Negli ultimi anni sta prendendo piede la necessità di sviluppare nuove competenze, derivante soprattutto dai grandi cambiamenti globali e dalle sfide che intere economie hanno dovuto affrontare.
Tante volte abbiamo sentito menzionare il termine resilienza, ad esempio, la capacità di riuscire a resistere alle difficoltà e reinventare la propria vita positivamente, facendo fronte alle sfide in modo creativo.
Ancora, sta prendendo piede, soprattutto tra i più giovani, la necessità di sviluppare doti imprenditoriali, in modo da prepararsi a un mercato del lavoro spesso saturo e molto competitivo ed essere pronti ad affrontarlo imparando a inventarsi il lavoro, più che cercare impieghi alle dipendenze di altre imprese.
Tra le capacità che devono caratterizzare i lavoratori moderni, specie quelli con più anni di esperienza e più avanti con l’età, invece, spicca la restartability, ovvero l’abilità di rimettersi in gioco, nonostante le difficoltà del mondo del lavoro, eventuali fallimenti o malesseri legati al posto in cui si lavora.
Questa nuova competenza nasce dagli eventi che spesso possono colpire le aziende più in difficoltà, costrette a fare pesanti tagli al personale, pur di sopravvivere o per far fronte a un malcontento duraturo legato alla propria posizione lavorativa e alle proprie mansioni.
Non di rado, infatti, si sente parlare di migliaia di dipendenti messi alle porte da imprese che hanno dichiarato fallimento o di burnout che peggiorano la qualità della vita dei lavoratori.
Che si tratti di una condizione subita o voluta, dunque, a un certo punto della propria carriera diventa necessario reinventarsi, cambiare direzione, lavoro, azienda o semplicemente ruoli e mansioni.
Proprio in questa fase così delicata, ci si può sentire disorientati e persi, magari anche falliti e si può persino pensare che la propria carriera sia giunta al capolinea.
In realtà, oggi più che mai, il mercato del lavoro mette a disposizione dei professionisti tante chance per rimettersi in gioco e provare a raggiungere il successo lì dove non si pensava.
Ciò che conta, in questi casi, è restare lucidi, prendere piena coscienza del livello di competenze ed esperienza raggiunti e provare a colmare alcuni gap necessari per trovare nuovamente lavoro o rimettersi in carreggiata da freelance.
Certamente, un buon modo per ottimizzare questi tempi morti, apparentemente, è riprendere o continuare a formarsi.
La formazione continua è essenziale per rimanere aggiornati sul proprio settore di attività e se prevede un investimento importante in specifici corsi formativi può persino rappresentare la spinta propulsiva verso una nuova e più proficua carriera.
È quello che succede, ad esempio, a chi frequenta un Executive Master in Business Administration, percorsi pensati appositamente per i professionisti senior che intendono consolidare e certificare le competenze maturate fino a quel momento.
Si tratta di corsi professionali di alto profilo, generalmente destinati proprio a chi intende fare un salto di qualità e puntare al ruolo di manager o dirigente e vengono organizzati prevalentemente da scuole di alto prestigio, come gli Executive MBA di 24ORE Business School.
Questi ultimi sono particolarmente quotati dai professionisti e apprezzati dalle aziende, proprio perché partono dalle reali esigenze lavorative delle imprese.
Gli EMBA di 24ORE Business School sono percorsi progettati gomito a gomito con le aziende più affermate nei diversi settori economici del Paese e fanno fronte proprio a quella carenza di competenze che spesso le imprese riscontrano nei professionisti.
Per questa ragione, il taglio offerto dal programma didattico è estremamente pratico, volto alla risoluzione di casi concreti, al confronto con professionisti di alto livello e allo sviluppo di networking tra i professionisti stessi.
Spesso sono organizzati in formula part time, per offrire la possibilità ai lavoratori di parteciparvi senza nulla togliere al proprio lavoro, così da traghettare la propria carriera verso un livello più alto, senza eccessivi scossoni.
Di grande importanza sono poi le sessioni di team building e confronto con head hunter, così da costruirsi la possibilità concreta di un cambio di rotta e comprendere a fondo cosa cercano manager e CEO dai manager di domani.
Attraversare un momento di impasse lavorativo o crisi personale, dunque, non è necessariamente un periodo negativo da dimenticare. Al contrario, può rappresentare un terreno fertile per ritrovare la spinta a crescere, reinventarsi e rimettersi in gioco nella propria carriera.