“Possibile arrivo di migranti all’ex Anfi? Per ora è solo un’ipotesi, ma se dovesse succedere dovremmo ringraziare l’amministrazione comunale di Albenga, che in due anni ha dormito, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale”.
Lo dichiara in una nota il consigliere albenganese Nicola Podio in seguito all’annuncio fatto stamani riguardante il sopralluogo che verrà fatto nel sito di via Piave venerdì 18 luglio a cura della Prefettura e alla convocazione di una riunione della commissione capigruppo, con la possibile partecipazione di un rappresentante della Prefettura, prevista per la stessa mattinata.
“Il motivo è molto semplice – spiega -: in tutto questo tempo il sindaco non ha pensato di destinare quella struttura ad altro uso. Così oggi la Prefettura, che, ricordiamolo, fa solo il suo lavoro, può legittimamente interessarsi e, a seconda delle necessità, proporre di usarla di nuovo come centro di accoglienza. È tutto qui il discorso. Se il sindaco e la sua giunta avessero fatto quello che andava fatto, oggi potrebbero rispondere che l’ex Anfi è occupata, perché nel frattempo viene utilizzata per altre attività. E invece no. Non hanno fatto niente. E ora magari si lamentano pure. Due anni fa questa maggioranza era disponibile ad accogliere i migranti. Oggi no. Cosa è cambiato? Queste persone valgono meno di quelle di allora? Noi siamo sempre stati contrari a questa ipotesi. La Prefettura ora farà giustamente i suoi sopralluoghi, mentre l’amministrazione mette le mani avanti convocando una commissione. Ora. Ma arrivano sempre dopo, in ritardo, quando ormai le scelte le stanno già facendo altri. Bastava programmare, bastava rispettare il programma elettorale, bastava avere un minimo di visione”.
“E invece l’inerzia ci ha riportati esattamente al punto di partenza di due anni fa. E non prendiamoci in giro: se oggi la Prefettura pensa ad Albenga è solo perché trova porte aperte. È la prova che l’amministrazione ha lasciato tutto com’era, senza uno straccio di progetto. Le promesse elettorali, senza atti concreti, non servono a niente – aggiunge -. La storia rischia di ripetersi, come in via Trieste, dove i migranti sono ospitati da tempo nella struttura della Diocesi, che a suo tempo ha semplicemente tolto dall’imbarazzo il Comune. Ora però la Prefettura torna legittimamente a bussare, anche perché l’amministrazione di Albenga è rimasta ferma. Il problema non è Roma. Il problema non è la Prefettura. Il problema è qui – e punta il dito: è il sindaco. E le conseguenze le pagano i cittadini di Albenga”.














