L’Italia è da sempre luogo di giochi socialmente accettati e di abolizione delle case da gioco private. In realtà, se ci pensiamo, sembra una contraddizione visto che nel nostro Paese vi è una longeva tradizione storica legata ai saltimbanchi degli antichi romani, passando per la commedia dell’arte nei periodi più bui fino ai successi sportivi che riempiono le case da gioco.
Slot Machine in tutta la penisola
Un altro punto che provoca stupore è quello che quasi in ogni tabacchi troviamo una grande quantità di slot machine.
Sono molti i tabaccai che ospitano al loro interno slot machine che consentono al giocatore medio di riversare i propri risparmi per cercare di diventare ricco in base alle probabilità di vincita.
Ebbene, questa situazione fa un po’ storcere il naso, visto che ci sono alcuni italiani che non sono mai entrati nelle sale di un casinò ma hanno costituito una parte della loro carriera da giocatore unicamente tramite slot.
Cauterizzazione storica e questioni legali spinose
Parte della risposta sta nel rapporto dell’Italia con la morale e del ruolo che devono avere le istituzioni nella regolamentazione del gioco. Storicamente le leggi italiane sono oscillano tra una visione paternalistica e protezionistica, per cui lo stato ha il dovere di sanzionare le attività nocive per i propri cittadini, a quelle di segno permissivo e protettivo, in cui lo stato deve intervenire per offrire alternative legali a qualsiasi vizio, per quanto nocivo possa essere.
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale la politica economica Italiana era alla guida di Aldo Vidussoni, capo della GIL (nota anche come “gioventù fascista” e per i suoi metodi di reclutamento piuttosto opprimenti). La linea del partito era quella di considerare il gioco d’azzardo un “germe di pericolo per la società e l’economia” che andava limitato anziché assecondarlo.
Questa eredità, che in tempi più recenti ha dato vita al famoso “monopolio di stato” in cui sono resi disponibili solo giochi d’azzardo sotto il controllo dello stato, ha portato all’odierna condizione di limitare la nascita dei casinò tramite una serie di regolamentazioni storiche.
Perché non aprire un casinò a Roma, a Firenze? Oppure a Milano o a Rialto?
L’Italia non è contraria al gioco d’azzardo per ragioni morali, o almeno non più, ma per ragioni puramente economiche. Le authorities locali, in maniera autonoma, affermano di non voler aprire nuovi casinò in città semplicemente perché non ci sono ritorni economici sufficienti rispetto alla gestione di queste forme di intrattenimento.
Inoltre, ci sono le altre forme di gioco d'azzardo - specialmente le onnipresenti slot machine e gratta e vinci - che riempiono le casse dei comuni. In pratica, non c'è nessun motivo di aprire nuovi casinò quando i soldi continuano ad entrare nelle casse del governo in quantità così elevate, e soprattutto senza le polemiche e le proteste legate alla costruzione di un nuovo casinò.
Una contraddizione che i turisti spesso non capiscono
Molti turisti provenienti dall'estero, in particolare da Paesi con grandi casinò come l'America o il Principato di Monaco, spesso arrivano in Italia chiedendosi dove sono finiti i casinò, perché in una città grande come Napoli o Firenze non siano presenti queste strutture.
La risposta è che l'Italia, attualmente, non ha interesse nell’andare ad estendere la cultura del casinò nel paese, dato che sono più diffuse e remunerative le slot machine e i gratta e vinci. Nonostante tutto, i casinò comunque lustrano gli occhi con la propria storicità, che di solito è anche un grande richiamo per i turisti.
Infatti, se un turista decide di entrare nel casinò di Venezia, deve anche pensare che sta passeggiando là dove un tempo lo faceva anche la nobiltà italiana durante il periodo del Rinascimento. Queste sono tutte qualità che in una città artificiale e monotona come Las Vegas mancano totalmente.
In conclusione
L'Italia, dunque, non ha solo 4 casinò legali per particolari motivi, ma per ragioni socio-culturali. Ed è vero che i casinò sono solo al nord, ma luoghi come le sale slot si trovano facilmente in Sicilia, in Puglia, in Campania e in tante altre regioni.
In un paese in cui bellezza e caos controllato convivono, anche il mondo del casinò è più legato alla storia che non ad una determinazione d’intrattenimento. È più questione di attribuzione che di visione generale, forse è questo che la rende affascinante.
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