la quattordicesima. In generale, è necessaria una riforma del sistema previdenziale che superi la già citata Monti-Fornero".

"Nella manifattura e nei servizi sono urgenti investimenti che sappiano difendere l’occupazione – anche col blocco dei licenziamenti -, insieme alla creazione di nuovo lavoro per costruire un modello di sviluppo sostenibile. Fondamentale, infine, la tutela di salute e sicurezza e il contrasto alla precarietà, cambiando le leggi sul lavoro. Senza mezzi termini: il ddl sicurezza va ritirato, bisogna tornare a rispettare la Costituzione".

"Per tutti questi motivi abbiamo scioperato e siamo scesi in piazza, con manifestazioni territoriali in tutte le regioni, da Nord a Sud, nessuna esclusa. Un messaggio forte che sarà impossibile ignorare" concludono dalla Cgil.

Redazione

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