"Rangutà", uomo robusto ma goffo; pas passo appassito; lkè leccare, lač latte, e poi c'è ğuk, parola che indica il bastone del pollaio dove riposano le galline.
E' ricco di vocaboli il dialetto osigliese, che ha le radici in quello della Val Bormida, ma dove ogni paese ha i propri termini specifici e unici. E per mantenere vivo un patrimonio che fa parte della cultura locale il Comune di Osiglia, sulla sua pagina Facebook, ha lanciato già da tempo l'iniziativa "Una parola in Osigliese al giorno".
Ogni giorno pubblica una parola, tratta dal "Vocabolario del dialetto di Osiglia" di Hugo Plomteux e Giacomo Bocca, proponendo una parola specifica.
"Ecco perché è importante il dialetto – scrive l'amministrazione di Osiglia - e poi quello di Osiglia ha anche un suo vocabolario. Il dialetto, elaborato tanto quanto la lingua, conserva al suo interno, nelle sue parole, la storia e la cultura della comunità che lo parla. E da questo punto di vista, legato com'è al territorio, rappresenta l'interfaccia tra la storia culturale del territorio e la realtà osservabile".
"Oltre ad essere il nostro più efficace strumento di comunicazione cnclude l'amministrazione - garantisce l'integrazione sociale di un popolo e ci aiuta a preservare la nostra identità e le nostre tradizioni".